BEPPE COSTA SCEGLIE: STEFANIA DEL FERRARO su SILVANO AGOSTI

A proposito dell'incontro con il regista-scrittore
di Stefania del Feraro

con Lina Bernardi

"In Kirghisia nessuno lavora più di tre ore al giorno e il resto del tempo lo dedichiamo alla vita. Quando un qualsiasi cittadino compie i 18 anni gli viene regalata una casa. E se qualcuno desidera fare l’amore, mette un piccolo fiore azzurro sul petto in modo che tutti lo sappiano". Sembra una nuova Utopia, quella descritta e raccontata da Silvano Agosti, scrittore, regista e poeta, nel suo libro "Lettere dalla Kirghisia", presentato ieri sera a Roma, presso la libreria Pellicanolibri, nell’ambito del progetto "Un libro... una musica... una voce...", curato da Beppe Costa.
Alla presenza dell’autore, l’attrice Lina Bernardi ha letto alcuni brani del testo, organizzato come raccolta di lettere, scritte e spedite da un paese immaginario, che l’autore sogna di visitare per caso e non lasciare mai più. Un paese dove gli uomini vivono secondo ritmi e modi migliori, non necessariamente nuovi o rivoluzionari, ma assolutamente naturali, elementari.
"LETTERE DALLA KIRGHISIA": la moderna e reale utopia di Silvano Agosti

Un luogo immaginario, questa Kirghisia, dove, trascorse le tre ore lavorative, "il resto del tempo viene dedicato alla vita", ha tenuto a precisare Agosti. Un luogo dove "i politici fanno volontariato, dove il numero di farmacie e ospedali è azzerato" perché "quando la gente è libera di vivere non si ammala"; un luogo dove "i bambini non vengono martoriati nelle scuole, ma giocano fino ai 18 anni e sanno tutto ciò che c’è bisogno di sapere per avviarsi alla vita: i bambini conoscono il corpo e il mondo". Un modello di vita, quello che ispira l’autore, tutto fondato sull’importanza dell’unicità e della preziosità di ogni singolo essere umano. Da qui, la necessità per Agosti di urlare al mondo, immerso nel traffico, nella droga, nella noia, nella pubblicità, nel denaro, in una vita che altro non è che pura esistenza, se non addirittura sopravvivenza, cosa in realtà si cela dietro la coltre dell’abitudine, della routine e dell’organizzazione sociale. Viviamo in un mondo, secondo Agosti, simile ad una ragnatela che impedisce i movimenti, i sentimenti, i rapporti sociali più genuini.
"Lettere dalla Kirghisia" è un libro, ha detto l’autore, che non parla di cose fantastiche, ma di cose reali. E allora di Utopia forse non si tratta: "ogni anno potremmo regalare una casa ad ogni italiano, con la metà dei soldi che vengono investiti nella droga o nella prostituzione".
Denuncia sociale, dunque, denuncia politica, universale perché quello di Agosti è un monito rivolto a tutti noi, un appello ad aprire gli occhi e a saper cogliere l’importanza di un unico concetto: "ogni individuo è un capolavoro unico". Solo quando si prenderà coscienza di ciò, si arriverà a capire il valore di ciò che quotidianamente "sprechiamo", il valore di una vita che va vissuta appieno e nel miglior modo possibile.
"Lettere dalla Kirghisia" per certi versi può anche essere considerato una sorta di saggio: l’autore dissemina definizioni e insegnamenti, per cui "il sapere è come un seme" e "imparare è un piacere raro", mentre "studiare è fonte di malattie" e "dallo studio nasce la repulsione per ogni forma di sapere". "Bisogna seminare, arare il campo", sostiene Agosti, "e soprattutto bisogna lasciare in pace il seme".

con beppe costa

Un saggio che si sofferma anche sulla condizione degli anziani, i quali possono dire di "aver ritrovato tempi e spazi dell’infanzia", possono dedicarsi all’arte e alla vita sociale. Un saggio che parla del dolore, "non previsto in natura, in quanto è indice di qualcosa che non va".
Quello che viene fuori allora da questo volume sembra essere un vero e proprio appello, quasi accorato, rivolto al genere umano, a guardare oltre e a saper andare oltre, a cogliere l’infinita importanza di ogni possibilità che ci viene data, perché ciò che conta è che tutti possono porre in atto "una rivoluzione straordinaria", partendo dal proprio piccolo; ciò che conta è "passare dall’asse della mera esistenza all’asse della vita"; ciò che conta è riuscire a raggiungere "l’autogestione del proprio destino" e garantire "non solo il necessario, ma anche il tempo per vivere".
Silvano Agosti nasce nel 1938 a Brescia, si diploma all’Istituto Magistrale e parte giovanissimo per l’estero, a piedi, come un pellegrino medioevale per visitare tutto il Medio Oriente e l’Africa del nord. Si iscrive nel 1960 al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si diploma nel 1962, vincendo con il cortometraggio "La veglia" il ciack d’oro che gli viene consegnato dal Presidente della Repubblica. Dopo aver lavorato con Marco Bellocchio alla sceneggiatura, i dialoghi, il montaggio de "I pugni in tasca", nel 1967 esordisce col lungometraggio con "Il giardino delle delizie"; nel 1975 dirige "Matti da slegare" con Marco Bellocchio, Sandro Petraglia e Stefano Rulli.

Dal 1976 al 1978 è docente di montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il suo cinema Azzurro Scipioni, nel quartiere Prati, diviene un punto di riferimento per i film d’arte e per quello impegnato. Nel 1983 termina "D’amore si vive", personalissima ricerca sulla sensualità e i sentimenti in una Parma tutta speciale.
Intorno agli anni Ottanta, inizia la sua attività letteraria che produrrà romanzi quali "L’uomo Proiettile", candidato al Premio Strega; "Uova Di Garofano", "La Ragion Pura", "Il Semplice Oblio" ed ora "Lettere Dalla Kirghisia".

Stefania del Ferraro (aise)









Lina Bernardi con i musicisti
PaoloVigliarolo e Giuliano Perticara

BEPPE COSTA INCONTRI. DACIA MARAINI da PELLICANOLIBRI

Lunedì 30 giugno alle ore 21

Il più atteso e gradito, un grande incontro con un libro fra i più belli di Dacia "Il treno dell'ultima notte". Perché accade quel che accade: Emanuele, il bambino protagonista del romanzo, percorre l'Europa alla ricerca del passato della sua famiglia. Un pugno di lettere e una riflessione sulla tragedia del nostro secolo, un viaggio nel dolore, nella memoria, nella crudeltà degli esseri umani.



Dacia Maraini


Presenti Dacia Maraini e Adele Cambria si conclude la serie di incontri con il libro, la voce, la pittura e la musica.
Un pubblico straordinario che si è spostato, non solo da Roma, per assistere a quello che è stato il programma forse più ambito della nostra attività. Un ritorno cui con affetto, calore umano e partecipazione emotiva sono stati presenti: Barbara Alberti, Aberto Bevilacqua, Arnoldo Foà, Silvano Agosti, Lia Levi, Enni, e Cecilia Gentile, a partire da maggio fino al prossimo lunedì. Con Dacia Maraini, presentata da Adele Cambria e le attrici Lina Bernardi e Cristina Cellini. Al piano Dario Pierini.




Alle ore 21, presso la sede di Pellicanolibri, via Gattico, 3
Tel. 06/61563181 - Roma (Casalotti)
Ingresso libero.


Adele Cambria



Liste Libri Scolastici. Roma Casalotti


Aggiornamento giugno 2014

Perché aspettare sempre l'ultimo momento?
sono già disponibili le liste delle scuole di Roma- Per ogni informazione, come sempre, siamo pronti a darvi tutte le indicazioni possibili per evitare, anche per chi volesse servirsi dell'usato, errori che fanno spendere il doppio, invece che risparmiare
Clicca sul sito Pellicanolibri



Via Gattico, 3- 00166 Roma (Casalotti) tel. 0661563181
pellicanolibri@libero.it


Al rientro dalle meritate vacanze, inevitabili sono le corse in libreria per la riapertura delle scuole. Per evitare inutili ansie ed errori, potete anche scriverci e noi, nei limiti del possibile, vi daremo tutte le informazioni necessarie.



I nostri clienti che da anni ci frequentano sono la garanzia della nostra precisione e correttezza.

Beppe Costa Incontri: Silvano Agosti


La registrazione dell'intero incontro:

con Lina Bernardi

da Pellicanolibri, Roma: 28 giugno 2008



Silvano Agosti in un ritratto di Fabio Mariani





Guarda il film "Silvano" di Ricky Farina

Continuano gli straordinari incontri presso Pellicanolibri di via Gattico, 3 - Roma Casalotti

Dopo Arnoldo Foà, Silvano Agosti: regista, scrittore, poeta, seguirà Dacia Maraini

























e ancora...
http://www.silvanoagosti.com/
Non venire è assolutamente impossibile!

Omaggio alla poesia: Arnoldo Foà di Stefania del Ferraro

Una serata indimenticabile! il più "grande" giovane attore del Teatro Italiano, le sue poesie, lette da splendidi attori ed un pubblico meraviglioso.



Riporto, con grande piacere l'articolo che segue di Stefania del Ferraro che ringrazio

Servizi del Giorno
17/06/2008 ore 19.41
Speciale Cultura

"OMAGGIO ALLA POESIA": I VERSI DI ARNOLDO FOÀ PROTAGONISTI A ROMA

Scrive di morte, e non solo, e lo fa in rime, ma sempre con quel sorriso amaro che lo contraddistingue. Per rendere omaggio alla poesia di Arnoldo Foà è stata organizzata ieri sera a Roma, presso "Pellicanolibri" di via Gattico, una serata con il famoso regista e commediografo, uno dei più importanti artisti italiani.

Alla presenza dell'autore, nell'ambito del progetto "Un libro... una musica... una voce...", curato da Beppe Costa, sono state lette poesie edite ed inedite, che hanno regalato il fascino di un artista completo, dedicatosi negli anni alla scrittura, con pubblicazioni e apprezzamenti critici. A leggere ed interpretare i versi di Foà, giovani attori quali Cristina Cellini, Lorenzo Degl'Innocenti, Orsetta Foà e Elena Balestri, con la musica di Roberto Procaccini, eseguita dall'autore.
Una poesia quella di Foà che parla della vita e del vivere quotidiano, dei sentimenti umani più importanti quali l’amore e la paura della morte, una poesia che elogia l’arte del poetare, i grandi del passato, che torna sempre più spesso sul tema del tempo inesorabile che passa, su inni alla donna amata, Anna. Una poesia che parla di tradimenti e di vita comune, ma che spinge l’uomo verso i valori più importanti e quelle che sono le reali cose cui dar peso. Una poesia goliardica, che non disprezza e non si vergogna di usare parole spinte, ma mai volgari, perché sempre affiora il sorriso, divertito o amaro che sia.

"Date retta", "Noi eravamo in quattro": queste le poesie con cui Foà ha aperto la serata, seguite dai versi letti dai giovani, tra cui "L’amore", "Storiella", "Incontro con Leopardi", "Amor di poeta", "L’uomo", "E’ brutta la vecchiaia?", "Il pene ha due funzioni", "Donna cosa sei", "Il cuore", "La vera tomba di Tato", "La morte", "Lei", "Che fortuna", "La poesia", "Al papà", "Lo sai cos’è l’amore".
Protagonista indiscusso della serata l’artista e le sue opere, ma anche il suo passato, il suo vissuto, di cui egli stesso ha tenuto a parlare, in modo particolare a raccontare gli esordi della propria carriera di attore. Poche parole, in realtà, spese però per esprimere il grande amore e la passione per la recitazione e il teatro.
vedi la registrazione
Arnoldo Foà, attore, regista e commediografo, è uno dei più importanti artisti italiani. Intensa e prestigiosa la sua attività teatrale: ha portato sulle scene spettacoli di autori sia classici che contemporanei, con registi come Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi, e con regie sue. Oltre a opere di Shakespeare, Pirandello, Aristofane, Checov, Plauto, Caldwell, O'Neill, ha rappresentato anche commedie e drammi suoi: "Signori buonasera", "La corda a tre capi", "Il testimone", e "Anphitryon toujours". È anche regista di opere liriche ("Otello" di Verdi, "Il pipistrello" di Strauss, "Histoire du soldat" di I. Stravinskij).

Sono celebri le sue dizioni di poesia (Dante, Leopardi, Garcia Lorca, Neruda, Lucrezio, ecc.), delle quali sono state anche realizzate registrazioni su vinile e cd (negli anni Sessanta la Fonit Cetra ha ricevuto il Disco d'oro per aver venduto più di un milione di copie del disco di poesie di Garcia Lorca). Ha interpretato più di 100 film e ha lavorato con famosi registi italiani e internazionali: Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Giuliano Montaldo, Orson Welles, Joseph Losey, Edward Dmytryk, Nunnally Johnson, Tony Richardson, Christian Jacques.
Il suo nome è legato ad alcune delle più importanti e famose produzioni della televisione italiana: "Capitan Fracassa", "La freccia nera", "Il giornalino di Gianburrasca", "Nostromo", e alcune recenti fiction come e "Fine secolo" e "Il Papa Buono".

Arnoldo Foà è inoltre pittore, scultore e giornalista e ha pubblicato due romanzi, "La costituzione di Prinz" e "Le pompe di Satana", e una raccolta di poesie, "La formica", tutti editi da Pellicanolibri. È da poco uscito per i tipi della Gremese il suo ultimo libro, dal titolo "Recitare. I miei primi 60 anni di teatro", in cui racconta ricordi e aneddoti, e dispensa consigli con passione e divertita ironia.

stefania del ferraro\aise

vedi aise (www.agenziaaise.it)del 17 giugno, ore 19.41

Beppe Costa Incontri: Arnoldo Foà


Beppe Costa un incontro di prestigio: Arnoldo Foà e la sua "Poesia"


in una scena de "Sul lago dorat0", di recente al Parioli di Roma





















Lunedì 16 giugno alle ore 21 presso Pellicanolibri, via Gattico, 3 Roma- Casalotti, (ingresso libero) incontro con Arnoldo Foà poeta e scrittore.
Alla presenza dell'autore, nell'ambito del progetto "Un libro... una
musica... una voce..." curato da Beppe Costa, saranno lette poesie edite ed inedite, che regalano il fascino di un artista completo, che negli anni si è seriamente dedicato alla scrittura, con pubblicazioni e apprezzamenti critici.
I versi di Arnoldo Foà saranno letti da giovani e sensibili attori: Cristina Cellini, Lorenzo Degl'innocenti e Orsetta Foà, con la partecipazione di Lina Bernardi. Musica di Roberto Procaccini, eseguita dall'autore.

Arnoldo Foà: Attore, regista e commediografo, tra i più importanti in Italia.



Intensa e prestigiosa la sua attività teatrale. Ha portato sulle scene spettacoli di autori sia classici che contemporanei, con registi come Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi, e con regie sue.

Oltre a opere di Shakespeare, Pirandello, Aristofane, Checov, Plauto, Caldwell, O'Neill, ha rappresentato anche commedie e drammi suoi: "Signori buonasera", "La corda a tre capi", "Il testimone", e "Amphitryon toujours", e “Oggi”. E' anche regista di opere liriche.

Sono celebri le sue dizioni di poesia (Dante, Leopardi, Lucrezio, Neruda, Garcia Lorca ecc.), delle quali sono state realizzate registrazioni su vinile negli anni ’60 (Disco d’oro per il disco di poesie di Garcia Lorca), e recentemente su cd.

Ha interpretato più di 100 films, e ha lavorato con famosi registi italiani e internazionali (Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Giuliano Montaldo, Orson Welles, Joseph Losey, Edward Dmytryk, Christian Jacques, Alessandro D’Alatri, Ettore Scola).

Il suo nome è legato ad alcune delle più importanti e famose produzioni della Televisione Italiana, tra cui "Capitan Fracassa", "La freccia nera", "Il giornalino di Gianburrasca", "Nostromo", “Il Papa Buono”.

Arnoldo Foà è inoltre pittore, scultore e giornalista, e ha pubblicato due romanzi, La Costituzione di Prinz e Le pompe di Satana, una raccolta di poesie, La formica (tutti editi da Pellicanolibri) e Recitare. I miei primi 60 anni di teatro (edizioni Gremese).



Beppe Costa sceglie. Dall'Idea di Massimo Consoli, di Alba Montori

Massimo Consoli con Elio Pecora e Beppe Costa, in memoria di Dario Bellezza


La festa dei matrimoni, LGBTQE, aquilana dell'1 giugno scorso organizzata dalle Amazzoni è stata davvero una esperienza molto bella e ricca di stimoli alla riflessione per tutta la comunità varia, ma soprattutto per la comunità abruzzese e non solo, spero. Per me è stato un modo in più per mettere il mio affetto e la mia esperienza di vita a disposizione di persone cui voglio bene per la passione che dedicano alla lotta per i diritti di tutti, a cominciare da una consistente fetta della società che per lo stato è come non esistesse o quasi.
Qualcuno potrà cercare di denigrare il significato di queste "unioni", sostenendo che si trattava di una pagliacciata, priva di valore legale e anche forse politico, una "menzogna mediatica", anzi credo che qualcuno lo stia già facendo.
Altri dopo aver gridato e tuonato allo scandalo hanno scelto le "preghiere collettive" per scongiurare gli effetti nefasti di questa indegnità...
Molti però dei presenti che assistevano erano e dichiaravano di essere felici di esserci e si auguravano che queste "nozze finte" potessero presto essere celebrate come "nozze vere " in Comune, come per tutti gli eterocittadini che lo chiedono all'ufficio apposito e cui è consentito di "fare le pubblicazioni".


Beppe Costa, Riccardo Peloso e Massimo Consoli che riceve il "Premio Casalotti" ne 1997


Il 30-11-2003 scrivevo a Massimo Consoli:

...Sono anni che dico ( e pratico, anche) il concetto che l'unione matrimoniale regolata per legge (soprattutto se religiosa) è una solennissima cazzata
buona per le menti deboli e prive di fantasia...
Visto che in ogni caso qualunque forma -legalizzata- di "matrimonio" è legata assolutamente al "patrimonio", meglio sarebbe senz'altro usare la legge, che c'è già e permette molte deroghe alla tradizione cattolicoromana ( non-automatica comunanza dei beni, non-automatico obbligo di convivenza sotto lo stesso tetto, mantenimento del proprio cognome, aggiungendo magari l'attribuzione di entrambi i cognomi ai figli, eccetera, ad esempio) come puro canovaccio per progettare ciascuno il proprio -a due- progetto di matrimonio e magari, se non è previsto o prevedibile da leggi buone per la maggioranza dei casi, rivolgersi a un notaio per stendere il patto tra persone ( di qualunque sesso siano) anziché al delegato del sindaco !
Credo che su questo principio dovremmo muoverci , a mio modesto parere.--

Aggiungo oggi (6 giugno 2008) che personalmente, assieme al mio amico e compagno di vita da ormai 37 anni, nel lontano 1971 decidemmo di utilizzare la legge "matrimoniale" vigente e unire le nostre esistenze con un patto di reciproca solidarietà e affetto, da L e G quali eravamo e perfettamente consapevoli di esserlo, visto che ci eravamo conosciuti proprio fondando quel movimento di liberazione sessuale da cui nacquero tutti gli altri.

Facendoci forti del "nuovo Diritto di Famiglia" ( che fu ampliato e reso più rispettoso della parità poi nel 1975, anche se non ancora abbastanza) e rassicurati dall'approvazione della legge sul divorzio, decidemmo di tentare questa avventura dell' "unione civile", in Campidoglio con l'assessore anziano a officiare e senza veli bianchi, né io, né lui.
Scandalo n.1: niente chiese e niente preti. Nella cattolicissima Italia( la religione cattolica era ancora religione di stato) e sotto il naso del papa.
Nel mondo ( anni settanta e successivi), dove comunque potevamo "apparire" come una qualunque coppia etero, ma non lo eravamo di fatto, abbiamo affrontato molte, moltissime difficoltà nella società "civile", poiché pretendevamo di muoverci nel lavoro e nella società e in famiglia con la nostra identità e in assoluta parità, senza nasconderci o mentire, e questo rappresentava lo scandalo n.2 come sarebbe apparso forse logico, ma che comunque ci ha portato a radicalizzare le nostre posizioni politiche.
Ma la cosa che non avevamo assolutamente previsto è stato lo scandalo n.3, quello suscitato fin da subito proprio all'interno della nostra stessa comunità, dove molte persone, che sono tuttora considerate tra gli "ideologi" GLBT italiani, non riuscirono a comprendere la rivoluzionarietà del nostro atto e spesso cercarono e cercano tutt'ora ( anche con successo) di emarginarci, ciascuno ed entrambi, misconoscendolo soprattutto politicamente come una posizione "di destra" o reazionaria, con una sorta di "ostracismo" che in realtà è probabilmente una forma più o meno cosciente di omo/lesbo-fobia interioriorizzata.
Mi/ci ha provocato molti dispiaceri, sentirci emarginati proprio tra quelli che meglio avrebbero dovuto comprenderci, ma siamo andati avanti, dopotutto sapevamo fin dall'inizio che il percorso non era di quelli agevoli, né avremmo avuto sconti da nessuno, amici o avversari che fossero.
Massimo Consoli rimase sempre, anche a distanza di oceani e di gruppi, amico e compagno nella lotta per la libertà: non fu mai tra quelli che ci emarginavano o ci prendevano in giro o addirittura ci denigravano; anche se all'inizio rimase sorpreso della nostra scelta fu uno dei pochissimi non solo a non scandalizzarsi, ma piuttosto a cercare di capire. Anzi amicizia e rispetto reciproco ne uscirono rafforzati. Dopotutto la diversità vera è una ricchezza, l'amore e la libertà sono fatti di rispetto dell'altro: di ciò ne eravamo così convinti che proprio su questo abbiamo costruito la nostra lunga amicizia E forse è proprio per la sua curiosità circa il nostro progetto di unione e alle relative discussioni, se prese ad interessarsi all'argomento.

Rileggendo la formula messa a punto proprio da lui per le Unioni o Patti d'Amore (fin dal 1976 Massimo Consoli officiava i "Patti d'amore" con "Rito Pagano Antico ed Accettato" alle coppie che lo desideravano) trovo sempre più pregnante ciò che scrisse poi in occasione del Kiss2Pacs del 14 febbraio 2004 - San Valentino che voglio riproporvi qui di seguito dal sito della Fondazione(*).

Massimo Consoli:
"Lo Stato deve capire che quando non e' capace di fare il suo dovere, le comunità al suo interno prendono iniziative autonome e vanno avanti per conto loro.
Cosi' e' sempre stato nel corso della storia.
Cosi' mi sembra giusto pensare che continuerà ad essere."


UNIONI MORALI:
LA NOSTRA COMUNITA' RISCHIA DI STACCARSI DALLO STATO ITALIANO: UNO "STRAPPO" DALLE CONSEGUENZE IMPREVEDIBILI TRA I GLBT E LA REPUBBLICA CHE NON LI RAPPRESENTA NE', TANTOMENO, LI DIFENDE

Quando lo Stato e' in ritardo rispetto alla società civile, quando frange estremistiche ed intolleranti che trovano ospitalità all'interno delle istituzioni cercano di imporre la loro visione del mondo al resto della collettività, quando i diritti fondamentali dell'individuo diventano un optional condizionato dall'interesse politico, le comunità piu' discriminate rivendicano la loro autonomia e vanno avanti per la loro strada indipendentemente dal potere centrale.
L'indifferenza e l'ostilità dello Stato italiano nei confronti della sua comunità piu' numerosa e qualificante, con una tradizione storica di grande spessore culturale e umano, e' ormai giunta al suo punto di rottura.
Visto inutile ogni sforzo di poter esprimere la propria identità sociale, sessuale, culturale in maniera pacifica ed all'interno di questa società, la comunità varia procede ormai per conto suo. E' dal 1976 che, di fronte alla nostra comunità, celebro unioni morali tra persone che si amano, indipendentemente da vincoli legali o da costrizioni giuridiche.
Il 2 settembre ed il 21 ottobre di quell'anno, presso l'Ompo's di Roma, si svolse una cerimonia tra due ragazze (la prima volta) e tra due ragazzi (la seconda volta). In tale occasione si prese atto di fronte alla comunità dell'amore esistente tra questi giovani.
Un'altra volta, l'unione venne celebrata fra due ragazze ed un ragazzo. Quella tra Riccardo e Paolo (1977) venne anche ripresa da Luigi Comencini in un suo documentario a puntate, trasmessa dalla TV di Stato l'anno successivo e poi raccontata su un libro, "L'Amore in Italia", edito da Mondadori nel 1979.
Molti giornali si occuparono di queste unioni che ho continuato a celebrare nel corso degli anni. Il più intelligente fu, proprio agli inizi, il settimanale "Amica", del 23 dicembre 1976, che con Antonella Amendola affrontò con grande delicatezza l'argomento. Una pagina di quest'articolo è stata ripubblicata, con le sue tre foto, su "Bandiera Gay" (Edizioni Libreria Croce, Roma, Novembre 1999).
Le ultime unioni che ho celebrato sono state tra Barbara e Maya, il 27 luglio 2002, e tra Paolo e Nicola, il 25 agosto successivo (addirittura, in un angolo nascosto di un ospedale dei Castelli Romani…!) ""

(*) La Fondazione Luciano Massimo Consoli è una associazione nata per conservare la storia GLBTQ da lui portato avanti per quasi cinquant'anni e metterla a disposizione della collettività. Chiunque può iscriversi e collaborare al progetto.Nel sito della fondazione potete trovare moltissime informazioni e anche il link per poter pagare la vostra quota di iscrizione direttamente con PAYPAL .
Senza memoria non c'è futuro.
Arrivederci al GayPride domani a Roma

Alba Montori


W le differenze - W la parità di diritti e doveri
abbasso la falsità e l'ipocrisia
abbasso le omologazioni egualitariste
condividi le informazioni e le esperienze



Grazie Beppe!
a nome di tutti i fondaroli e anche degli amici del Centro Studi Ulrichs
Le immagini dell'avvenimento si possono visionare su
http://fondazionemassimoconsoli.com

alba


BEPPE COSTA INCONTRI da FOA' a DACIA MARAINI


da ARNOLDO FOA', all'incredibile SILVANO AGOSTI, fino a DACIA MARAINI

Allestita dal 9 giugno anche la mostra fotografica:
10+1 ALTRI EROI
a cura di Raffaele de Salvatore

La poesia di Arnoldo Foà, Lettere dalla Kirghisia di Silvano Agosti (dove molti di noi vorrebbero andare), fino allo stupendo nuovo romanzo di Dacia Maraini, "Il treno dell'ultima notte", con la presenza degli stessi autori.
Si comincia con Annachiara Zincone e il suo libro autobiografico "Amnesia", in questo caso sarà lei stessa, in arte Enni, ad eseguire alcuni brani musicali accompagnata da Francesco Lo Cascio.

Con cadenza settimanale a partire dal 9 giugno tutti i lunedì, dalle ore 21, per un paio d'ore, presso Pellicanolibri è ripresa la tradizione degli incontri d'Autore: con quegli scrittori, attori, poeti, musicisti che difficilmente è possibile vedere in televisione.
Perché oramai essa, tivvù, è alla mercè di persone che tutto vogliono tranne che l' impegno 'culturale'. Un paese colto è più difficile da governare, non conviene a nessuno, neppure al droghiere che può venderti la marmellata cinese fatta all'Aquila.

Se poi basta Fabio Fazio per stare a posto con la coscienza non sappiamo neppure fino a quando. Perché i suoi ascolti non sono certo quelli di Vespa (con famigglia a carico, Crepet, Bruno (l'assassinologo, Palombelli, e per fortuna che Taormina tace, almeno fino alla prossima strage).


Sì, però c'è Marzullo, c'è sky, c'è che mia nonna che, con un solo canale, scopriva Villa e Tenco e così sceglieve fra prodotti completamente diversi, oggi i nostri figli e nipoti passano da De Filippi a De Filippi.

Di Silvano è possibile vedere il film posto qui accanto di Ricky Farina, che ringraziamo.

Beppe Costa oggi scelgo la poesia di Beatrice Niccolai






La tagliola


ora che vestendomi di parola, sono nuda
a te il grande compito di farmi terra senza confine
e restituirmi finalmente al cielo.

Ora che sai che m'hanno stuprata la carne e il cuore
e che non ho vergogna nello spogliarmi
a te il grande compito di raccogliermi
e farmi diventare arco dei tuoi suoni.

No, io non provo vergogna
per tutti quei solchi che mostro,
insegnami a ritrovare un antico pudore
ch'è il volo di un aquilone
nel cielo violato dagli aereoplani.

Con cura, sarà tuo il compito
di infrangere la bolla di sapone dove coltivo le parole
e dove da qui divento arco
per le tue frecce.

Vestimi di te
senza ch'io me ne accorga,
magari nel sonno, perchè io non fugga
in tagliole già assaggiate.

Ero una giovane cerbiatta ferita
che correva nel bosco.
La ferita evidente faceva sparare i cacciatori
ha troppo belli gli occhi, - dicevano -
perchè possa morire.

Ora che non ho più la sostanza del pelo
nel tuo bosco, sii per me,
tu

la tagliola.


Bevimi piano


Stappami senza guardare dove cade il tappo.
Se cade in testa, non sposarmi mai.
Magari come già fai, Amami
come si Amano le cose che chiedono Cura
e che non si sposano mai

Stappami la sera e non parlarmi di problemi
che ho già i miei e i Tuoi da risolvere
Tu arriva e Amami, con dolcezza
come si Amano le cose che non si avranno mai

Hai un modo curioso di stappare la bottiglia
abituato a stappare le bottiglie con tappo a vite
Ti perdi nel sughero dei miei giorni
sempre in Te galleggio

Il calice no, non riempirlo mai.
Un dito nel bicchiere mi basterà
per alzarlo in alto
alla Tua, alla mia, alla Nostra
perchè Tu mi veda anche in mezzo alla folla
con il braccio alzato in un dito di cristallo.

Indice
di tutti gli indici, il Tuo confuso al mio
anulare mai,

Amami così
che forse ci si Ama di più
perchè precarietà è indiscussa stabilità.

Poi, piano, sorseggiami. Senza fretta.
Che il Gusto arriva con le Tue labbra
fammi bere la Tua sete

e di Te tutto
che non sia Mai di Noi

abitudine.


Ho avuto la fortuna di incrociare la mia strada con le parole di Poesia di Beatrice attraverso la rete. La rete, un luogo che sa avvicinare le persone che sanno ascoltare, ascoltandosi. Dall’ascolto e dall’amore appassionato per la Poesia è nata, crescendo nell’affetto dei giorni, un’amicizia che dona serenità. La poesia unisce i cuori che sanno ascoltare, vibrando nella luce di ciò che possono toccare, sentire, annusare, vedere, respirare, assaggiare…Beatrice ama le parole e ne ha molta cura. Le cuce con la premura dell’Amore usando fili di gioia, tenerezza, passione, tristezza, malinconia e molto altro. Fili come inchiostro rosso, impresso indelebilmente nell’anima.
Le sue parole accarezzano, scavano, baciano, stringono, feriscono, dissetano, incantano, dipingono, straziano, uniscono, dividono, evocano. Sono timbri, intrecciati in colori trapunti di Vita; nella traccia impressa nell’anima prendono vita in suoni, trattenuti nei solchi che la puntina della memoria smalta in tinte sfumate. Nel silenzio diventano la voce del cuore che ascolta e ne assorbe l’odore, quasi una scia da seguire, per trovare l’impronta di sé. Perché nelle parole ci sono immagini, istanti che attraversano gli occhi in onde di calore. Nella Poesia di Beatrice si possono ascoltare una grande quantità di colori, colmi d’intenso sentire e divengono rugiada che disseta e scalda il cuore. (blue)

3 giugno 2008 22.47

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