Salerno – Al via la 3^ edizione di “Letture senza confini”

Dal 30 giugno ritorna con la terza edizione il progetto di invito alla letteratura “Lettura senza confini“. SALERNO –

Prende il via la terza edizione del Progetto di invito alla lettura “Letture senza confini”, promosso dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno, in collaborazione con l’Associazione “Proteo Fare Sapere Campania” e “Multimedia edizioni – Casa della poesia”. “Letture senza Confini” presenta, per il 2010, alcune novità. Il percorso di incontri con l’autore si svolgerà, Salone Villa Carrara, infatti, da giugno a novembre, nella convinzione che la buona lettura “non va in vacanza”, in vari luoghi della città, con l’intento di sperimentare una Biblioteca aperta ed itinerante. Ed ancora, “Senza Confini”, così denominato per la provenienza ed i temi universali affrontati dagli autori coinvolti, si rivolge quest’anno anche al mondo dei bambini con alcune specifiche proposte di lettura e di conoscenza. Letture, video, una mostra e performances teatrali si alterneranno nei sette appuntamenti previsti, caratterizzando la nuova edizione del Progetto. Mercoledì 30 giugno, alle ore 20,00, presso il Salone di Villa Carrara, il primo degli incontri con Elvira Mujcic, giovane scrittrice bosniaca che presenterà, insieme ai responsabili della Multimedia edizioni-Casa della poesia, curatori dell’incontro, i suoi libri “Al di là del caos” e “Se Fuad avesse avuto la dinamite?”.foto: Elvira Mujcic La giovane scrittrice bosniaca, naturalizzata italiana, partendo dalla sua terribile esperienza personale di profuga scampata agli orrori del massacro di Srebrenica, ha sentito il bisogno, diventata adulta, di raccontare al mondo la tragedia balcanica, vissuta all’epoca con gli occhi di un’adolescente. Nella prefazione al volume “Al di là del caos”, Predrag Matvejevic scrive: “Questo libro è una rara testimonianza proprio perché, a differenza di molti altri testi analoghi, ha trovato un’adeguata espressione letteraria”. Ed ancora, in “E se Fuad avesse avuto la dinamite?” i due personaggi, zio e nipote “si districano tra passato e presente, s’inoltrano nei terreni dei rancori familiari, intrecciano guerra e amore, verità e dubbio, passeggiano attraverso le follie di un popolo inebetito, cristallizzato nell’incubo del conflitto”. Elvira Mujcic è nata nel 1980 in una piccola località serba ma, subito dopo la nascita, è arrivata a Srebrenica, in Bosnia, dove è vissuta fino all’inizio della guerra, nel 1992. Da Srebrenica si è spostata con sua madre e i fratelli prima in Croazia, in un campo profughi, poi in Italia. Nel 2004 si è laureata in lingue e letterature straniere e si è stabilita a Roma. Il Programma in collaborazione con “Multimedia edizioni – Casa della poesia” 30 giugno, ore 20,00, Villa Carrara – via Posidonia Elvira Mujcic presenta “Al di là del caos. Cosa rimane dopo Srebrenica” e “Se Fuad avesse avuto la dinamite?” 13 luglio, ore 20,00, chiostro ex Convento S.Lorenzo, via dei Renzi Jack Hirschman presenta “Magma” 21 luglio, ore 20,00, chiostro Ave Gratia Plena Minor, Via Canali Etel Adnan presenta “Nel cuore del cuore di un altro paese” 9 settembre, ore 20,00, Villa Carrara – via Posidonia Beppe Costa presenta “Anche ora che la luna”

nella foto: Beppe Costa e Jack Hirschman 



ANCHE ORA CHE LA LUNA… – lettera di Fabio Barcellandi a Beppe Costa


ANCHE ORA CHE LA LUNA

Anche ora che la luna... a che serve se quando tu c’eri lei era già andata via Anche ora che la luna c’è non ci sei tu e mi domando se anche le stelle giocano con te come te e ancora mi domando se nella terra dove sei voluta andare c’è la stessa luna e lo stesso mare Anche ora che la luna torna tu forse se tornerai, tu ritornerai diversa non sarai più con me che non ho luce e non ho stelle in universi andati avevo speso i miei pensieri tutti per te E non ne trovo altri, cerco invano prima che la luna torni mentre non ci sei Non sei più e mi chiedo se la luna ha trucchi e inganni se ha complici o tiranni d’amore quella luna che non c’è Ed io qui seduto davanti la soglia e tu a guardare altro cielo altro mare dove la luna che qui non c’è lì c’è! 
Caro Beppe, grazie. Anche ora che la luna… anzi, soprattutto ora che la luna… è più vicina grazie a te, grazie. Da sempre ce la indichi, la luna e da sempre la luna è lì, dove tu ci dici, ma noi niente. Ciechi, o più probabilmente miopi ed egoisti tanto - certo - che invece di guardarla, in tutto il suo splendore, non riusciamo che a vedere il nostro misero dito; i più fortunati il tuo, quanto meno, che già è un inizio. 

Chiunque altro si sarebbe da tempo e giustamente arrabbiato, si sarebbe infuriato, ci avrebbe maledetto, magari ripudiato o peggio, amareggiato, si sarebbe ripudiato lui stesso, per non dover più avere a che fare con un simile manipolo di irrimediabili. Ma non tu, no, tu no. Tu sei andato a prendercela! Poeta, a te nulla è impossibile, nulla, perché nulla possiedi e il nulla, tutto, ti obbedisce. Ti sei messo in viaggio e sei andato nello spazio, MySpace, che non è il mio, ma è anche un po’ mio e tuo e suo… 

Un viaggio lungo, il tuo, lungo e incerto, pesante, difficile e pericoloso. Un viaggio ancora in atto. E così sei partito, destinazione? La luna. La strada? La musica. La musica che hai ascoltato, la musica che ti ha salvato, la musica che ti ha fatto tornare, la musica che ha saputo metterti le ali per spiccare il volo, che ha saputo ridarti voce, le parole, per tornare a parlarci, a indicarci la luna, la musica che ci ha salvato, quella di Yndya, di Giuliano Perticara, di Alessandra Celletti, di Dario Pierini, di Giovanni Renzo, di René Aubry e Lino Cannavacciolo fra gli altri, tanti. 

 E quindi la poesia, dopo la musica, grazie alla musica, su quelle note che hanno saputo farsi strada fino a noi, grazie alla voce, la tua in primis e poi quella di tutti gli amici attori che come in una maratona si sono dati il cambio passandosi il testimone, da Arnoldo Foà a Lina Bernardi, a Cristina Cellini, a Nini Ferrara, fra gli altri, tanti. Poesia scritta, poesia letta, poesia recitata, poesia musicata e poesia visiva, quella dei quadri e delle opere di cui la tua strada è costellata, lastricata, a fare luce sulla materia dell’immateriale arte. Quella di Fabio Mariani, di Shikanu’, di Gene, fra gli altri, tanti. 

Di me e di altri, ancora recita il tuo MySpace, la tua poesia, quindi, ma non solo, anche la poesia di altri poeti, quella di Mariaelisa Giocondo, di Andrea Garbin, di Chiara Daino e di Beatrice Niccolai, fra gli altri, tanti. Finché sulla luna ci sei arrivato, finché la luna l’hai trovata per davvero, lei c’era, tu lo dicevi, e come promesso ce l’hai (ri)portata, in questo viaggio ancora in atto, ma di ritorno. La luna, piena, la cultura tutta, in senso lato, ampio che a partire dagli incontri alla Pellicanolibri e dall’inaugurazione di "Malaspinarte 2008" a Massa, per passare poi dal premio per la poesia "CIAC 2008" a Castel Sant'Angelo, verso il premio "Iceberg News" (Teranova-Villa medici) per ...parole... (2008) e il "Tour Salento" per l’omonimo international film festival, ti/ci ha condotto a "I Poeti e Pittori dallo Spazio", rassegna di nuova poesia e arte contemporanea con autori emergenti, ma di già provato valore. 

 Grazie. Anche ora che la luna… anzi, soprattutto ora che la luna… è qui, davanti i nostri occhi grazie a te, grazie, caro Beppe. Tuo, Fabio Barcellandi 

Anche ora che la luna - Beppe Costa Testo a fronte: N
ISBN: 88-86203-55-1 Collana: Le belle bandiere 
Pagine: 160, € 15.00

L'ANIMA DEL MONDO - Incontri di poesia del Galeter (reading di poesia e musica dal vivo).

sabato 19 giugno 2010 alle ore 21.30, presso il Caffè Galeter di Montichiari (BS) in Via Guerzoni 92h: L'ANIMA DEL MONDO - Incontri di poesia del Galeter (reading di poesia e musica dal vivo). musiche di ANGEL GALZERANO Nato A Montevideo, Uruguay da emigranti italiani. Cantautore, chitarrista , charanguista e compositore di colonne sonore. Dal suo arrivo in Italia ha dato vita a numerosi gruppi di musica d'autore tra cui "Voces de America", "Canto Libre", "Essenza" e "Angel Galzerano trìo" La sua arte si esprime anche nel teatro, componendo musica per diverse opere: "Que culpa tiene el tomate" di Fabio Maccarinelli, (premio Paolo Grassi 2000, miglior opera prima per la Lombardia) "L'uomo dal fiore in bocca" con l'attrice cantante Livia Castellini "Pampas" di Fabio Maccarinelli. Oltre che per il teatro compone colonne sonore per documentari; ha scritto la musica della collana di video di tradizioni locali "Antichi mestieri bresciani" e per documentari per RAI international e RAI 3. Attualmente: è chitarrista del ensamble di musica ebraica "SHALOM" di Verona. E' chitarrista e vocalista del "Angel Galzerano trìo" . Collabora con diversi cori locali con i quali esegue l'opera musicale “La misa criolla" del compositore argentino Ariel Ramirez in qualità di charanguista e chitarrista. Da qualche anno opera nell'ambiente scolastico con progetti interculturali, concerti didattici e con l'insegnamento della chitarra. LABORINTUS: tra patafisica e avanguardia. Omaggio a Edoardo Sanguineti. di ANDREA GARBIN RAP... SODIE MIGRANTI. Presentazione e reading di VIOREL BOLDIS. Viorel Boldis è nato nel 1966 a Oradea, nel nord-ovest della Transilvania. Ha pubblicato la raccolta di poesie "Da solo nella fossa comune" (Gedit Edizioni, 2006). Partecipa a reading e slam di poesia. Nel 2005 ha vinto il concorso Eks&Tra. TRA MURA DI VENTO. Presentazione e reading di ROSANA CRISPIM DA COSTA. Rosana Crispim Da Costa è nata a San Paolo del Brasile. Vive da diversi anni in Italia. Premiata al concorso EksTra, ha pubblicato la raccolta di poesie e prosa "Il mio corpo traduce molte lingue" con Fara Editore. Ha collaborato con radio e televisioni private. Nel 2006 l'antologia "Desejo" è stata segnalata al Premio Popoli in Cammino. Prima classificata al concorso Lingua Madre nel 2007. Vincitrice del Premio Nazionale di Poesia Città di Castorano 2009. Da anni è docente di giochi interculturali. Di recente ha iniziato l'attivita di paroliere per diversi musicisti. Ha ideato gli spettacoli "Poesie e suoni oltre i Confini" e "Melting Pot".

Cinzia Pierangelini, " 'A jatta ", GBM edizioni

ISBN 9788875600228
pag. 160. €  13.50
Cinzia Pierangelini, " 'A jatta ", GBM edizioni, € 13.50
distribuzione PDE


'A jatta (la gatta) ma chi ormai non comprende i termini di un dialetto siciliano, trasportato in letteratura da Sciascia, Camilleri e non per ultima Agnello Hornby?
E a quest'ultima, alla "Mennulara" farei riferimento nel raccontare le emozioni che 'A jatta ha provocato (ma anche lasciato dentro di me per sempre - come accade solo a pochissimi libri dei tanti che si leggono).
Così, con questo riferimento nulla volendo togliere agli altri autori, se non ché le due donne vanno ben oltre al linguaggio di Sciascia, che tanto ci ha narrato, o di Camilleri, che nei suoi racconti di Montalbano dice una volta per ripetere sempre - ben altro il Camilleri che pochi leggono e ancor meno capiscono (o colgono) da "La concessione del telefono" al "Birraio di Preston".
Ma lasciamo i due autori (ne parlerò in seguito) per rimetterci al corso del linguaggio e del dialetto usato da Hornby come da Pierangelini. In entrambi i casi non è un abuso né un uso per provocare la 'risata' o la 'confusione' al lettore.
Bensì il trasmettere parole (altrimenti intraducibili che il dialetto siciliano ha: un esempio? tumbulata \ schiaffo, ebbene, in tumbulata o timbulata (secondo province) c'è il movimento della mano in tutto il suo lungo andare, creando un movimento d'aria che lo schiaffo (tentativo goffo) non rappresenta.
Dico questo, che ritengo però importante, visto che a volte i critici odierni colgono (sfogliando qualche pagina, un risvolto, o una retrocopertina) soltanto (o per criticare - che critici sarebbero?) la parlata nostra.
Orbene nel linguaggio d'a 'jatta c'è la perfezione nell'uso dei termini (mai eccessivi, e neppure autoreferenti) per raccontarci una vicenda, apparentemente semplice, ma con tale descrizione dei personaggi (tutti) da renderli non vivi, bensì parenti, amici, forse contenuti nel nostro sangue, o desideri, vicende talmente ben orchestrate (non per niente l’Autrice è anche musicista) che non vi sarà possibile non leggerlo tutto d’un fiato.
Potremmo dire che è la storia di Alfredo, che vive con una gatta (condanna e compagna) la propria esistenza quando non ha più voglia neppure di ricordare passato e trascinarsi solo indolentemente sul presente, senza farsi troppo toccare dalle vicende degli amici o del paese o dal pensiero di come potrebbe essere un futuro. Un uomo che appare privo di desideri, che d’improvviso fa un incontro straordinario, (come Totò in un noto film di Pasolini che non vi cito) da brivido e che, di colpo, come un uragano, gli rivoluziona l'esistenza. 
O quella di Andrea, della sua modificazione in donna e dell'inizio della sua esperienza sotterrando la vita precedente, crudele, che il lettore scopre in un flashback che si inserisce fra presente e passato, che ritorna prepotente e costante.
Il racconto emoziona e per quanto riguarda (neppure se mi pagate vi narro la storia) Andrea, preferisco citare le parole della stessa autrice:
"La transessualità pretende rispetto, conoscenza soprattutto. Ho voluto provare a immedesimarmi davvero nei problemi di Andrea, la mia dolce transessuale". 
Quando apparirà un terzo incomodo, Giorgio un violoncellista, inserendosi con la propria autorità, decisione, certezza, io lettore ho un brivido, come se qualche lacrima volesse venir giù, dinnanzi a una storia reale con qualche contorno di fiaba, ecco che nella storia (pregio estremo dell'Autrice) come d'incanto intervengono altri personaggi, amici di Alfredo che tentano di 'salvarlo' dall’”innamoramento” impreziosendo il racconto di avvenimenti che esistono nella realtà del nostro paese (in questo caso siamo in Sicilia) ma nessuno ce li racconta più, anzi, neppure lo si tenta. Se si esclude a volte fra gli italiani il solo Ammanniti, e il citato in precedenza Roberto Pardini.
Ma la storia non può essere la mia sintesi, per quanto possa tentare di compiere sforzi "inumani" (e rinuncio) non riuscirei mai a dare se non che un'idea minima di quanto sia delizioso (parrebbe quasi un insulto) scoprire, mentre leggi, ciò che non puoi immaginare sia il seguito. Quante volte è capitato negli ultimi 20 o più anni?
Se, in genere, ti annoi subito dopo qualche pagina e non riesci ad andare avanti…
Qui invece mi è accaduto di cercare subito l’ultimo suo romanzo "Un'altra Julia" e la conferma è arrivata. Certamente mi trovo davanti a una delle rare Autrici che posso, senza il minimo dubbio, definire tale. E non è poco.

Beppe Costa



Cinzia Pierangelini
Violinista e docente, vive a Messina. Ha cominciato a scrivere nel 2004. Ha pubblicato: Dall’ultimo leggio, raccolta di racconti, ed. traccediverse - Eraclito e il muro, romanzo ed. GBM - 'A jatta, romanzo ed. GBM - Draghia, ed. Delosbooks, 2008 romanzo fantasy. Il professor Scelestus-romanzo fantasy per ragazzi ed. La penna blu, 2009. Un'altra Julia, romanzo, ed.Historica 2009. Suoi racconti e poesie si trovano nelle antologie. Noir. Quindici passi nel buio; Il mio mare; Libera uscita; Femmine, Concorso di emozioni, Corrispondenze di sensi; Siculiana. La gola. Orizzonte. Una fiaba per Gramos, antologia a scopo benefico ed. Lulu. Il racconto Il piromane vincitore del concorso Writers-Magazine 2007 e il racconto Non c'è musica sono stati pubblicati dalla rivista Writersmagazine. Tutti i colori dei bambini, antologia a scopo benefico ed. Montag

"Anche ora che la luna", il nuovo libro di Beppe Costa

ISBN: 88-86203-55-1 € 15.00





Beppe Costa, poeta della vita

Nella schiera di tutti gli amici, estimatori, seguaci “innamorati” di Beppe Costa mi pare di essere arrivata quasi per ultima. Per una delle bizzarrie della vita mi è accaduto di conoscerlo da appena un anno e non ho quindi potuto dividere con lui i tempi d’oro della sua stretta e rutilante vicinanza con i grandi “classici” scrittori italiani, della battaglia per fare ottenere la “Bacchelli” ad Anna Maria Ortese, dei suoi scambi con Dario Bellezza…
Di tutto questo fermento ho raccolto solo gli echi, i ricordi che tuttavia mi sono stati raccontati in modo così vibrante da darmi l’impressione che fossero accaduti da poche ore.
E così, caro Beppe, posso dire che in quei tempi “c’ero anch’io”.
Ma il vero motivo di questa vicinanza, e con tutto quello che ha a che fare con te, è un altro. Tu sei un poeta e la poesia, si sa, ci restituisce ogni singolo attimo, mettendolo continuamente a fuoco.
C’è di più. I tuoi versi parlano quasi sempre d’amore, e in apparenza potrebbero suonare ora in contrasto con i tuoi capelli bianchi, seppure fluenti. Se questo contrasto non appare, o appare annullato, è proprio perché è stata la poesia a renderti “folletto” per sempre. E il tuo entusiasmo, la capacità di coinvolgere nello stesso girone lettori e scrittori, il tuo continuo metterti in gioco nella fucina di ininterrotte e nuove invenzioni, davvero non hanno età. Tu non sei solo poeta di parole scritte, ma anche poeta della vita, questo è il punto.
E se, come qualcuno ha scritto, tutti i poeti sono pazzi, evviva la pazzia!

Lia Levi

ESTRATTO:

scrivo, amico mio


scrivo, amico mio
una lettera diversa
una lettera che vorrebbe contenere
tutte le parole che non so usare
quando una vita
appena apparsa va via
e rimango senza fiato
né forze
ed io come tanti finti poeti
che ho invocata la morte
in tanti tristi momenti dell’esser mio solo
mio diverso, mio come se l’uni-verso
fosse l’unica vera luce da raggiungere

Io che non so mai perché
io che non ho fede
io ho tanto amore per la vita
io che, per giorni ho avuta la certezza
di perderla.
Io che sono un caso per la medicina
Io, vorrei essere io
a volare fra le stelle a chiedere perché
un dolore così grande
un dolore quasi osceno
ti viene consegnato
e chiedo a ‘lui’ cui non credo
perché una normale donna madonna
debba avere uno strazio così grande

Mentre la speranza s’apre
e un’altra vita compare
io, malgrado tutto
da pessimo poeta,
non so ancora che ripetere
chiedi alle stelle
noi che alle stelle tanta musica diamo
Che siano essi a guarirci
ad abituarci quanta preziosa sia la vita
non mia, non nostra, ma quella altrui
quella che al primo strillo d’un neonato
ci riempie gli occhi di pianto
Ed io del mio pianto non resta che far dono


anche ora se la luna ci fosse

...è come se la luna andasse
malgrado io la guardi stupito
ancora e stupita anch’essa
per tanta attenzione
Malgrado io la indichi a bambini
d’ogni parte della terra
la terra vergognosa si nasconde
Fumo e polvere e cenere
fanno un mestiere maledetto
e molti di noi vengono interrotti
o turbati nei loro bisogni d’amore
Ma cosa dire loro?
Come far capire che la luna c’è
se non riescono a vederti?
Ricordi le notti bianche?
Ricordi cosa si scriveva tanto tempo fa
ch’io non c’ero
com’era possibile allora
come adesso che con un cielo così bello
possano esserci umani così stupidi*
E come è possibile che gli stessi stupidi
non s’accorgano ch’io scrivo per te
anche ora che guardiamo la stessa luna
e fra poco lo stesso mare?
Se non si comprende
un teorema tanto elementare
come farò ancora a scrivere per gli uni
peggio d’animali affamati di carne e sangue
e per gli altri che d’amore
vedono solo che il nostro stupido corpo
spesso anch’esso stupido e inutile.
Anche ora se la luna ci fosse
e chiedendole tutto questo
so che non potrebbe rispondere
perché stupido umano
e innamorato sono anch’io
ma lei sa di chi...

un abbraccio

un abbraccio fra le tante lune viste
la tua forse è quella giusta
quella che manca
quella che ancora tenta di sorridere
quella che a mezzo viso
quella che forse stanca
anche se in un sorriso
si stacca fra le nuvole
quella che il tempo insiste
anche se poi mi manca
quella che di nascosto
contiene trame ignote
quella che non perdona
quella che accetta il sole
quella che si commuove
quella che ancora piange
quella che non si rassegna
quella dell’abbandono
quella che io ancora sono


rendimi l’anima

a M.

come navigante
d’altri tempi e mari
arrivo tardi alla tua vita
troppo tardi
vita mia
mi ritrovavo perduto
in un alto mare
senza bussola
né memorie
a riportare
per scoprirti nel tuo mondo
silenzioso
dove mani corpi e braccia tese
da dimenticare
dove l’anima
non fa che impallidire
cercando disperante
di sfuggire
ed io ti chiedo
prima di volare
rendimi l’anima
prima di morire
lasciati vivere
e
guidare
oppure
prendimi l’anima
che anch’io con te
possa guarire
o se vai
ti possa accompagnare