beppe costa sceglie: "Ruben "il rogo della Vespa"





e il nuovo "Live alla fontana", due nuovi cd del cantautore


Come in un grande e 'serio' divertimento, provando come un ragazzino alla scoperta delle novità in campo musicale, ascolto e riascolto, fermando ogni tanto il cd, "Il rogo della Vespa" di Ruben e, come spesso mi accade, cerco disperatamente ma anche con furba delizia, parole che non siano state ancora dette sulla canzone italiana e su questa in particolare del nostro cantautore.
E allora ricordo che quasi sempre i nostri cantanti, con qualche eccezione (Luigi Tenco, Enzo Jannacci, Piero Ciampi, fra i massimi ad esempio) hanno avuto una svolta quando c'è stato l'incontro con il Poeta: Roversi per Dalla, Sgalambro per Battiato, Pivano per De André, solo per citarne qualcuno.

Come se, contrariamente da come è accaduto in Francia (Ferré, Brel, Brassens) i nostri autori di musica avessero una qualche difficoltà ad essere Poeti allo stesso tempo.
Probabile sia il concetto della poesia italiana, da secoli paludata e poi impoverita da tanta accademia e da tanti premi con ciondoli e frusaglie varie.




Nella realtà c'è qualcosa di diverso, più sotterrato (o nel sottosuolo, per citare l'amico Garbin) che si muove, che ha forza, che resiste.
Come Momo, cui a volte ho fatto cenno che in sé raccoglie novità, vivacità, istinto musicale e impegno (pervaso dall'ironia graffiante e credo unica fra cantautrici) che ritroviamo in alcuni maestri come Gaber e primo fra tutti Jannacci.

Tornando a Ruben, trovo queste caratteristiche a farlo unico nel suo genere: riprendendo in parte il passato musicale di gruppi e autori statunitensi (che ama e ne fanno il suo primo amore d'inizio) sposato con la modernità dei testi: dove trova spazio non solo l'amore stupido e da mercato di un letto sfatto che ha esaurito il suo compito, ma anche quei lavoratori che la canzone, o meglio, i cantautori hanno scordato.

Si aggiunge la novità, così antica, dei suoni non mischiati ad effetti che spesso stravolgono (o addirittura rendono le parole incomprensibili: godendo come si fosse dal vivo la bellezza di una voce pulita e al tempo stesso forte, che non addomestica né addormenta.

Particolare attenzione nell'ascoltarle più volte, come dicevo, Il rogo della vespa, che dà titolo ad cd e Giù, formidabile testo coinvolgente anche dal punto di vista poetico, di quella che dovrebbe essere la tematica di coloro che scrivono poesie e|o canzoni.

Mentre mi accingevo a scrivere del "Rogo della vespa", ricevo "Live alla fontana" ed allora non è un caso ciò che stavo scrivendo a confermare una forza e una volontà di Ruben nell'essere presente, futuro con la conoscenza e consapevolezza del passato: nell'indicare le storture di una società che sfrutta l'essere umano nel e del presente: "Infezione" la dice lunga e molto più di ciò che posso esplicare io nello scriverne.
Bravo Ruben, davvero e grazie anche di riportare all'attenzione la canzone che fu dello stesso Gaber, di Ivan della Mea, Jannacci e alcuni altri che non dimenticavano mai di segnalare il declino della società in evoluzione sì, moderno si, ma, in sviluppo, non in civiltà: cose diverse sulle quali occorrerebbe ragionare.
Ottimi i musicisti: Carmelo Leotta, Carlo Poddighe, Pippo Guarnera, Luca Tacconi, Carlo Cantini, Salvatore Maiore, le voci di Nadia Bonizzato, Lidia Lorenzoni e Valentina Meneghelli, la collaborazione del violino di Michele Gazich
Non rimane che l'ascolto: deliziosamente puro e umano.

beppe costa



per saperne di più:
http://scrittonellanima.blogspot.com/
http://www.myspace.com/rubenmyspace
http://www.rubenrock.com