"Anche ora che la luna", il nuovo libro di Beppe Costa

ISBN: 88-86203-55-1 € 15.00





Beppe Costa, poeta della vita

Nella schiera di tutti gli amici, estimatori, seguaci “innamorati” di Beppe Costa mi pare di essere arrivata quasi per ultima. Per una delle bizzarrie della vita mi è accaduto di conoscerlo da appena un anno e non ho quindi potuto dividere con lui i tempi d’oro della sua stretta e rutilante vicinanza con i grandi “classici” scrittori italiani, della battaglia per fare ottenere la “Bacchelli” ad Anna Maria Ortese, dei suoi scambi con Dario Bellezza…
Di tutto questo fermento ho raccolto solo gli echi, i ricordi che tuttavia mi sono stati raccontati in modo così vibrante da darmi l’impressione che fossero accaduti da poche ore.
E così, caro Beppe, posso dire che in quei tempi “c’ero anch’io”.
Ma il vero motivo di questa vicinanza, e con tutto quello che ha a che fare con te, è un altro. Tu sei un poeta e la poesia, si sa, ci restituisce ogni singolo attimo, mettendolo continuamente a fuoco.
C’è di più. I tuoi versi parlano quasi sempre d’amore, e in apparenza potrebbero suonare ora in contrasto con i tuoi capelli bianchi, seppure fluenti. Se questo contrasto non appare, o appare annullato, è proprio perché è stata la poesia a renderti “folletto” per sempre. E il tuo entusiasmo, la capacità di coinvolgere nello stesso girone lettori e scrittori, il tuo continuo metterti in gioco nella fucina di ininterrotte e nuove invenzioni, davvero non hanno età. Tu non sei solo poeta di parole scritte, ma anche poeta della vita, questo è il punto.
E se, come qualcuno ha scritto, tutti i poeti sono pazzi, evviva la pazzia!

Lia Levi

ESTRATTO:

scrivo, amico mio


scrivo, amico mio
una lettera diversa
una lettera che vorrebbe contenere
tutte le parole che non so usare
quando una vita
appena apparsa va via
e rimango senza fiato
né forze
ed io come tanti finti poeti
che ho invocata la morte
in tanti tristi momenti dell’esser mio solo
mio diverso, mio come se l’uni-verso
fosse l’unica vera luce da raggiungere

Io che non so mai perché
io che non ho fede
io ho tanto amore per la vita
io che, per giorni ho avuta la certezza
di perderla.
Io che sono un caso per la medicina
Io, vorrei essere io
a volare fra le stelle a chiedere perché
un dolore così grande
un dolore quasi osceno
ti viene consegnato
e chiedo a ‘lui’ cui non credo
perché una normale donna madonna
debba avere uno strazio così grande

Mentre la speranza s’apre
e un’altra vita compare
io, malgrado tutto
da pessimo poeta,
non so ancora che ripetere
chiedi alle stelle
noi che alle stelle tanta musica diamo
Che siano essi a guarirci
ad abituarci quanta preziosa sia la vita
non mia, non nostra, ma quella altrui
quella che al primo strillo d’un neonato
ci riempie gli occhi di pianto
Ed io del mio pianto non resta che far dono


anche ora se la luna ci fosse

...è come se la luna andasse
malgrado io la guardi stupito
ancora e stupita anch’essa
per tanta attenzione
Malgrado io la indichi a bambini
d’ogni parte della terra
la terra vergognosa si nasconde
Fumo e polvere e cenere
fanno un mestiere maledetto
e molti di noi vengono interrotti
o turbati nei loro bisogni d’amore
Ma cosa dire loro?
Come far capire che la luna c’è
se non riescono a vederti?
Ricordi le notti bianche?
Ricordi cosa si scriveva tanto tempo fa
ch’io non c’ero
com’era possibile allora
come adesso che con un cielo così bello
possano esserci umani così stupidi*
E come è possibile che gli stessi stupidi
non s’accorgano ch’io scrivo per te
anche ora che guardiamo la stessa luna
e fra poco lo stesso mare?
Se non si comprende
un teorema tanto elementare
come farò ancora a scrivere per gli uni
peggio d’animali affamati di carne e sangue
e per gli altri che d’amore
vedono solo che il nostro stupido corpo
spesso anch’esso stupido e inutile.
Anche ora se la luna ci fosse
e chiedendole tutto questo
so che non potrebbe rispondere
perché stupido umano
e innamorato sono anch’io
ma lei sa di chi...

un abbraccio

un abbraccio fra le tante lune viste
la tua forse è quella giusta
quella che manca
quella che ancora tenta di sorridere
quella che a mezzo viso
quella che forse stanca
anche se in un sorriso
si stacca fra le nuvole
quella che il tempo insiste
anche se poi mi manca
quella che di nascosto
contiene trame ignote
quella che non perdona
quella che accetta il sole
quella che si commuove
quella che ancora piange
quella che non si rassegna
quella dell’abbandono
quella che io ancora sono


rendimi l’anima

a M.

come navigante
d’altri tempi e mari
arrivo tardi alla tua vita
troppo tardi
vita mia
mi ritrovavo perduto
in un alto mare
senza bussola
né memorie
a riportare
per scoprirti nel tuo mondo
silenzioso
dove mani corpi e braccia tese
da dimenticare
dove l’anima
non fa che impallidire
cercando disperante
di sfuggire
ed io ti chiedo
prima di volare
rendimi l’anima
prima di morire
lasciati vivere
e
guidare
oppure
prendimi l’anima
che anch’io con te
possa guarire
o se vai
ti possa accompagnare