a Dario Bellezza




Dove sei
amico poeta di sempre
Sai che a far dediche non sono capace
ma a pensare a quella terribile mattina
di un ultimo giorno di marzo sì
e da allora ogni notte

La mia compagna ora non più
mi ha pregato non guardare il telegiornale
come sempre faccio
e di mattina presto
chissà per scoprire quale rivoluzione sognata

E ti vedo subito malconcio
in ultime apparizioni che non vedevo
che non dicevi
Come avresti potuto far coraggio a me?
ancora pochi mesi fa
E’ vero non avevi e non avevo creduto
all’inizio a quel male perverso
sin dall’ottantasette
unica certezza: non amavi più tanto
la mia terra né tutto il Sud

Non vado a funerali
come d’altri m’era sempre capitato
non perdòno gli eredi mesti finti pianti
primi e puntuali a ogni sepoltura
come tu hai perdonato i critici

Un modo per saperti sempre qui.



* Dario Bellezza moriva (mentre molti venivamo allontanati) il 31 marzo del 1996, questa non è né una poesia nuova né una poesia ’bella’. E’ il solo modo che ho meno banale per poterlo ricordare e dirgli grazie.

ANNA MARIA ORTESE ECCO IL 'VERO COLPEVOLE'



Rapallo - 11.12.86 

Carissimo Beppe, la tua lettera è del 27.11 scorso, e dunque non sono tanto in ritardo nel risponderti, come temevo. Temo poi che questa letterina ti sembrerà scialba. Caro Beppe, la forza di tradurre subito, in giuste parole, ciò che si pensa, l’avevo, e ora vedo che se n’è andata. Nessuno di noi sa perché (per quale più diretta ragione), a un certo momento, si diventa deboli. Con un po’ di coraggio, posso rispondermi che la lunga lotta (almeno 50 anni) per sopravvivere, e l’altra feroce lotta che, adesso, gli anni muovono a me, è la causa di tutto. Faccio una fatica indicibile a scrivere qualunque cosa - anche le lettere, che un tempo erano libertà e felicità, mi sono oggi sofferenza. Il mio unico lavoro è ricopiare cose del passato, per renderle leggibili. Ora non lo sono, ed è il mio cruccio. Un grande avvenire dietro le spalle! - ha scritto Gassman. - Correggendo (ridimensionando) scrivo: “Un piccolo avvenire dietro le spalle”. Tutto ciò che potevo fare, l’ho fatto (alla peggio). Tutto ciò che posso fare adesso - quando lo posso - è copiare - correggere un po’. Dico questo, perché a volte sento intorno una illusione - su me e le mie forse mentali - che mi addolora, più che altro, o mi mortifica. Mi si invita a lavorare (giornali - amici) e io non rispondo neppure. D’altra parte, se la mia vita fosse cambiata! Ho perduto unicamente il peso (anzi: terrore delle bollette e dell’affitto), e di questo ringrazio tutti. Ma fosse venuta un po’ prima, la prudenza : ora, per quanti conti faccia, non posso cambiare la mia vita. Essa (la mia vita) è spesso in un totale abbandono. Ma dovrei spiegare troppe cose (che non è mio diritto dire, perché riguardano altri), e preferisco tacere. Ma è chiaro che, sebbene possa pagare le bollette, e questo affitto (170.000), se penso al futuro non vedo di buono che bollette pagate ma non casa, non sicurezza di nessun genere (come salute, per esempio), e no nuovi lavori. Dovrei solo fare altro denaro - per mettere insieme l’occorrente per una casa senza debiti (che alla mia età non si possono fare, onestamente), dovrei arrivare a 80-90 M. Ma il denaro, editori che possono e anche altre categorie, lo tengono stretto al cuore. Io ho imparato a spingere via il denaro, a momenti, tanto ho orrore di questo amore - e poi il denaro si vendica e mi porta via davanti il piatto (è una metafora) con i sogni che credevi di aver raggiunto (”casa” - “pace” - “lavoro”). Qui, mi fermo. Ma forse ti ho raccontato il perché della mia stanchezza di Dentro! Caro Beppe, non ho letto - allora- tutti i giornali - li ho visti dopo - e di sfuggita -tanto male mi facevano - ma non ho pensato un momento che tu non fossi il motore di tutto. Tu e Adele. A Dario, se ho cercato di mostrare un po’ di gratitudine è stato per i 10 e più anni di solidarietà avuta mentre ero a Rapallo. Anni terribili. Lui mi ha telefonato e cercato di tenermi su continuamente. Per questo, ho detto grazie. Ma di quanto tu hai fatto per me, pubblicando il Treno Russo, e mandandolo poi al Premio, e accettando poi il libretto romano, non credo di essermi dimenticata! E battendoti poi con la Commissione di Parità! No, non ho dimenticato tutto questo, caro “fratello Gheddafi” e ti voglio bene, e se appena passerà questo mio tempo di sfasamento e confusione (perché, ricordati che devi stare in piedi, non potendo stare in piedi - e che ho decine di anni più di quelli che tu porti ora fieramente - ho queste decine di anni addosso, ai quali non posso sottrarmi un minuto) appena Dio mi concederà un momento di libertà, me ne ricorderò, e ti sarò in qualche modo (dimostrerò) davvero grata. Ora contentati del mio bene fraterno e della mia stima umana per il grande (e vero) dono che possiedi : Bontà.
Ti abbraccio, Anna 

Anna Maria Ortese "lettere" , ancora un caso che mi 'perseguita'

A proposito di Anna Maria Ortese



(... la sua dedica... un fratello (ed è tutto)... insieme alle tante lettere - potete trovarle qui, nello spazio che le ho dedicato - saranno sufficienti per un futuro dove l'informazione venga fatta da studiosi. Ritrovo oggi (9 marzo) le citazioni di Giovanni Pascoli, nella biografia scritta dalla figlia Maria, su mio nonno CHE pubblicò i primi tre libri del grande poeta. E dire che sono passati 100 anni dal 'fatto' e 5o dalla pubblicazione di quel libro. Basta lavorarci!)

L’apertura di questo blog era nata con l’intenzione, neppure tanto segreta, di fare giustizia nei limiti di quelli che sono stati i miei “destini incrociati”.
Esempio classico: Il sette marzo esce su Repubblica con grande rilievo, un testo della sia pur brava scrittrice Valeria Parrella su Anna Maria Ortese, con due lettere (anzi ‘pizzini’) scritte a Dario Bellezza e con la notizia dell’imminente pubblicazione di un libro in uscita sulla scrittrice scomparsa dieci anni fa curato da Adele Battista che, dubito sarà ben ‘documentato’
Mi chiedo, visto che anch’io ho collaborato a giornali, se non sia bene andare in fondo almeno un po’ ricercando quello che sicuramente ci sfugge? come sfuggivano all’attenzione allora le informazioni culturali sfuggono ancora di più adesso. Nell’80 Anna Maria Ortese, inizia una fitta e utile corrispondenza con me, come persona e come editore (Pellicanolibri).
Molte di queste lettere si possono leggere qui. Pubblico quindi nel 1983 il Treno russo e nell’87 i racconti Estivi terrori e la ristampa dello stesso Treno russo, I due libri vengono recensiti, anche se brevemente, da quasi tutti i giornali nazionali. Anna Maria arriva seconda (!) al Premio Rapallo per il Treno Russo e, successivamente, il Premio Fiuggi. La portai io dall'albergo fino al Premio. All'ingresso fui fermato perché non avevo giacca e rcavatta. Scese con Andreotti, All'uscita mi raggiunse, comprò una bottiglia di Vermouth e festeggiammo. Guadagnai così almeno qualche bicchierino!
Dopodiché insieme ai miei amici Adele Cambria e lo stesso Dario Bellezza, andando da Craxi, (stavolta vestendoci, con le MIE lettere riusciamo a fare applicare la legge Bacchelli. Ne parleranno tutti i giornali in bene ma anche in male e mi ringrazierà solo il questore di Genova per averla salvata. Poi la supplico quasi di contattare l’Agenzia Editoriale Eulama e dò il numero suo a Calasso della Adelphi che, finalmente, ripubblicherà i suoi libri. Era utile che un grande editore riproponesse una scrittrice che considero fra la più grandi e più ignorate che l’Italia abbia avuto. Neppure Adelphi mi ringrazierà. Ma mi manderà copia fuori commercio del "Cardillo innamorato" Il mio compito è conclusso. (Passerò ad altro evento o persona 'dimenticata'_ Goliarda Sapienza.
Chi l’ha conosciuta sa che non era una persona accomodante e non amava supplicare qualcuno. Si offese quasi per il nostro interessamento che, contemporaneamente, suscitava la reazione sdegnata di tante massaie che avrebbero voluto lo stesso contributo. L’unico in quegli anni che ricevette in casa e l’unico col quale voleva parlare fui io ed ancora oggi ne conservo il ricordo e l’affetto.
Ho da sedici anni una libreria che porta lo stesso nome della casa editrice. Ergo sono rintracciabile e non ancora sepolto. Con l’aiuto di alcuni amici stiamo via via mettendo in questo spazio, che per me diventa vitale, molti episodi della mia vita editoriale ed intellettuale che sono stati dimenticati, come lo sono tutti i libri di Dario Bellezza, salvo i due da me editi, ancora recuperabili. Persino la foto inserita di Dario che legge Rimbaud è vecchia e sgranata, da casa sua è scomparso tutto? se ne trovano tante, se si vuole, cercando bene!
Questo dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, non tanto nei confronti di una giovane scrittrice, che la cattiva informazione è ben peggiore della non informazione. Andando su Google alcune notizie che ci riguardano si trovano, dal premio Rapallo a Pellicano libri, da Arrabal (altro ignorato in Italia) e me stesso.

Mi autoinserisco qui come unica persona che la vide, che ricevette in casa sua, nessuno ci era entrato né prima né dopo, e che pubblicò questa intervista (ma ci sono altri articoli, basta trovarli) sui "Siciliani", giornale allora diretto da Giuseppe Fava col quale cololaboravo. Altri articoli di quel periodo (prima di venire cancellato completamente) li stiamo via via pubblicando su questo blog, motivo essenziale della sua nascita e, speriamo, crescita.






approfondimenti: Anna Maria Ortese, lettere.