Anche ora che la luna...

A

Anche ora che la luna.. Performance Poetico-Musicale di Beppe Costa, recitate da Orsetta Foà, al pianoforte Giovanni Renzo, introduce Antonella d'Onofrio. Nasce da una sua poesia il titolo dell'incontro "Anche ora che la Luna", che ha valso al poeta una serie di riconoscimenti quale la Cerimonia di Premiazione relativa alla Rassegna "Arte d'Autunno", che lo ha visto premiato insieme a Nino Marazzita nella Sala Paolina di Castel Sant'Angelo a Roma e il premio Premio Iceberg News (Teranova-Villa medici). Di lui hanno scritto Spagnoletti, già scopritore di grandi come Alda Merini, Pasolini, Rivellino, ed ancora Dario Bellezza, Luce d'Eramo, eminenti professori universitari e in un'epoca mediatica, che corre su reti, Beppe Costa è in Wikipedia. Grande amico di Moravia e Dacia Maraini, Alberto Bevilacqua, Goliarda Sapienza, Adele Cambria, Barbara Alberti, etc..
Beppe Costa ha contribuito alla diffusione dei testi di Arrabal (l'ultima pubblicazione "la scampagnata" - Pellicanolibri) e a far scoprire artisti come Jodorowsky. Pubblica autori che diverranno noti come Manuel Vazquez Montalban, Fernando Arrabal, Angelo M. Ripellino, Anna Maria Ortese. Ma di lui non vanno dimenticate la meravigliose emozioni che libera la sua poesia. 

Poeti dallo Spazio: Fabio Barcellandi sceglie Andrea Garbin



È un piccolo manuale di scrittura poetica questo Il senso della musa di Andrea Garbin. Ma la poesia, si sa, difficilmente si può insegnare, per cui il libro di Andrea Garbin è un approccio, è il suo personalissimo approccio alla poesia, un avvicinamento che vale come un contatto o forse che vale più di un manuale per chi ha occhi per intenderlo. E giusto gli occhi serviranno, perché la musa pare "sentirsi" con la vista, più che con ogni altro senso, il suo senso e quale l'augurio iniziale, iniziatico, se non di perderla la vista?

Spezzàte quésto sguàrdo infàusto ed agghiacciànte.

Per ritrovarla, certo, ma non quella di prima, non più.

Càla la nòtte attórno a me,
ma non mi scòsto dal vècchio àlbero,
méntre la gènte, in paése, si apprèsta a dormìre,
veglierò silenzióso ascoltàndo la natùra,
parlerò con éssa, prìma che vènga il giórno,
diverrò pàrte di quésta nòtte silenziósa.


O sarà il mondo a essere cambiato nel frattempo? La realtà circostante a mutare, che dopo un necessario black-out non avrà più "un" senso, ma "il" senso, della musa e sarà a suo modo

Confòrto

Dólce il mìo sguàrdo si sofférma nel nùlla
Osservando l’ànime che mai più arderànno
In quésta atmosfèra óve il tèmpo trastùlla
E la mòrte del giórno consùma i mièi sógni
Del mìo còre li sènsi ritròvo in affànno.


Ed è così che Prima del sonno si conclude la prima parte di questa raccolta, L’inconsapevolezza di una genesi poetica, consapevolmente:

i mièi òcchi a scrutàre cos’è la realtà
[…] la piòggia che bàgna ògni essènza
prìma del sónno che tùtto scompàre
soaveménte…
soàve dólce attràzione del nùlla.


per riaprirsi su Sensi e dissensi:

conósco le paròle, ma non lèggo
poiché l’òcchio mi tradìsce il cuòre


Il poeta sa, ma non sa, dubita, sa di non sapere e che comunque ogni sapere non è che parziale, temporaneo, al poeta non resta che guardare senza conoscere, senza farsi un’opinione, un giudizio definitivo, che sarà inevitabilmente - e sempre - tradito.

Se nel tùo sguàrdo c’è bellézza
Cóme farò a distòglierlo non so,
e mi pentìrei d’avérlo fàtto.


Al poeta compete guardare la bellezza, il poeta necessita di questo contatto perenne con la bellezza per cui andrà cercandola in ogni possibile dove, se non avrà la fortuna di trovarsela davanti gli occhi, perché la bellezza sveglierà i mièi sènsi estìnti e così facendo salverà il mondo dal sonno eterno che è la morte.

e gli òcchi tuòi cóme li astri
nòtti lontàne saprànno schiarìre,
poiché adèsso è catàrsi.

e védo […]
ùna sensazióne che mi abbrànca il cuòre
e si sciòglie nélla ménte cóme liquìdo impùro,
nélla mìa ménte che crédevo defùnta,
si sta risvegliàndo ùna troneggiànte tenerèzza
.

Vista che non è soltanto “vista”, naturalmente, ma un vedere più complesso, più completo, che comprenda quindi tutti i sensi, questo il “senso” di Sensi e dissensi:

Ho in tàsca un fòglio di càrta,
spésso vi infìlo la màno
per sentìre il fragóre di quélle paròle
[…] nel tastàrlo

e che l’olfàtto, òcchio di ùna mìa imminènte azìone,
gùsti l’illusióne, splèndido miràggio d’un amór capàrbio.


per ritornare alla vista che è sempre e comunque vista, a chiudersi con la poesia L’òcchio.

Il senso della musa parte terza di questa silloge e ultima è dunque la vista? E la musa è dunque “una” musa? Ma nient’affatto, la musa, la sua musa, del poeta Andrea Garbin: La mìa musa, sono nove: Calliope, Polimnia, Clio, Urania, Melpomene, Tersicore, Talia, Euterpe e Erato.

Òggi, ho conosciùto le mìe àrti
Mi sóno fàtto Apòllo sul Parnàso
Ho prèso il sùo sguàrdo, l’ho guidàto
Azzùrro il cièlo, e le ho dètto:
‘sèi la mìa mùsa, tu sèi il mìo fióre.


Ciò detto, però, nulla è ancora definito né definitivo, in fondo: Còs’è il bèllo?
Già, cos’è il bello? Ma ce lo di ce il poeta, chiaro, no?

E quàndo vìdi il màre aprìrsi, mìte,
ai sàturi tuòi òcchi,
capii quàle bellézza
inseguìre, trovàre, conquistàre
capii dóve sbagliàva la nazióne
capii dóve sbagliavàno i mièi òcchi
nel cercàre bellézza
dóve bellézza non si può trovàre,
dóve bellézza muòre.


E allora non resterà che andarla a leggere, Andrea Garbin l’ha scritta, non resterà che guardarla, contemplarla, studiarla, memorizzarla, questa rara e lieve, soave poesia, per non distoglierla più da noi.

Fabio Barcellandi

Il senso della musa
raccolta di poesie di Andrea Garbin

Aletti Editore 2007, pagg. 80, si può ordinare in qualunque libreria o richiedere direttamente dall'editore scrivendo a: mailto:info@alettieditore.it a € 13,00
Lo Space di Andrea Garbin è: http://www.myspace.com/andreagarbin

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Andrea Garbin sarà presente da Pellicanolibri lunedì 2 febbraio 2009 ore 21.00

Ingresso Libero

Libreria Pellicanolibri, CASALOTTI
Via gattico, 3
ROMA,
Italia

Poeti dallo Spazio: Fabio Barcellandi sceglie Franco Tutino




Verso non me. Verso qualcun altro? Verso qualcos'altro? Non verso di me? Verso che non sono io? Verso non mio?

Domande senza risposte? Ci prova Franco Tutino al suo esordio editoriale, a fare luce e portare la sua Luce all'intero.

Un viaggio che allontani, che riporti,
un viaggio verso nostri porti:
che possa illuminare l'esistenza,
e i troppi giorni senza.


Più che una risposta che pure ci sarà per chi saprà leggerla, Franco Tutino propone un metodo per fare Luce all'intero, all'intero dell'emozione che trapela da parole dal sapore antico e che vibrano all'intero sempre di un'emozione. Un metodo che prevede un allontanamento, un prendere le distanze che permetta di poter guardare all'accecante vastità, ampiezza, immensità dell'intero, vedendolo infine, o meglio, permettendogli di illuminarci, di illuminare la nostra esistenza, il suo senso soprattutto, per i troppi giorni senza.

L'intero è una serie di cose, che scopriamo lentamente, parola dopo parola e tutto diventa un viaggio che subito si trasfigura nelle parole del poeta,

Ritorna primavera,
torna ai fiori,
ed io dalla mia sera
torno fuori.


che già è un'andata e un ritorno e il suo contrario, un tornare fuori.

Dovrei mettere a posto questa vita
Fermandomi, smontando, costruendo;
ma lo farò quando sarà finita,
intanto io continuo correndo.


eppure

Sento guarire più di poesia
che non di prescrizioni regolari
ricette per non vivere con sé.


Si sa, il poeta è un "fingitore", lo dice bene Fernando Pessoa, ma non è un fingere che attiene alla menzogna, quanto piuttosto alla fiction, che nulla ha a che vedere con la "realtà" televisiva, alla rappresentazione dei sentimenti, di tutti i sentimenti umani, compresi quelli in apparente aperto contrasto fra di loro.

Ho voglia d'incontrare tenerezza
e farmi raccontare allontanando.


Meravigliosi amori, amori tanti,
per esser nuovi, uscire dalle mura.


e quindi

Tu sei la profondissima emozione
Che dà luce all'intero, lo compone.


Leggo, volgendo a me, poesie d'amore
e torno indietro, a storia già vissuta.
Fu muta, senza versi - non poteva -
troppo dolore mi aveva stretto, chiuso.


Ora saprei trovare altre parole,
ma solo vuoto avrei se andassi tu.


Andare, venire, ritornare, fermarsi, partire, restare, nell'apparente incongruità degli atteggiamenti, del senso, ecco che un senso comincia a farsi strada, la vista. Franco Tutino utilizza le sue parole, i suoi versi brevi come flash da puntare sull'intero per coglierlo, sfaccettatura per sfaccettatura, tessera per tessera e come un puzzle ricomporlo.

Carezze di parole.
Bastano, sole,
a farti leggere me.
Ed io a scoprirti.


Troppe vite sono giunte alla mia porta
Perché io possa sceglierne una sola.
Ed il cuore a ognuna vola.


Confusione? Incertezza? Dubbio? Per niente, c'è finalmente comprensione, ma soprattutto accettazione, l'intero, l'integro, immenso uomo si scopre umano, profondamente e l'apparente debolezza della nuova condizione non è che la sua maggior forza - e quanto maggior forza e grandezza e, quasi, "divinità" nell'essere umano!

Lo specchio mi rimanda l'apparenza,
appartenenza ai miei vissuti anni.
Tratti cambiati, stesso sguardo intenso,
pronto al sorriso, a contrastare chi
mi assale in sé convinto.


Non sono vinto, non sento di temere
sembianze in cambiamento,
né vane posizioni mie esteriori
che posso non più avere.


Veri dolori ho avuto, altri vivrei
per miei o altrui abbandoni: e
desideri assenti, e passi rifugiati
verso non me.


Così si chiude la prima parte di questa affascinante e raffinata raccolta: Apro confine, che più che altro è un "varco confine", a cui seguono Poesie con mia madre e la tanto attesa Luce all'intero, sezioni che danno la misura della nuova ritrovata dimensione umana e in cui il verso pure vola:

Poesie con mia madre:

A chi racconterò dentro di me
trovando le risposte e la tua voce
quando nei miei pensieri solamente
potrai tornare, essere a me voce?


Non posso viver solo di ricordi,
voglio la vita che non so scordare.


Luce all'intero:

Dovrò tornare indietro, verso il meno
di questo mondo che mi chiede tutto:
così che io di me conosca almeno
quello che sento, fiore del mio frutto.


Ed io nulla saprei, né fare nulla,
se povero restassi di chi amo.


Fabio Barcellandi

Luce all'intero

raccolta di poesie di Franco Tutino

Manni Editori 2008, pagg. 96, si può ordinare in qualunque libreria o richiedere direttamente dall'editore scrivendo a: mailto:commerciale@mannieditori.it a € 12,00
Lo Space di Franco Tutino è: http://www.myspace.com/francotutino

*
Franco Tutino sarà presente da Pellicanolibri lunedì 30 marzo 2009 ore 21.00

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BEPPE COSTA Consiglia Video di Alessandra Celletti

Per chi ieri sera non avesse potuto per vari motivi, freddo, febbre, distanze e quant'altro, una piccola casa voglio farvela per qualche minuto: la magia del suo suono.
Ieri sera da Pellicanolibri "Lei" mi ha fatto un gran regalo: oltre alla 'magia' che scatena nello starle vicino, nell'ascoltarla, nel guardare occhi intensi che trasformano l'ambiente, ha suonato (imprevisto) con Nicola Alesini (non lo incontravo da circa 20 anni!) il miglior sax europeo? per me sì. Due genialità che hanno dato vita ad uno spettacolo intenso, romantico e divertente. Insieme suonavano per la prima volta e, come solo i grandi musicisti e compositori sanno fare, sembrava avessero a lungo provato.
La voce e la presenza dell'attrice Orsetta Foà ha amalgamato l'insieme concluso con un video originale e ironico del Premio "Pigola", fantastica e surreale invenzione della stessa Celletti. La sede? casa sua. Prossimo premiato? spero io.
http://www.myspace.com/nicolaalesini

beppe costa


Riporto quanto scritto da Alessandra nel messaggio in bacheca di Myspace:

"Mi è appena giunta notizia che domenica a mezzanotte hanno trasmesso Shooting Stars, il video che Isobel ha realizzato sulla mia canzone... Tutte e due siamo molto felici, anche perchè non è facile che su una Tv piuttosto importante come All Music trasmettano dei video non sostenuti da un major ... Comunque pensavo... Forse se un pò di persone lo richiedessero ad All Music potrebbe accadere che Shooting Stars verrà messo in rotazione regolarmente. ...Sarebbe bello!!! Non so se funziona così, ma mi piacerebbe provare...magari qualcuno di voi potrebbe aiutarmi. Io non so neanche come fare a contattare All Music".
....

Un bacio!
Alessandra

e... anche questo, oltre a Nicola Alesini, suona Marcello Piccinini

Poeti dallo Spazio: Fabio Barcellandi sceglie Dana Drunk



Cercando Luccicanza, la poetessa, o meglio, il poeta Dana Drunk la trovò!

Perché come ben si sa, chi cerca… è inevitabile, ma ciò che veramente conta è sapere se ciò che ha trovato è ciò che cercava e, al limite del paradosso, se si è resa conto di averlo trovato, che non è affatto scontato. Si legge nell’introduzione scritta di suo pugno: Ben presto ho iniziato a scrivere poesie, racconti e canzoni per puro spirito di sopravvivenza, per affermare me stessa a discapito di chi mi voleva zitta e buona. E questa cosa mi ha salvata, altrimenti la rabbia e la delusione che provavo nei confronti della società in cui vivevo mi avrebbero arsa. Apparentemente pare proprio che Dana Drunk abbia trovato quello che cercava, la scrittura, e così si sia addirittura salvata evitando la combustione, l’esaurimento, la fine, il buio. Ma non è così, tutt’altro e per fortuna oserei dire. Una ricerca come quella iniziata per la propria sopravvivenza non poteva che condurla all’interno di se stessa e non al suo esterno. In fuga, la scrittura, quindi, non come fonte esterna di salvezza, ma come veicolo per entrare in contatto con se stessi, per scendere nelle più intime profondità del sé alla ricerca della propria luce sepolta e farla infine splendere, luccicare, incendiare di tutta la propria passione, di tutta la propria energia, del proprio fuoco, un fuoco inestinguibile e salvifico. Un tempo la vostra ignoranza mi feriva e dentro i miei occhi la luce girava in fuoco e dopo poco le mani nervose muovevo e mordevo coi denti le labbra. Un tempo io ero la vittima della vostra barbarie. Araba fenice, dalle proprie ceneri, proprio bruciando si è salvata grazie alla sua poesia, toccando con mano l’intensità del suo fuoco umano e artistico. Fuoco che nella trasformazione, nel cambiamento, è anche mimesi, metamorfosi: Onde di fumo fluttuanti scorrono tra i miei capelli bruciano nei miei occhi. Il grigiore ondeggiante mi avvolge in un gioco di forme e sapori. Non sono con voi non sono tra voi. Cercherete invano se cercate. Ma una vera salvezza per essere tale deve essere bidirezionale, nel darcela dobbiamo restituirgliela. Non lasciamo quindi che quell’intenso e benefico fuoco rimanga chiuso in un libro, apriamolo, leggiamolo, liberiamolo, È freddo / ed il mio respiro / sembra fumo. pronto a incendiarsi, non permettiamo che prevalga il freddo, la glaciazione dell’anima, È freddo / ed il mio respiro / resta fumo. gettiamo sale sul ghiaccio, Sale sul viso È la perdita dei sensi che mi affligge sento la morte che entra dentro e piango piango finché non sento il sale bruciare sul mio viso all’improvviso rinascerò. Tu mi scivoli via come una lacrima. Spunti lentamente dagli occhi accendi un fuoco e poi scivoli scivoli via come una lacrima. Taglierò le corde del legame lascerò l’alcool bagnare il mio dolore La fiamma che mi brucia Il petto scoppia Muoio. Sento il sangue caldo scendere lentamente lungo il petto. Sulla pelle Si secca. Scoppio. Sento il cuore gonfio lacerarmi lentamente dentro il petto. La mia carne si sfalda. Chiedo venia chiedo pietà! è questo il caos? È questa la vita? Mi penetra si espande tutto si riaccende tutto si ravviva. È questa?...Ne voglio ancora. E a maggior ragione in poesia, regno incontrastato e indiscusso dell’ossimoro, una vera salvezza non può prescindere da un abbandono. L’abbandonarsi a se stessi, in solitudine, come naufragare in un mare che non consente tregue e, attraverso il cadere in profondità che non permettono appiglio, rinascere. La pelle bruciata, arsa, ustionata da sale, una pelle che cambia per ritrovare in una nuova forma la sua bellezza, perché sotto quella pelle arsa c’è la voglia di nascere ancora come una donna nuova. L’abbandono come inevitabile risalita verso un’intimità più profonda con se stessa e che non può sfuggire tu mi scivoli via / come una lacrima, intimità che corre verso la consapevolezza È questa la vita?/Mi penetra / si espande / tutto si riaccende / tutto si ravviva. / È questa?... Ne voglio ancora. È questa, sì, la vita, e noi? Ne vogliamo ancora? Altra? Perché nelle parole di Dana Drunk, Cercando Luccicanza c’è molto di più di questo, da leggere, con cui riscaldarsi, con cui rigenerarsi, con cui riconciliarsi.

Fabio Barcellandi

Cercando Luccicanza raccolta di poesie di Dana Drunk

Akkuaria 2007, pagg. 69, si può ordinare in qualunque libreria o richiedere direttamente dall'editore scrivendo a: mailto:info@akkuaria.org a € 12,00

Lo Space di Dana Drunk è: http://www.myspace.com/danadrunk * Dana Drunk sarà presente da Pellicanolibri lunedì 16 febbraio 2009 ore 21.00 Ingresso Libero Libreria Pellicanolibri, CASALOTTI Via gattico, 3 ROMA, Italia

Beppe Costa Incontri: Arnoldo Foà


Arnoldo FOA’ festeggia il grande successo del suo nuovo libro JOANNA. LUZMARINA, Corbo Editore, pp. 224, € 15,00, il 15 dicembre presso la Pellicanolibri a Roma.

Sarà presente l'Autore

Ingresso Libero

Lunedì 15 dicembre ore 21.00


Storie di donne lontane

Joanna, delicata e sensuale ragazza di Mahè, travolge con disarmante naturalità la solitudine di un consapevole uomo anziano, nel complice paradiso delle isole Seychelles, fino alle conseguenze più imprevedibili.
Luzmarina, solare e giovanissima colombiana, cambia per sempre il corso della sua vita dopo un drammatico incontro con quattro uomini diretti al lago Sashatoga.
Due donne, due vite, un unico intreccio. Un romanzo che in realtà sono due. O due romanzi che alla fine diventano un “unico”.
Una formula letteraria avvincente per una estrema e spettacolare dichiarazione d’amore di Arnoldo Foà per le donne e l’universo femminile.
www.corboeditore.it

  L'Autore

Attore, regista e scrittore, nato a Ferrara, è uno dei più noti artisti italiani. Prestigiosa la sua attività teatrale, con grandi registi (Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi), e con regie sue; ha scritto e rappresentato anche commedie e drammi suoi. Sono celebri le sue dizioni di poesia, registrate anche su cd. Ha interpretato più di 100 film, e ha lavorato, tra gli altri, con P. Germi, A. Blasetti, Orson Welles, J. Losey, E. Scola. Ha preso parte ad alcune delle più importanti e famose produzioni della Televisione Italiana. E’ inoltre pittore, scultore e giornalista, ha collaborato a giornali e riviste e ha pubblicato due romanzi, “La costituzione di Prinz” e “Le pompe di Satana”, la raccolta di poesie “La formica”, (editi da Pellicanolibri) e “Recitare. I mie primi 60 anni di teatro”. (Edizioni Gremese).
http://arnoldofoa.italymedia.it

Beppe Costa sceglie FERNANDO ARRABAL

Fernando Arrabal ritorna trent'anni dopo la prima edizione di "Panico" da Pellicanolibri.
Nel 1978, con la mia appena neonata casa editrice, pubblicai il volume di Arrabal, Jodorowsky e Topor “Panico” (in Francia era uscito nel ’77, che tempismo per un editore italiano!) manifesto di un movimento surreale fondato da Arrabal.

Regista, autore di testi teatrali, giocatore di scacchi (e molto altro ancora) erede naturale di Jonesco, aggregò filosofi, pittori, scultori, e musicisti. Jodorowsky è diventato molto noto in Italia per aver girato film con Battiato e pubblicato diversi libri. Ho avuto con lui uno straordinario incontro a Taormina, membro della giuria dell’omonimo festival.
Di Arrabal pubblicai altri due libri, un testo teatrale e un libretto di previsione politica rivolto ai militanti comunisti spagnoli. In quel periodo molti gruppi teatrali a Milano e Roma mettevano in scena “Il cimitero delle automobili (edito da Milano Libri) e il Gran Cerimoniale. Due piccoli capolavori che venivano replicati per mesi (i teatri erano molto piccoli). E noi, io Fernand e Alexandro molto giovani e folli.




Infatti la collana dove ebbero collocazione si chiamava “La nave dei folli”.
Se allora la fortuna non ci arrise a Fernand e alla mia editrice, alle prime pubblicazioni, oggi vorremmo avere la speranza che, trent’anni dopo (come è accaduto per altri eventi culturali) il nostro paese si accorga di un autore così geniale. Un ribelle appassionato e giocoso, dissacrante, con una visione della politica, la sua opera ‘vede’ la sindrome del nostro secolo fatto di reticolati e di gulag: un modo per stare costantemente in guardia. Verso la fine di “Lettera ai militanti comunisti spagnoli” Arrabal scrive: “…la grande sghignazzata universale che mostri, una buona volta, che il comunismo, come il re è nudo, … è che mi perdonino le vittime” era il ’78 e il muro non era caduto ancora e Ceauşescu stava ancora al potere. Era ed è più informato dei politic, dei giornalisti e degli ‘storici’
La sua opera ha ottenuto il plauso internazionale (il Gran Premio di Teatro dell’Accademia Francese, il Nabokov di narrativa, l’Espasa di saggistica, il World's Theater, solo per citarne alcuni). Il Collegio di Patafisica lo ha insignito del titolo di «Trascendente Satrapo » (che per questo collegio equivale al Nobel). È stato ultimo finalista del Premio Cervantes 2001, grazie al sostegno di Camilo José Cela. Le Mage assicura che è stato finalista del Nobel 2005, premio che hanno sollecitato per l’autore varie istituzioni e personalità, come ad esempio il Professor Francisco Torres Monreal, dell’Università di Murcia. Il 14 luglio 2005 gli è stata conferita la Legion d’Onore.

Beppe Costa

Fernando Arrabal, La scampagnata, cura e traduzione di Carlo Mirabelli. Copertina di Fabio Mariani, progetto grafico di Claudia Damiani. Pellicanolibri, pp. 64, € 9.00.

Per acquisti email: pellicanolibri@libero.it
per info 0661563181


Francesca Grasso sceglie Fabio Barcellandi: Nero, l'inchiostro

Nero, l'inchiostro
che tu chiami parole

cicatrici d’asfalto
catrame fuso
a rimarginare
graffi di verginità

filo per sutura
nero
l’inchiostro
che tu chiami… parole

non senti
il dolore
ché ti tiene in vita
creatura

DR. FRANKENSTEIN

Così apre il libro di Fabio Barcellandi, edito da Montag, “Nero, l’inchiostro” silloge vincitrice del premio Solaris (edizione 2008). Dopo aver letto la prefazione di Beppe Costa, dal quale traggo solo una frase che lascerò a metà:
“Anzi, a volte i titoli sembrano scherzare e prendere in giro il lettore, perché quando un titolo come ……..” e qui vi abbandono con l’intento di invitarvi alla lettura , lasciandovi il piacere di scoprire un libro di poesie che rappresentano un percorso che “stupisce e colpisce” come cita il prefatore. Questa che segue la mia lettera a Fabio Barcellandi:


Sorprendente Fabio, ho comprato la silloge “Nero, l’inchiostro” da Beppe Costa e mentre lo aspettavo a casa di un amico comune, ho letto le tue poesie. Il verde delle pareti mi circondava felice mischiandosi al rosso, colori che amo particolarmente e che in me sono un inno alla vita. Ed è stato come un attento svegliarsi allo spettacolo delle cose, sino ad arrivare allo loro scoperta poetica. Il dubbio conquista pian piano la coscienza per tuffarsi nella conclusione che forse queste poesie che gridano solitudine, in realtà cercano consolazione e la morte, tanto cantata, ne è esorcizzata attraverso il dialogo costante e perenne quasi infinito come fosse una preghiera della salvezza da percorrere un passo dietro l’altro.
Nello spazio intermedio che separa l'inizio dalla fine, metti in gioco tutte le possibili forme della tua propria libertà, cioè scegli e nel pessimismo di una fine che è fine, c’è la consapevolezza di dover fare la scelta migliore: il sacrificio di te diventa un vanto personale, un motivo d'orgoglio, un'occasione di rivalsa ideologica, come fosse un arma per condannare. E più gli altri si sentono condannati e meno capiscono il valore di quel sacrificio.
Per capire sino in fondo, le tue poesie andrebbero lette una dietro l’altra, d’un soffio, d’un fiato, come i tanti vagoni di un treno da attraversare e che rivelano lentamente il contenuto.
Sei moderno anche nel senso del paradosso, (i paradossi come bellezza della vita, mio personale intendere le cose) perché intorno alla morte dello spirito i pensieri elaborano riflessioni infinite non traducibili in nessuna esperienza concreta. Quindi nelle tue parole nascono il dolore, il ricordo, la sorpresa della stasi, che istintivamente sono espressioni di non morte.


Ho il piacere di far notare che, chi desidera, può avere un contatto diretto con il poeta, (tra l’altro persona cordiale ed estremamente squisita), tramite myspace
http://www.myspace.com/fabiobarcellandi
A chi scrivesse, non mancherà certo di rispondere, come è accaduto a me.

Francesca Grasso

Nero, l’inchiostro
raccolta di poesie di Fabio Barcellandi
Montag 2008, pagg. 96, si può acquistare su internet:http://www.edizionimontag.com/shop/scheda.asp?id=153 a € 10,00

Fra l'altro, fino all'otto dicembre l'editore pratica uno sconto promozionale del 25% su tutti i titoli, anche solo per l'acquisto di un singolo libro:

http://www.edizionimontag.com/shop/



Beppe Costa Incontri Alessandra Celletti

Assolutamente da non perdere: il prossimo incontro in libreria
con ALESSANDRA CELLETTI


Il primo dicembre avremo il piacere di ospitare Alessandra Celletti, pianista e compositrice di taglio internazionale che, da noi, in via Gattico 3, presenterà il suo libro Paraphernalia. Libro fotografico che nel suo disordine caotico conserva il piglio dell’artista che lo ha concepito, Massimo Marchini, amico musicista e critico attento. In questa raccolta, sono affrontate tematiche di impegno civile, l'amore più che unico per gli animali e un escursus fotografico delle diverse fasi della carriera di quest’artista e dal quale si percepisce un ritratto di una compositrice che non ama essere imbrigliata in nessuna categoria precisa, atteggiamento libertario che la rende unica nella suo essere e che permette ad Alessandra l’estro della ribellione romantica attraverso la sua musica.
Orsetta Foà leggerà brani tratti dal libro mentre sullo sfondo verranno proiettate le immaggini del video surreale del “premio pigola”



A Via dei Volsci

Beppe Costa sceglie Francesca Grasso su Giovanni Renzo



Il 10 novembre, presso la libreria di via Gattico, a Casalotti (Roma), si è svolto un’incontro particolarmente interessante dal punto di vista letterario e musicale. Ma devo precisare che questa serata nasce dalla collaborazione tra il compositore Giovanni Renzo, pianista dalla formazione jazzistica, e il poeta Beppe Costa, dopo una serie di eventi tra i quali non va assolutamente dimenticato quello del 31 agosto di quest’anno presso il Planetario di Roma che, con la presentazione di Atlas Coelestis, ne ha decretato il successo.
Le due sale erano piene di gente, quando con una voce emozionata, agile e a tratti frizzante Beppe Costa ha presentato Giovanni Renzo e la sua musica, e simpaticamente, attraendo l’attenzione del pubblico presente, ha invitato Orsetta Foà a leggere la poesia “Guardami nella notte” sulle note che si liberavano dalle dita agili del pianista. Questa è l’emozione, perché è stata un’emozione ascoltare poi, “Cenere”, brano per pianoforte contenuto nel cd "Infanzia", mentre Orsetta liberava una voce calda ed avvolgente.

Il quadro era perfetto, la scena: quella di un film di classe, Orsetta sottile, alta, in nero, tra le luci e le ombre, in un gioco di note e parole, poesia e magia di un pubblico incantato, attento e sedotto dalla musica di Giovanni che riesce a sfiorare emozioni nascoste, segrete, profonde. Mi sono appoggiata ad uno scaffale e non mi sembrava vero, riflettevo sul fatto che la musica è un collante umano, questa sera mi appare come quando, ai tempi del grande teatro, Gassman leggeva poesie, illuminato da un cono di luce, davanti ad un leggio, come se fosse circondato dal solo vuoto che vuoto non era. Nella folla guardavo due, non più tanto giovani, che delicatamente intrecciavano le mani e le dita, una per una, e le note aiutavano a liberare l’affetto che esse contenevano. Magia della musica e della poesia. Questo accade quando si miscelano per bene e sapientemente.

A questo punto, Beppe Costa che è uomo avvezzo a comunicare, con voce roca ed esperienza collaudata, commossa, ha invitato l’astrofisico Gianluca Masi ad introdurre "Atlas Coelestis", che è stato eseguito meravigliosamente mentre sullo sfondo venivano proiettate le immagini del cd. In Pulsar, Giovanni Renzo ci ha regalato la sua bravura e fantasia improvvisando liberamente ed è qui che mi sono accorta che applaudivo soddisfatta.

Fra i presenti anche Antonella d’Onofrio con le labbra leggermente dischiuse, attenta, di una bellezza eterea che, con un respiro sottile, seguiva le dita del pianista e Augusto Giordano che ha richiesto di riascoltare “Anche ora che la luna” per una seconda volta.
La serata si è conclusa con un omaggio di Giovanni Renzo, che ha voluto proiettare un breve filmato del cinema muto, Oliver Hardy e Stan Laurent. Va ricordato che Giovanni Renzo è anche un compositore di musiche per film, teatro e film muti. La platea che sino ad allora era stata silenziosa, si è lasciata andare al sorriso. Eravamo tutti presi dalle immagini, che venivano esaltate dagli accordi di Giovanni, amplificando le sensazioni del riso.

L’atmosfera era perfetta.
Tra gli ospiti, ho notato Alessandra Celletti, anch’ella grande pianista che sarà ospite il primo dicembre, presso la libreria. Gli elementi decisivi sono stati la stretta collaborazione e l’intesa, che hanno poi reso la serata ricca di elementi e durante la quale nulla ha distolto l’attenzione dalla musica.

Gli applausi sono stati assolutamente meritati.







Francesca Grasso
http://www.myspace.com/giovannirenzo

I dischi di Giovanni Renzo si possono acquistare scrivendo anche a Pellicanolibri, Via Gattico, 3 Roma. Per info 0661563181


Beppe Costa Incontri: Nino Marazzita

Lunedì 17 Dicembre alle 21, presso la libreria PellicanoLibri,

Antonella D'Onofrio presenta

l'Avvocato Nino Marazzita, con il libro: L'AVVOCATO DEI DIAVOLI

con la presenza di Dario Pierini al piano

[ link esterno: http://www.congregar.com/vote/agpjb25ncmVnYXIwcgwLEgVQb2xscxj7Vww/ ]

Beppe Costa Prima serata: GIOVANNI RENZO

Assolutamente da NON PERDERE l'eccezionale evento :

Lunedì 10 Novembre alle ore 21,



primo degli appuntamenti presso la sede di Pellicanolibri (via Gattico, 3)- Roma
La musica di Giovanni Renzo inaugura con uno straordinario volume che contiene un DVD che è un viaggio nell'universo ma anche nell'amore.



BEPPE COSTA SCEGLIE PREMIO CIAC 2008 di Paolo F. Antinori

Alcuni degli ospiti premiati, si riconoscono Marina Pennafina (attrice), Marco Ciotti (attore), Beppe Costa, Nino Marazzita, Luca Agoletto. Nelle altre foto momenti della premiazione: Antonella D'Onofrio con Luca Agoletto e Il Presidente del Ciac, Chiovaro, premia Beppe Costa

Serata splendida e “costellata” di arte, sport, comunicazione e cultura quella svoltasi
recentemente, alla fine dello scorso mese di Settembre, per la ventesima edizione della Cerimonia di Premiazione relativa alla Rassegna “Arte d’Autunno”, tenuta nella magnifica e solenne ambientazione della Sala Paolina di Castel Sant’Angelo, un luogo suggestivo e carico di Storia, già sede di importanti funzioni e residenze del Papato e del Vaticano, durante vari secoli nel corso del Medioevo e del Rinascimento.
La rassegna annuale è tradizionalmente curata fin dalla sua fondazione dal CIAC – Centro Internazionale Artisti Contemporanei – con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali . Un folto ed elegante pubblico di appassionati dei vari settori ha riempito e vivacemente animato per oltre due ore la Sala Paolina, dove pittori, poeti, scrittori, giornalisti e personalità dello Spettacolo e della Comunicazione, oltre ad autorevoli esponenti del mondo politico, hanno seguito con interesse lo svolgersi dell’intero arco della premiazione, gestita a più mani con disinvoltura e autorevolezza da vari personaggi dell’organizzazione del CIAC, che con disinvoltura ed autorevolezza hanno collaborato tra loro alternandosi alla conduzione della serata. Da rilevare in special modo la fattiva e dinamica collaborazione alla preparazione ed all’organizzazione della serata ed alla riuscita della manifestazione della giornalista Antonella D’Onofrio, ben nota per la sua professionalità e già presente nella conduzione di vari programmi televisivi della RAI e di altre emittenti private.
In effetti la D’Onofrio ha degnamente contribuito con una valida opera di “public-relation woman” a mettere insieme diverse personalità di spicco nei vari settori, con particolare capacità nel mondo della comunicazione e della cultura, in cui salutiamo tra l’altro con piacere il ritorno alla ribalta delle manifestazioni culturali di Beppe Costa, scrittore, poeta ed editore, poliedrico, estroso ed anch’esso personaggio ben noto da tempo, che abbiamo conosciuto già molti anni fa come amico, sodale ed autorevole interlocutore di personaggi di primo piano della letteratura italiana, tra cui innanzitutto Alberto Moravia, Dacia Maraini, Alberto Bevilacqua, Luce D’Eramo, Fernanda Pivano, Dario Bellezza, Goliarda Sapienza e molti altri. Era presente anche il giornalista Augusto Giordano, di Rai 2, una firma del giornalismo radiotelevisivo, da sempre molto attento ai temi della cultura.
Grande anche la presenza, tra tanti artisti e sportivi e letterati, della star del foro Nino Marazzita, notissimo avvocato e consulente giuridico di rilievo nazionale. A proposito di sportivi c’è da citare il campione olimpico Luca Agoletto, recente medaglia d’oro nella specialità del canottaggio alle Paraolimpiadi di Pechino 2008.
Tra gli artisti premiati nel settore della musica spicca anche il nome di Gerardo Di Lella, pianista e direttore d’orchestra già validamente affermato in campo nazionale ed internazionale e da molti anni presente in manifestazioni musicali di grande prestigio anche in ambito televisivo e radiofonico.

Paolo F. Antinori


Si ringrazia il fotografo Stefano Mileto per il contributo e il sostegno che offre in ogni occasione alle iniziatice del CIAC

Beppe Costa sceglie Villa Violante Bed & Breakfast

A volte accade di fare delle scoperte ...

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... A volte non vedi neppure dove cammini. In una grande città come Roma gli stessi abitanti non sanno e non guardano neppure cosa stiano calpestando.
Naturalmente la città è esaminata attentamente da turisti provenienti da ogni parte del pianeta. Oggi e nei secoli scorsi. Ed è (ma questo vale per tutta l'Italia) unica conservando tracce di tutti i secoli del passato: dall'antichità ad oggi.
Così accade per le zone intorno. Alcune notissime altre nascoste.
Curiosando con mio figlio, alla ricerca di un amico, conosciuto da qualche tempo, attraverso viottoli e sentieri con al fianco una folta vegetazione dove si intravedono ville e villette, arriviamo a Villa Violante.

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Apparentemente una villa come tante altre. Ma appena entrati d'un tratto mi pare di cambiare secolo (non di trasecolare, ma quasi) osservando alla pareti quadri raffiguranti uomini e donne che, come si usava un tempo, non essendoci ancora la fotografia, per tenere il ricordo degli antenati.
Passiamo da una sala all'altra e subito il contrasto: un computer e negli scaffali (di legno vero e non da Ikea) zeppi di tanti di quei libri da fare invidia a una biblioteca di media entità.
Avevo già visto tanti libri tutt'insieme ed ordinati, ma si trattava di case di professori noti e di grandi studiosi, cito fra tanti, Carlo Muscetta e Gianni Scalia.
Ma Filippo Violante non è un professore universitario. Ma un divoratore di libri, come si diceva un tempo, per curiosi e persone colte. Certo molto rare oggi.

La serenità del luogo mi ha indotto a chiedere (invito subito raccolto) se potessi andare a vivere da lui. In questo luogo magico a pochi minuti dalla città, immerso nel verde e con la stessa caratteristica che dicevo prima di Roma:
"Villa Violante" contiene tutti i tempi, le storie e le tracce" della nostra civiltà.

Non posso non consigliare ai miei amici e a quanti amino la quiete e la natura, una 'sede' come questa, diversa da altri B&B sparsi dappertutto e che, troppo spesso si limitano a fornire all'ospite, la tivvù, il frigo e poco altro. Se avete sognato una casa originale e volete dimenticare il 'frastuono' del vivere moderno. Ecco Villa Violante lo è!



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Via Vincenzo Cuoco 12, Castel di Guido
(al 15° Km della Via Aurelia)
00166 Roma
info@bbcasteldiguido.it
tel +39 06 6689018 - cell +39 333 1070233

Beppe Costa Incontri: Giovanni Renzo. di Francesca Grasso


Finché l'umanità continuerà a brancolare nella sua nebbia millenaria di superstizioni e di venerande sentenze, finché sarà troppo ignorante per sviluppare le sue proprie energie, non sarà nemmeno capace di sviluppare le energie della natura che le vengono svelate

dal dramma di Bertol Brecht, Vita di Galileo

Era una notte limpida, la volta celeste stendeva un manto di punti luminosi, stelle come strass posti a caso su una seta blu. Galileo, curioso si concentrò su quei strali scorrendo il cielo come fossero pagine misteriose, commosso da quella vertigine decise di usare il suo “perspicillum”al quale lavorava già da un anno e che aveva perfezionato con lenti ottiche. Il telescopio, tra le sue mani e davanti ai suoi occhi iniziò a vagare intorno alla Luna, scoprendo la sua natura tortuosa e sei mesi dopo, il 7gennaio 1610, osservò delle “piccole stelle”vicino Giove.

“sono 4 satelliti” sussurrò stupito. “ruotano intorno a Giove” si disse ancora più sbalordito.

Europa, Io, Ganimede e Callisto, continuarono a ruotare intorno a Giove, ignari che per la prima volta nella storia dell’umanità, due occhi piccoli e stretti li osservavano da lontano, ignari che ciò avrebbe cambiato il corso delle teorie accreditate e che il Dio di Dante avrebbe avuto uno scossone. Ma lo scossone lo ebbe Galileo con la scomunica e questa è un’altra storia.

400 anni dopo, un uomo, in una notte di stelle osserva il cielo dalla finestra del suo studio, ma la volta è sporcata dalle luci elettriche della città. Decide di suonare, le note non escono come le vorrebbe sentire, ha voglia di starsene un po’ ad osservare il cielo, è tardi. La notte avanza sino a che, finalmente, le luci artificiali si spengono e lui, nel silenzio, sente, l’armonia dei suoi pensieri e la musica che ha dentro. Adesso sa, che può scrivere nuovi spartiti e decide di percorrere le strade di Galileo. Quell’uomo inizia a comporre una musica seguendo la mappa stellare, percorrendo le distanze tra le stelle e ascoltando il loro linguaggio sino al giorno in cui nasce Atlas Coelestis.

Quando Beppe Costa, mi telefonò chiedendomi di scrivere su Giovanni Renzo, io ne rimasi sorpresa, felice. Avevo ascoltato il brano Pulsar su internet e d’impatto mi era piaciuto tanto da averne voglia di ascoltarlo piuttosto spesso. Conoscevo musicalmente Giovanni, per la sua esperienza jazzistica con Fresu, Trovesi, con cui ha suonato in diverse occasioni, ma soprattutto lo conoscevo per via del bellissimo cd “Infanzia”, e per la “Distanza della Luna”, in cui da voce musicale allo omonimo racconto di Calvino. Questi cd li ho acquistati su internet (http://www.yourindiecd.net/ ), pagandoli veramente poco e in un modo facilissimo.

Ebbene, in quest’ultima composizione Giovanni Renzo ha dato voce, con melodie e armonie, a quelle stelle che sin dalla notte dei tempi ci hanno fatto sognare con la loro luminosità, a volte sfacciata e a volte velata. Così come Galileo, Giovanni partendo dalla mappa stellare di quella notte, in seguito alla quale tutti gli orizzonti conoscitivi furono ribaltati dando origine a nuove ed avanzate teorie, crea una musica nuova, potrei definirla un’esperienza che percorre non solo le mappe stellari ma anche le mappe segrete del nostro cuore regalando emozioni. Nella musica ricerca e crea la voce di Giove, che dalla notte dei tempi incanta gli esseri umani con leggende antiche, il compositore lascia libere le note di vagare da un suono ad un altro come quando osserviamo una stella e poi ne scegliamo un'altra. Scopre che le voci stellari possono essere paragonate a bemolli che si arrampicano sulla scala del mi bemolle maggiore, creando una suggestione che impregna l’animo di sapori forti. Un dvd e un libro che non potevano mancare nella mia libreria tra i libri e la musica che preferisco, tra un testo di Pessoa e le poesie di Beppe Costa.

Il jazz è uno degli elementi musicali, non l’unico. C’è molto anche di minimalismo, contemporanea, musica elettronica e altro, poco intrise di consueto, ricche di originalità, musica creativa che partendo da chiari contenuti si trasforma in contesto sonoro e note luminose che accompagnano le immagini e si integrano con esse profondamente, quasi fossero nate insieme. Colpisce il destrutturalismo in “Cygnus X-1”, nome di un buco nero, che lascia impronte più o meno profonde, in cui la punteggiatura pianistica è tensione, energia nervosa che non approda in nessun punto, ma che genera un passaggio che si confonde con l’eco di se stesso.



Si muove con particolare disinvoltura armonica, in “Pulsar”,in cui il pianoforte fila affrontando una progettualità improvvisata nel ritmo, in tali realtà dello spazio dove il gioco del movimento si fa più difficile e enigmatico da cogliere.

In “Incanto” si percepisce la fluttuante dissolvenza di note consegnate a mappe stellari che generano cieli notturni tra causalità e ordine, note rallentate come fossero la proiezione di se stesse. Un Sali e scendi dove le sfumature, crescendo e diminuendo si amalgamano per definire un cammino fatto di chiari percorsi.

“Atlas Coelestis” è un percorso narrativo, ogni traccia aggiunge qualcosa in più alla successiva. Un suono che ci costringe ad osservare la volta celeste notturna, quel vortice di continuità eterna. talmente lieve, quasi estemporanea nella distribuzione delle note che paiono rimanere sospese, quasi galleggianti.

Il libro che accompagna il dvd è una piccola gemma ricco di frasi tratte dal De Rerum Nature di Tito Lucrezio Caro, frasi di Galileo, stupefacenti foto di nebulose, che suggestionano con colori, forme, fantasie stuzzicando l’immaginazione. Ci aiuta a comprendere le composizioni ed il percorso di Giovanni Renzo, che impone una vera e propria interpretazione colloquiale con gli astri, distaccata dalla tentazione del monologo. Ma la cosa veramente interessante è entrare nei pensieri segreti di quest’artista, innamorato poeta del cosmo, che si racconta e spiega la via lo ha condotto sulle strade di una partitura indimenticabile, moderna e che ci accompagna per mano attraverso il jazz minimale, permettendoci di compiere una conoscenza della mappatura del cielo in modo piacevole, semplice e innovativo.

Il libro si chiude con “Il furto del cielo”, un breve racconto di Francesca Bonici, compagna e scrittrice del compositore. Francesca ci lascia libera la fantasia di immaginare, fantasticare di poter possedere un pezzettino di cielo tutto per noi.

Non ho da dire altro, troverete tutto ben scritto nel libro che accompagna il dvd.

Buona lettura, buona visione e soprattutto buon ascolto.

Francesca Grasso

Beppe Costa sceglie Dacia Maraini

L’ultimo romanzo di Dacia Maraini Il treno dell'ultima notte nella “visione”

Ero stata diverse volte in libreria molte volte ed avevo notato la scelta particolare e la disposizione di scaffali e banchi per sar sì che il pubblico non si disorientasse e ne rimanesse attratta. Chiacchierando al telefono con un mio caro amico, Beppe Costa, sfiorammo l’argomento dell’ultimo libro di Dacia. Lei, poco tempo prima, era stata ospite presso la sua libreria e lui mi aveva spedito il filmato di quell’incontro. Vedendo il filmato mi sentii incuriosita, soprattutto una cosa mi aveva colpito: la scrittrice era emozionata, forse per motivi suoi interiori, ma emozionata, tremendamente umana, fantasticamente dolce nel trattenere minute lacrime. Una donna che vive stati d’animo così palesi, in una società che tende a coprirsi di falsità e futilità non può mentire, pensai, è vera, come la sua scrittura. Decisi di leggere “Il treno dell’ultima notte”.
Dopo appena un giorno dall’inizio del libro, scrivevo a Beppe:
“La mia lettura prosegue sempre con più interesse, ci sono frasi che hanno un sapore prezioso, che lasciano spazio alla riflessione.
E mi tornano alla mente per analogia altre parole, altri versi di un altro autore a me caro, che certo anche lui non manca di coraggio e di poesia nel parlare del dolore, Primo Levi:

« Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.»

Sì, certo, si parla di periodi storici e sofferenze che non possono scivolare inosservate, ma il tutto risulta meno grave, come posso dire, non pesante per via dei personaggi che le raccontano, quasi ti affezioni. Ecco, questo è un modo interessante per raccontare uno spaccato di storia contemporanea, perché il linguaggio è fluido, facile, per tutti, senza infarciture di date, luoghi, con descrizioni chilometriche che annoiano.
Bello, è la parola giusta per questo testo di Dacia; e poi, come non seguire passo dopo passo il percorso di Amara, ti conquista ed inizi a sperare che trovi il suo Emanuele, perché intanto ti auguri fortemente che l'amore vinca comunque su tanta devastazione. Ti riporto una frase che mi ha colpito sin da subito: “... le mie ore sono a Firenze. Dovrei tornare a prenderle, perché qui ci sono altre ore che non riconosco. Ore che non sono fatte di minuti ma di balzi e strani ritorni indietro.”
Dopo due giorni ero completamente persa tra le pagine del libro, bevevo le righe con attesa, senza quasi respirare. Scrivevo ancora a Beppe:” Sono a metà percorso, cioè a metà libro, ma non riesco a non pensare ad Amara, Emanuele e l'uomo delle gazzelle. Questo é un libro! Quando ti lega dolcemente nell'intrigo delle parole e ti porta, prendendoti per mano, verso altre pagine e poi altre ancora. Quando ho conosciuto Elisabeth, seduta a gambe incrociate sul tappeto con la gonna azzurra stropicciata, ho rallentato la lettura che avevo ingoiato con foga sino a quel punto. Elisabeth mi sembra quasi uno stacco, un momento di quiete, un percorso differente rispetto alle altre sorti meno felici. Eppure Elisabeth ha l'esperienza di Israele e del conflitto con i palestinesi. Le immagini sono dense, forti senza violenza volgare. Mi è sembrato di vederla, Elisabeth, seduta sul tappeto o mentre va in cucina per prendere del tè e dei biscotti.”
Amara ed Emanuele, bambini, s’incontrano su un albero di ciliegio. L’albero che si spoglia delle sue foglie per poi ricoprirsi di nuovo e germogliare frutti, senza interruzione.
Il treno dell’ultima notte, Rizzoli, € 21.00, pp. 430

Questo rigenerarsi innumerevoli volte fa pensare alla vita che rinasce eternamente, quasi l’albero fosse un asse centrale, con le radici che affondano nella terra e le fronde che si protendono verso l’alto per mettere in comunicazione la terra con il divino, regalando la speranza di volare verso altri sogni. Forse l’autrice con questa delicatezza ha voluto dare una speranza alle vicende del libro che si susseguono, una dietro l’altra, verso un finale che non descriverò.
Mi sono piaciuti diversi passi del libro, ho riletto quelli che più mi intrigavano, immergendomi. Ma non voglio assolutamente raccontare il libro che va sicuramente letto, è bello. Quindi non dirò altro se non un dettaglio che ha fatto nascere in me questa riflessione: sarebbe bello se imparassimo un po’ tutti a non consumare, fagocitare e dimenticare. Il passato è una memoria che va conservata.
Di scrittori ce ne sono veramente tanti, oggi il mercato sembra essere vivace in questo senso poiché le case editrici ci propongono continuamente nuovi autori. Ma la lettura o meglio un libro, secondo la mia personale idea, non può essere un mezzo di consumo nel senso che un libro deve pur conservare quel romantico tratto di comunicare forti e vere emozioni, e non di meno informazioni. Un libro deve fornire cultura. Deve profumare di prezioso. In questo caso, posso affermare senza ombra, che questo che ho appena letto è tra i migliori degli ultimi tempi e Dacia non mi ha deluso. Dà piacere leggere una scrittura pulita, un bell’italiano (spesso dimenticato o avvilito con troppi “slang”) e una trama che è impostata come i grandi classici che tanto avvincono.
E rileggo ancora altre righe del libro di Dacia Maraini che mi hanno particolarmente colpito :
“Intanto sente il calore di quelle mani che ha amato: ampie, lisce e tenere. Chiude gli occhi. Un momento di resa. L’uomo delle carezze veramente sa carezzare. è come se la tirasse per un braccio lungo uno scivolo morbidissimo verso un oscuro luogo di delizie”.

Adele Cambria con Dacia da Pellicanolibri

Francesca Grasso
Alcune impressioni dei lettori:

Grazie per le intense emozioni, per i turbamenti e persino per il dolore che il Suo ultimo romanzo è riuscito a trasmettermi. Grazie soprattutto per la comprensione della sofferenza dell'uomo che traspare dalle sue pagine. Raramente la lettura mi ha così profondamente commossa, e ancora grazie per la Sua partecipazione, che è l'esatto contrario del disinteresse che sembra essere diventato la condizione dell'uomo del nostro tempo. Mariagrazia

Gentile signora, ho terminato ieri la lettura del Suo libro Il treno dell'ultima notte e l' ho trovato davvero meraviglioso. Volevo solo farle i miei complimenti, perché la storia di Amara ed Emanuele mi ha veramente colpita. Sono una studentessa di Lettere Moderne presso l' università di Pisa. Cordiali saluti Clara

Ho appena finito "Il treno dell'ultima notte" che non ho avuto quasi il tempo di gustare, tale la velocità con cui l’ho letto. Quanta malinconia però... e tutta per me. Grazie per queste belle ore, belle lacrime...belle pagine. Valentina

Me ne duole di averlo finito in una settimana, ma non riuscivo a smettere di leggerlo. Io l'ammiro moltissimo per il suo modo di comunicare al lettore eventi difficili da trasferire sul foglio. Non una sola volta mi sono ritrovata a rivivere quell'importante evento come se fossi davvero lì presente. Però sono rimasta scontenta per il finale. Mi aspettavo qualcosa che andasse il più possibile vicino a un bel lieto fine. Ma non fa differenza. Anonimo

Gentile sig.ra Maraini, Le scrivo poiché ho terminato ora di leggere il Suo ultimo libro, “Il treno dell'ultima notte”. L'ho letto tutto d'un fiato, con delle brevi pause giusto per riprendere fiato. Ho letto avidamente, per sentire i racconti che mancano dalla mia storia, ma che tanto sento essere parte fondante della mia persona. Io non ho vissuto quel periodo, ne ho sentito solo parlare, poco direi, da mia madre. La guerra e la fame patite da lei mi hanno sempre lasciata sgomenta. Ma le tracce di quegli anni, pur non avendoli vissuti, le sento addosso e vicine, compaiono nei miei sogni, nei miei quadri. Una memoria di cui a fatica in famiglia si parla e anche si cerca di capire, ma si vuole solo dimenticare perché così è "come se" non fosse successo davvero. Grazie al Suo libro questa memoria si è un po' nutrita, nel dipanarsi del racconto e dei personaggi alcune domande che ho incontrato erano le mie domande di sempre e i Perché di sempre, che rimangono e rimarranno aperti. Ma un grazie lo devo. Lauretta

Ho appena finito “Il treno dell'ultima notte”. Trovo sempre difficile commentare i libri, perché è difficile commentare un'emozione. Dire che il Suo libro è bello significherebbe sminuirlo. Leggerlo ha significato ricevere parecchi pugni nello stomaco, e qualche volta ho dovuto interrompere la lettura, e riprenderla solo dopo aver fatto altro, e la fine - ma è uno di quei libri in cui, sotto certi punti di vista, la fine non è importante, anche se poi lo è, è solo importante la storia - è tragica, ma nello stesso tempo l'unica possibile. Grazie per le ore che mi ha donato, non sempre piacevoli, ma indubbiamente perfette. Giuliana Cara Dacia, a qualche anno leggo i suoi libri che ho scoperto grazie a mia sorella, sua GRANDE ammiratrice. Mi dice sempre che la piacerebbe molto incontrarla, anche se (pensa lei), sicuramente non saprebbe cosa dirle o come dirglielo che è un suo grande punto di riferimento. Ma dove è possibile trovarla? Nemmeno in televisione La si vede , tranne rarissime volte! Leggere i suoi CAPOLAVORI è una delle cose più sensate da fare nella vita, perché insegnano, o comunque, richiamano alla mente principi e idee che, talvolta, presi come siamo dalla stupida frenesia dell'era contemporanea, dimentichiamo! I "Suoi" personaggi sembrano persone della vita di ogni giorno che, magari, tutti conosciamo, ma nessuno di noi si accorge della loro esistenza. Quanta serenità e pace lasciano le Sue parole nei nostri cuori; quanta grazie esce dalle pagine dei Suoi libri! Quante sono state e quante saranno le ore trascorse in sua compagnia! Come sarebbe bello poterLa conoscere personalmente. La saluto con affetto. Rosangela

Mi ha fatto immensamente piacere averla come compagna di viaggio nel nostro ritorno da Budapest e, nonostante mi facesse piacere poterLa avere accanto, ho voluto rispettare il bisogno di silenzio che entrambe cercavamo e mi sono immerso nella lettura del Suo libro. La cosa che ho apprezzato leggendolo è la facilità di lettura, sono stato avvolto dalla storia scritta in un modo da farti venire la voglia di andare avanti e non chiudere il libro fino alla fine. Complimenti. Spero di rincontrarla così da ringraziarla per la dedica. La saluto. Luigi

Beppe Costa sceglie: Giovanni Renzo in Concerto al Planetario di Roma


Riporto di seguito il bell'articolo di Marcella Smocovich sul Messaggero, (sabato 23 agosto) nelle pagine di Roma, Spettacoli.
Ogni aggiunta diviene superflua, avendo colto, l'autrice una lettura attenta del nuovo DVD con il volume allegato, visibile nell'articolo precedente.
Assolutamente da non perdere per l'originalità di Giovanni Renzo e del luogo appropriato dove il Concerto avviene: il Planetario di Roma











Beppe Costa sceglie: la "Musica" di Giovanni Renzo

Il grande compositore, genio innovativo della musica contemporanea, sarà presente al Planetario di Roma Domenica 31 agosto con due concerti alle ore 20,30 e alle ore 22,30. Piazza Giovanni Agnelli 10.
Per prenotazioni telefonare al Comune di Roma allo 060608. Assolutamente da non perdere.

Giovanni Renzo passa con leggerezza e maestria dalla musica da film, al jazz, alla classica. Contiene in sé tutti gli elementi che ne fanno un artista completo, studioso delle stelle, cui quest'ultimo lavoro si ispira






copertina del DVD con volume allegato:

Atlas Coelestis
, Mesogea edizioni, Messina, 2008, € 18.000
in vendita nei migliori negozi










l'interno del prezioso volume: un viaggio nell'universo, negli scrittori che lo hanno descritto, negli scienziati che lo hanno studiato


Giovanni Renzo con Arnoldo Foà a Taormina arte (2007)


Nato a Messina nel 1962, si diploma al Conservatorio “Corelli” della sua città natale in Pianoforte Principale nel 1986, perfezionandosi in seguito a Roma con Martin Joseph, ai Seminari Nazionali di Musica Jazz di Siena con Enrico Pieranunzi e Bruno Tommaso, alla Berklee Summer School di Perugia con Bud Fredman in composizione e orchestrazione, e all'Accademia Musicale Chigiana di Siena con Ennio Morricone e Sergio Miceli in musica per film. Il suo esordio professionale avviene nel 1979 in qualità di pianista jazz. Nel 1986 forma un trio che ha al suo attivo, tra l'altro, collaborazioni con Paolo Fresu, Gianluigi Trovesi, Giulio Capiozzo, Bradley Wheeler, Robin Kenyatta, Faisal Taher. Fonda e dirige, inoltre, la Messina Jazz Orchestra nel 1994. Si esibisce regolarmente in concerti e festivals in tutta Italia, alternando l'attività concertistica all'insegnamento e alla composizione. Partecipa nel 1996 al 50° Fringe Festival di Edimburgo, esibendosi per tre sere alla Demarco European Art Foundation con lo spettacolo “Partitura per sangue e anima”. Sempre nel '96 ha ultimato la composizione dell'opera "La distanza della Luna", ispirata all’omonimo racconto di Italo Calvino, andata in scena in prima assoluta nel Gennaio '97 al Teatro V. Emanuele di Messina
e replicata con grande successo in varie edizioni, fino alla più recente al Teatro Antico di Taormina per Taormina Arte 2007 con la voce recitante di Arnoldo Foà e l’Orchestra Sinfonica del Mediterraneo diretta dal M° Fabio Ciulla. Con la composizione “Le tempeste” ha vinto nel 1999 la terza edizione del Concorso Nazionale di Composizione Pianistica indetto dall’Associazione Culturale “De Musica” di Savona. Nel gennaio 2002 va in scena la performance multimediale "Il gabinetto del dottor Caligari", liberamente ispirata all'omonimo film di Robert Wiene, con la Compagnia Virgilio Sieni Danza. Nel 2004 ha ultimato la composizione di
“Atlas Coelestis, la musica e le stelle”, presentato con grande successo presso importanti Istituzioni Scientifiche (Planetario di Modena, Planetario di Roma, Laboratorio di Scienze dell’Ambiente di Pontassieve, Università di Messina, Premio Pitagora di Crotone) e segnalato sulle riviste scientifiche “Coelum” e “Le stelle”. Per il cinema ha al suo attivo la realizzazione ed esecuzione dal vivo di musiche per film muti (Aurora di Murnau, Il gabinetto del dottor Caligari di Wiene su commissione dell’Ente Teatro di Messina, Musica classica di E. Kennedy con Laurel e Hardy, Cops di Buster Keaton, Viaggio alla Luna di G. Melies, Cenere di Febo Mari con Eleonora Duse, Il fantasma dell’Opera di Rupert Julian con Lon Chaney su commissione del Festival del Cinema di Taormina); composizione di colonne sonore e collaborazioni con i registi Francesco Calogero (Visioni private), Anne Riitta Ciccone (L’amore di Màrja), Citto Maselli (ripresa teatrale di Codice privato), Nanni Moretti; collaborazione con il Festival del Cinema di Taormina. Ha composto le musiche di scena per oltre una ventina di spettacoli, collaborando, tra gli altri, con Ninni Bruschetta, Giancarlo Sammartano, Donato Castellaneta, Maurizio Marchetti, Walter Manfrè, Duilio Del Prete, Amanda Sandrelli, Giancarlo Giannini, Arnoldo Foà. Ha ottenuto la Menzione Speciale della Giuria al Concorso Internazionale di Musiche per Film “Mario Nascimbene Award 2006”. La sua prima incisione, "Eclisse” (1989, vinile) raccoglie composizioni per piano solo. Sono seguiti i Cd “La distanza della Luna” (pubblicato in due diverse edizioni, 1996 e 2007), “Il mare” (2001) registrato dal vivo con Paolo Fresu ed il Quintetto “Suono e Ritmo” e “Infanzia” (2008), ancora per piano solo.

Recensione de 'La Sicilia' alla musica di Renzo, dedicata a Italo Calvino, grande interprete del testo Arnoldo Foà



copertina del CD "Infanzia"

http://www.myspace.com/giovannirenzo

Beppe Costa dedica: alla tragedia dei bambini soldato


notte crudele che distrugge in quattro righe
la gioia di aver sentito quanto scritto in tanti notti
ascoltando musica dentro e forte alle orecchie
dove il cuore, malgrado tutto, ancora batte
notte che non voglio finisca perché il mattino
sarà orribile a ripensare
Il fumo distrugge le mie corde
che non sanno più suonare
le vene tese e gonfie di vecchi inariditi
come me che non accettano il destino
e che guardarsi attorno dove niente alberi figurarsi fiori
sognati a un'età ch'era impossibile
notte che tiranna m'inganni mentre io ti amavo
scura e silenziosa come un gatto arrivi
a graffiare con poche parole intense
che mi lasciano insonne a ricordare
Quale sbaglio assassino quale furto e inganno
quale che ancora ride dietro le mie spalle?
Come potrò alzarmi come ogni mattino
come vedere un'alba che non c'è?
mentre bambini sparano proiettili drogati
strappati a madri che si spaccano le teste
Ma in che mondo sono io per occuparmi di me?
Quale strano stupido destino mi trascina e trasporta
ancora in quei giochi sottili che mi hanno ucciso già
E cosa fare almeno per loro oltre che piangere e gridare
Mentre giocate coi vostri palloni
milioni di bambini di mitragliatori armati
spaccano e squarciano loro fratelli e
io, allora complice? io allora stupido d'amore
Io odio ferocemente e non posso fare altro
e mi odio per non sapere fare altro
Che figli di puttana che vi occupate delle torri solamente
e che della Fallaci, anzi della fallaci cosa dite?
come era innamorata di un terrorista!
e lo spacciava come eroe nazionale!
Ci cascate come pere marce al primo vento
I nostri aiuti e le organizzazioni?
comprano camper per loro coi soldi dello stato e lì
pochi spiccioli una volta è il Congo, poi il Darfur.
Ma un giorno vi coglieranno nelle vostre case
sgranando bombe come fossere aiuti alimentari
Mentre in Kenya muoiono per i nostri medicinali scaduti!
Certo questa no, non è poesia, questa è un'altra cosa!
Già conoscete le cosce e i culi di Neruda
non altro? quando in Cile gli assassinarono Allende,
morì per il dolore provocato dall'assassino Pinochet.
Certo conoscete Lorca e cosa dice alle cinque della sera?
parla di un torero, parla d'amore tradito?
Cos'è poesia? se non dire ai naviganti come me
che poeta è colui che sente attorno qualcosa che non va
e cerca di avvisare.
Cerca, oppure si nasconde dietro il volto dell'amata

Darfur; una tragedia senza fine!


















Immagini tratte da: http://www.itablogs4darfur.blogspot.com/2008_03_01_archive.html

BEPPE COSTA SCEGLIE il VIAGGIO, LECCE

Mancava da tanto al mio cuore qualche giorno di quiete, dove la scrittura fosse l'unico lavoro. Mi è riuscito.


piazza del Duomo di Lecce



Quando Cerasella, la signora rumena, esce da casa mia, dopo appena due ore di lavoro, ho l’impressione di non abitare più nella mia casa. Tutto in ordine e pulito. Forse è per questo che molti (come me) preferiscono la solitudine? O meglio, il vivere da soli. Quante coppie passano il loro tempo con i loro figli nelle loro belle case e quante le tengono in ordine da sé? E quanti gioielli e bollette da pagare solo per tenere una casa?
Per l’auto è diverso, molti si alzano all’alba di domenica per pulir fino in fondo con aspirapolvere, stracci magici. Ma questa ci porta in giro e la mostriamo agli altri che ‘vedono’ chi siamo. Degli stronzi che firmano cambiali e fanno leasing folli per far vedere chi sono io!? Loro!
Quando esco da casa trovo sempre un gruppo di stranieri che si sposta ai miei capelli bianchi per darmi il passo, vado piano per godere che sono vivo e posso guardare ciò che ancora non abbiamo massacrato e c’è sempre qualcuno con il cellulare in bocca (in attesa di cancro) , una mano sul volante e mi apostrofa con ‘stronzo’ o ‘cornuto’, secondo come si sente o se la squadra del cuore ha vinto o perso “e vedi de’ cammina’”.
Voglio morire lentamente, con la musica dolce che mi guida ma devo affrontare il popolo che mi ospita e che corre sempre. Malgrado non sa dove va.
Così, ospite, sono andato per quattro giorni a Lecce, da un’amica, anzi da qualcuno che considero come un’immagine del mio cuore: “Virginia Woolf”, Camille, presso ‘Casa Elisabetta’.
La titolare Kantie (vuol dire, non a caso, illuminazione, dato dalla nonna) dello Sri Lanka, con le sue quattro lingue ben parlate (esattamente come gli italiani imparano nelle nostre scuole, solo il dialetto, anzi il ‘nativo’) capì subito, poiché cercavo una penna che dovevo essere uno scrittore e non il lettore del contatore della luce.
Il giardino del “B&B” mi fu complice da ‘scrittura’ e il fatto che lei avesse cura di offrirmi del tè e di capire che non prendessi zucchero e che mi alzassi presto a vedere gli stupendi monumenti barocchi della città. Forse ignorati dai cittadini che, per fortuna, non camminandoci molto, consentivano il mantenimento di una grande pulizia.


Dalle sei alle otto ho camminato a lungo per le strade di questo splendido moumento pieno di lavori in corso e privo di attrattive culturali, come certi ospedali che hanno 20 giardinieri e non hanno soldi per infermieri o per pagare straordinari a medici, dove per una mammografia bisogna attendere un anno mentre il cancro va veloce come un uragano. Ma questo è altro discorso.
Le parole di Kantie furono poche ma mi bastarono a capire che sapeva più lei degli americani che qualunque italiano, da D’Alema in su, per non dire di Veltroni. Degli americani, della loro potenza e del loro essere padroni. Brava Kantie, vorrei sapere quali programmi e giornali leggi che li consigliamo a politici, turisti e a tutti gli storici filo berlusconiani.
Torniamo a bomba (non intelligente in questo caso)
Con tavolino nel piccolo ingresso mi ha concesso tregua, persino il caldo si è tirato indietro, Lecce si esibiva al mare. La sera, come tutto il paese, anche la città nelle vie del centro, bellissime e ben curate, esponeva le pance, le tette, i gioielli, acconciature e tonnellate di seni alla ‘silicon valley’. Uno stupendo incedere da paese antico che cerca moglie o marito o nuovo compagno (non politicamente scorretto) per pagare le spese, mantenere un livello di vita soddisfacente e per figli d’altri. Negozi belli e vuoti, e quello di Giusy, come tanti che si trovano a Taormina e Capri, deserto. Niente turisti!
I bar aprono alle dieci, i tabaccai quando gli pare e la libreria mondadori alle 11. Chiudendo a mezzanotte. Ma chi ha bisogno di libri? Non ho controllato di sera se fosse affollata.


Via Vignes, 15 rimane nel ‘cuore’ insieme a Kantie, (e a colei che per me ha scelto, con accortezza e gioia) e per qualche giorno mi sono sentito re. Una piccola orda selvaggia vociante interrompe per qualche minuto la quiete ma, quella inserita nella mia pancia rimarrà per sempre. Tornerò. Accettando di buon grado di inaugurare la mostra di pittura curata da Raffaele de Salvatore a novembre. Chissà se il clima più fresco renderà la cittadina sporca e i passanti meno svestiti, dimodoché ci si possa soffermare sulle loro curve e immaginarle, come un tempo, quando l’immaginazione era più potente ed eccitante dell’immagine.










Pescoluse, Marina di Salve (LE)

BEPPE COSTA e BEATRICE NICCOLAI MALASPINARTE 2008



ARTISTI SCULTORI ASSOCIATI
Via Garibaldi,97 55045 Pietrasanta ( LU) tel 0584 28 30 92 www.asart.it e-mail : info@asart.it

COMUNICATO STAMPA

SABATO 26 Luglio alle 19,00 al Castello Malaspina di Massa

Inaugazione di MALASPINARTE 08



TIPOLOGIA DELLA MANIFESTAZIONE :
Mostra di arti visive pittura fotografia , esposizione di opere tridimensionali, installazioni, land art, multimediali, performance, musica, poesia
ORGANIZZAZIONE E COORDINAMENTO :
Associazione ASART artisti scultori associati Via Garibaldi 97 55045 Pietrasanta
Tel. 0584 28 30 92 Fax. 0584 284468
Email : info@asart.it sito Web: www.asart.it
Ufficio cultura Comune di Massa
INAUGURAZIONE :
26 luglio 2008 ore 19,00
PERIODO :
Dal 26 luglio 2008 al 17 agosto 2008

DESCRIZIONE sintetica della manifestazione
L’anno passato Asart hanno affrontato , con grande impegno organizzativo, il complesso monumentale del CASTELLO MALASPINA DI MASSA dando vita dal12 agosto-16 settembre alla manifestazione Malaspinarte ’07 “ 50 Artisti al Castello “ . La manifestazione ha visto la partecipazione di oltre 50 artisti nazionali ed internazionali, che hanno collocato le loro opere sia nelle sale interne che negli spazi scoperti del Castello, creando un suggestivo percorso espositivo di sculture, opere pittoriche, installazioni .

MALASPINARTE 08 è l’ impegno estivo più importante della Associazione ASART Artisti Scultori Associati, alla manifestazione partecipano assieme ad alcuni soci–artisti di Asart : artisti invitati, che risiedono in gran parte nella provincia di Massa – Carrara , ma conosciuti in un ambito più vasto - nazionale ed internazionale – e giovani artisti , alcuni dei quali frequentano l‘ Accademia di BB. AA. di Carrara .
Questo consente di presentare una grande varietà di espressioni artistiche e linguaggi dell’arte contemporanea, dalla scultura e pittura alla fotografia, dalla videoart alle installazioni ambientali il tutto in un contesto di grande valore storico-architettonico- ambientale quale è il castello Malaspina .
Anche quest’anno gli artisti di ASART saranno chiamati a confrontarsi con le situazioni ambientali che il Castello offre e certamente ne risulterà una grande manifestazione con varietà di espressioni artistiche, in un contesto di grande valore architettonico ed ambientale .
Durante il periodo di apertura della esposizione di opere d’arte visiva, Asart organizzerà alcuni eventi collaterali espressione di altri linguaggi artistici quali, la poesia, la musica, la danza ecc ..
EVENTI COLLATERALI:
Incontri di poesia, musica, video proiezioni e spettacolo con collegamenti e sinergie con altri eventi promossi dal Comune in modo da realizzare un evento complessivo e non singoli eventi separati.
PUBBLICITA – CATALOGO:
In progetto la realizzazione di un catalogo multimediale che documenti oltre alle opere degli artisti espositori, le suggestioni del castello e le peculiarità dell’area apuana sia dal punto di vista artistico, che turistico nonché imprenditoriale.
ORARIO DI APERTURA :
dal martedì alla domenica 9,30 – 13,00 / 16,30 – 19,30
sabato orario chiusura alle ore 23,00
UFFICIO STAMPA
ASART Artisti Scultori Associati Garibaldi,97 55045 Pietrasanta ( LU)
Segreteria Lunedì e Giovedì dalle 15,00 alle 18,00 tel 0584 28 30 92 fax 0584 28 44 68
e-mail : info@asart.it
PATROCINI:
Regione Toscana TRArt, Provincia di Massa Carrara, Comune di Massa, Istituto Valorizzazione Castelli, Italia Nostra

CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE
il Presidente di Asart Francesco Martora



ARTISTI SCULTORI ASSOCIATI
Via Garibaldi,97 55045 Pietrasanta ( LU) tel 0584 28 30 92 www.asart.it e-mail : info@asart.it

COMUNICATO STAMPA
SABATO 26 Luglio alle 19,00 al Castello Malaspina di Massa

INAUGURIAMO MALASPINARTE 08. con l’evento “ I FIORI DEL BENE
saranno presenti : Lina Bernardi (attrice) Beppe Costa (poeta scrittore), Beatrice Niccolai (poetessa), Laura Torricini (danzatrice) .

Scrive Beatrice Niccolai “ I fiori del bene vuole essere una piccola provocazione con cui chiedere di fermarsi un attimo, toppo siamo distratti a correre ogni giorno verso il nulla, con se stessi e verso gli altri e ascoltare la pazienza che porta a scrivere due parole, a trattare e dipingere una tela, modellare la materia, in qualcosa che è, per chi lo vede magico. “

Malaspinarte è una manifestazione che abbiamo voluto definire “ artistica “
e l’ Arte è una sorta di trasmissione di misteriose e segrete cose di cui l’artista stesso ignora le più profonde ragioni.

Gli artisti sono i celebranti di un rito - che si ripete dalla più oscura notte dei tempi – sono i catalizzatori di segrete alchimie protesi a rendere visibile il mistero del mondo che ci circonda.
Partiamo con la poesia, la musica, la danza

Crediamo che da questa manifestazione, che orgogliosamente abbiamo definito ‘artistica’ , l’arte e la creatività riceveranno omaggi affettuosi, gli artisti offrono in dono le loro opere
“FIORI DEL BENE“: immagini, parole e suoni, e quando si dona crediamo che debba essere sempre festa...e in questa festa vorremmo che tutti si sentissero protagonisti : autori , attori, e visitatori .


Vi aspettiamo numerosi SABATO 26 Luglio alle 19,00




autori:

Angela Maria Alberti, Giovanna Ambrogi, Michele Ambrogi, Naibi Grazia Aostri, Ursula Balhorn, Paola Barotti, Edilia Barsotti, Alessia Bertolucci, Sandro Borghesi, Valente Cancogni, Paola Cancogni, Cobàs, Beppe Costa, Marco Dazzi, Antonio De Rose, Mitia Dedoni, Rosa Del Corto, Almo Del Sarto, Fabrizio Della Pina, Mihailo Dragojevic, Giuseppe Fazzi, Angelo Gabriele Fierro, Toni Fioriti, David Fochi, Umberto Fruzzetti, Deni Gemignani, Alessio Gianardi, Aldo Giusti, Aldo Giusti, Alessia Granato, Fabio Grassi, Mauro Griotti, Massimiliano Kornmuller, Bozena Krol Legowska, Emwan Kulpherk, Sylvia Loew, Iardella Lorenzo, Carlo Maria Maggia, Augusto Marchetti, Francesco Martera, Sergio Mazzanti, Monica Michelotti, Simone Miletta, Eldar Minibaev, Gino Molisano, Pier Luigi Mosti Zonder, Beatrice Niccolai, Alessandro Paolini, Michele Pardini, Gent Pipa, Giliola Presice, Serena Pruno, Emanuele Rivieri, Nora Roitberg, Cinzia Rossi Ghion, Giulia salis, Paul Saputo, Gianfranco Stacchi, Tiziana Tacconi, Fioriti Toni, Fabio Valenti, Antonio Vilasi, Rudiger Waser