nei coni d'ombra dell'uomo si nasconde sempre una luce - Mostra personale d'arte di Shikanu'



(Pitzinno in Sardinia) “Sfoglio biografie di pittori, come potessi catturare una forma o più presuntuosamente carpirne uno spazio. Mi disseto di figure e con le dita seguo i contorni, replicando capolavori. Mi annoio di parole e inseguo colori che non so dire, tele che non so fare, note che non so suonare. Sono avido di muse o forse solo capriccioso, come sanno essere solo gli insonni, che in quelle poche ore di sonno strappano sogni.” da “quaderni dell’impostura” di Alessandro Assiri, Lieto Colle 2008 E non solo sogni, sono appunto le opere di Shikanu’ (Antonella Meloni Corsini), Pittrice e Curatrice d'arte.  (forasdomine

Ex Gallerista (a soli 17 anni avvia il suo primo atelier e galleria insieme al marito), subito si scontra con il sistema di marketing che ruota intorno al mondo dell'arte opponendosi con forza alla rete di critici che tendenzialmente mira a uniformare gli stili a una moda ritenuta certa fonte di reddito. Dal 1979 al 1992 si muove nel mondo dell'arte mettendo in primo piano il rispetto per le differenze individuali, nella convinzione che il vissuto di ciascuno porti inevitabilmente gli stili a differenziarsi; si fa pertanto paladina dell'indipendenza artistica in un periodo in cui il gusto per il bello sembra sintomo di anacronismo. Dopo una breve pausa dedicata esclusivamente al lavoro in ospedale (professione che comunque tutt'ora mantiene) apre la seconda Galleria d'Arte a Parma nel 1999 per poi abbandonare definitivamente l'attività di gallerista e dedicarsi alla promozione della cultura con spirito di solidarietà verso chi fa dell'arte uno strumento di espressione e di comunicazione fra la gente. Nel 2008 fonda con Roberto Flore una associazione ONLUS "Pitzinnos in Sardinia" con lo scopo di aiutare i bambini in difficoltà attraverso la promozione e la diffusione di eventi artistici e culturali. Iscritta alla SIAE come autrice per la parte letteraria di canzoni, nonché artwork ufficiale di numerosi artisti, sia musicisti che letterati (tra questi Capitano, General Lee, Souls of Diotima, Winter Haze, Alex Murgia, Aliosha de Pari, Andrea Poddighe, Lucky Bastardtz, Terrorswuing, ecc.). È stata parte attiva del gruppo "Pittori e Poeti dello spazio" voluta fortemente da Beppe Costa e Fabio Barcellandi, gruppo di promozione della cultura che abbraccia tutta l'Italia.  (verso la luce) Opere, sogni, e non solo, che sarà possibile apprezzare - nei coni d'ombra dell'uomo si nasconde sempre una luce - la mostra personale d'arte di Shikanu' (Antonella Meloni Corsini), evento associato al Teranova Festival (Roma 28-31 ottobre), che si svolgerà dal 28 ottobre al prossimo 12 novembre 2009. 

Inaugurazione: Mercoledì, 28 ottobre 2009, ore 18.00 presso il: Caffè Letterario, Via Ostiense, 95 – 00154 Roma 

FESTIVAL TERANOVA - I PREMIATI 2009 NAIM ARAIDI


Naim Araidi
Né en 1950 dans le village druze de Maghar en Galilée (Israel), Naim Araidi appartient à une génération d’écrivains israéliens dont la vocation est de vouloir conjuguer identité et culture commune. Son oeuvre littéraire, qui s’exprime aussi bien en hébreu qu’en arabe, est riche de plusieurs recueils de poésie, d’essais et de prose (nouvelles et roman). Elle est traduite en plusieurs langues (anglais, espagnol, allemand,…).
Fondateur du Festival de poésie méditerranéenne « Nissan » (Printemps) qui se
déroule chaque année en Galilée, Naim Araidi a été invité à plusieurs reprises par le
Centre Georges Pompidou, par les Ateliers de traduction poétique de l’Abbaye de
Royaumont et par le Centre International de Poésie de Marseille.
Naim Araidi aime donner à la poésie des symboles forts d’ouverture et de mélanges
religieux et ethniques : orthodoxes, musulmans et Druzes (culture et religion majoritaire à Maghar et en Galilée). Il incarne un porte-parole de valeur pour les Druzes.
Son oeuvre est traduite en français par Michel Eckhard-Elial :
Le trente-deuxième rêve, Levant, 1990
Nés en Israel, Stavit, 2002
Une fête pour les choses tristes, Levant/Méditerranéennes de la Poésie, 2005


Naim Araidi
Nato nel 1950 nel villaggio druso di Maghar in Galilea (Israele), Naim Araidi appartiene a una generazione di scrittori israeliani la cui vocazione è quella di cercare di coniugare identità e cultura comuni. La sua opera letteraria, che si esprime altrettanto bene sia in ebraico che in arabo, è ricca di diverse raccolte di poesie, saggi e prose (racconti e un romanzo). È tradotta in diverse lingue (inglese, spagnolo, tedesco, ...). Fondatore del Festival di poesia mediterranea "Nissan" (Primavera) che si svolge ogni anno in Galilea, Naim Araidi è stato più volte invitato in Europa dal Centro Georges Pompidou, dagli Ateliers di traduzione poetica dell’Abbazia di Royaumont e dal Centro Internazionale di Poesia di Marsiglia.
Naim Araidi ama caricare la poesia dei simboli forti di apertura e di fusione religiosa e etnica: ortodossi, musulmani e drusi (la cultura e la religione prevalenti a Maghar e in Galilea). È il portavoce dei valori drusi.
La sua opera è stata tradotta in francese da Michel Eckhard-Elial:
« Le trente-deuxième rêve », Levant, 1990
« Nés en Israel”, Stavit, 2002
« Une fête pour les choses tristes », Levant/Méditerranéennes de la Poésie, 2005



Plaques with poems of jewish poet Miron H. Isaacson and Arab poet Naim Araidi on a wall in S. Luke st. Wadi nisnas, Haifa


Pannelli con poesie del poeta ebraico Miron H. Isaacson e del poeta arabo Naim Araydi su un muro in via S. Luke Wadi nisnas, Haifa

FESTIVAL TERANOVA - I PREMIATI 2009 >>>>> BEATRICE NICCOLAI

Beatrice Niccolai nasce a Borgo San Lorenzo (FI) nel 1967. Autrice di “Sans Papier – Reato d’esistenza di una buona a nulla” (Ennepilibri 2006) e di “Gramigna” (Ennepilibri 2008). Madrina di un premio di poesia itinerante “Premio Piera Micheli Rossi” (LO). Le sue parole accompagnano artisti in Italia e dal 2008 anche oltre oceano. Le sue poesie sono state tradotte ad oggi in quattro lingue. Ex tante cose, ora oltre ad essere una donna e una madre, è uno spazio vuoto in mezzo alle parole. * Excerpt da Gramigna - di Beatrice Niccolai
Beatrice in contra Dacia da Pellicanolibri

 LA MIA ABBAZIA Inspiro pensieri senza filtro nel vuoto d'un momento. Se Dio esiste, sta nel delirio degli abusati dalla vita, sta in un peccato. Dietro cespugli di carezze e dolori, scorge come un castello abbandonato anche da Dio la mia Abbazia. ROSSO PECCATO Non chiudesti porte dietro Te, nell'indecenza di un Amore dichiarato alla frontiera d'un destino già occupato. - Fermo per giacenza - vociferano ancora gli angeli hanno messo radici anche le ali, nel rosso peccato del melo. L'INFERNO DEGLI ANGELI La sera restituisce le poche, improbabili certezze. Dev'essere così l'inferno degli angeli. CROCE Vivo una vita senza pareti né Cristi appesi. L’ultimo Cristo ch’è passato di qua m’ha lasciato la croce LE ALI C’è una leggerezza infinita in ogni macigno che mi doni. Sopravvivendo l’inferno mi sono spuntate come germogli, di me, le ali. * Gramigna - Prefazione di Beppe Costa Non avrei mai pensato, dopo tanto tempo, di potere piangere e urlare di gioia e meraviglia. Una sorpresa di fine maggio, la pioggia, e, quasi all'alba, una riga, una voce, quasi un grido la notte del 31 maggio: "Grazie per lo straordinario blog e grazie per avere Cura delle Parole e di esserne saggio e premuroso guardiano". Beatrice Così, semplice, come fosse niente, un tumulto e mi ritrovo con immagini ed emozioni composte di parole. Sì parole come tante com'è d'uso come in uso. Ma con quale forza, dignità, passione, che altrove non avevo incontrato. Dove la differenza? Dove l'inganno? Nella misura, nella drammaticità, o brevità dell'immagine che appare immediata come una foto scattata senza preavviso che coglie la smorfia, l'ombra che non c'è, il vago chiarore o la luce di Caravaggio. E che si scomodino i poeti maledetti, Rimbaud in testa o Pasolini, cos´è tanto per non aver altro da dire? Cos'è se non ciò che non abbiamo mai incontrato? Ovvero ciò che non abbiamo avuto la fortuna d'incontrare. Quale forza che ha velocità d'un fulmine in una frase che in due, tre o anche quattro righe ci narra un dramma che richiede poi qualche decina di pagine di spiegazione? Qualcosa mi ricorda Beatrice Niccolai, qualcosa ch'è facile controllare: frasi brevi e all'apparenza monche di una Anna Maria Ortese in alcune lettere a me o a Dario Bellezza nel descrivere la propria solitudine, ma anche il disincanto o la spesa per i farmaci. La stanza della Ortese in Liguria è buia, la pioggia si sente, profuma, la voce mai perduta, mai triste, anzi più ferma che mai dell'una minuta e fragile all'apparenza e dell'altra in Toscana, di opposta corporatura ma entrambe a squarciare la letteratura, a dirci ciò che c'è non è rispetto a ciò che loro scrivono. Anni di silenzio e di oblio trascorsero, senza che lei potesse avere aiuti o riconoscimenti, anni terribili, bui, che solo una donna forte e coraggiosa affrontava badando ad una sorella (Maria), debole e ammalata. "Faccio una fatica indicibile a scrivere qualunque cosa - anche le lettere, che un tempo erano libertà e felicità, mi sono oggi sofferenza. Il mio unico lavoro è ricopiare cose del passato, per renderle leggibili." Anna Maria Ortese Beatrice qui, come lei allora, vivono di letteratura, un atroce delitto inammissibile, per alcuni che talora urlano loro di andare a lavorare. Questo era accaduto e accade e ci si chiede ancora se esista, nel nostro paese o altrove, il mestiere dello scrittore, del poeta. Certo mettere righe, l'una accanto l'altra, comporre in un vortice di parole e di concetti può essere fin troppo facile. Ma non dove abita la poesia, dove si fa sangue e carne, dove attacca, ferisce, s'impiglia, annega, risorge, ferisce, intrappola, fino a farti urlare per dire: ti ho stanato infine, vieni fuori Poesia, vieni ancora Beatrice. Sei un sogno davvero! Lo stile, il linguaggio, il contrasto, la contraddizione, insieme: l'uno verso e contro l'altro: "Su queste labbra Io ho inventato uno spazio muto Dove perdermi per ritrovarti E ancora disegnarti Per raccontarmi una bella novella illustrata" Solo su queste cinque righe si potrebbero scrivere pagine per spiegare la struttura del sogno e dell'inganno. Poeta che si maschera, che finge ed è sincero allo stesso tempo. Non paragono, malgrado abbia voglia di farlo per accenno, Beatrice Niccolai a nessuno dei Poeti ma, semmai per alcuni aspetti ai molti "inganni" di Fernando Pessoa, anche perché questo presentato è un libro che ne anticipa ad oggi almeno altri due. Grazie di avermi ridato la "Poesia" Beppe Costa * N.B.: Beatrice Niccolai sarà presente al Teranova Festival di Roma i prossimi 28 29 e 30 ottobre: TERANOVA FESTIVAL 2009 (28 29 e 30 ottobre) – PROGRAMMA