Marcella Testa: Maledetto sia Copernico! (Seam Edizioni, 2014)



collana Inediti rari e diversi
ISBS 9788881795209 pp. 80, € 10.00
dalla prefazione di Ivana Moser


Quante buone e cattive intenzioni, quanti errori declinati al femminile e al maschile si contano, e si conteranno ancora, sulla via della parità, dell’equilibrio riconosciuto e sancito fra due generi complementari! Non esiste l’altra metà del cielo, esistono esattamente due metà! 
Lunghe, filamentose linee di pensiero dietro le voci delle donne di Marcella, le voci di Alice, Grimilde, Euridice e Nina emergono da un possibile vissuto, dal fiabesco, dal mitologico, dal leggendario, dallo storico, lontane nel tempo e nei contesti, vicine nella ricerca di autoaffermazione e nella protesta, alimentata dalla consapevolezza di sé.
Voci mai lamentose, determinate nella conquista di spazi, ruoli e posizioni, proiettate nella lotta per rendere visibile il [proprio] centro, costruito su sentimenti positivi e negativi alquanto forti, fra questi l’amore, l’ossessione, il culto di sé, della scrittura, della libertà, della fede.





la "voce" del Poeta:


A chi ha mani praniche
che soffiano colori
e prova a trasformare
Saint-Paul in Giverny
scoprendo
che sono lo stesso giardino.
A chi ha il potere
di disegnare
emozioni e rimozioni
e prova a condividerlo col mondo.
A chi si congestiona
di inutili percorsi
perché possa ripulirsi
e ciò che resta
renda visibile il suo centro.
     
1920, Monet, Lo stagno delle ninfee.

Si è spenta la mia donna
con lei se n’è andato il desiderio:
piazza S. Marco
il parlamento inglese,
collezionisti americani
niente ha senso, se non dentro lo stagno.
Calco il cappello
pettino la barba
con le dita, come faceva lei
a ogni fatica.
Metto le mani in tasca,
ci trovo una moneta
la lancio alle ninfee,
tornate macchie di colore.
Se concessa mi sarà altra occasione,
che io possa incontrarla per prima
e ritrovarla e svelarla
nella sua femminilità segreta,
unico paesaggio della mia vita.


Nel 1911 muore Alice e Claude diventa consapevole che, per riaverla, darebbe indietro al destino tutto ciò che ha avuto. Un solo sogno gli rimane: reincontrare Alice per prima in un’altra vita, per poterne vivere a pieno l’essenza e l’energia che hanno animato la sua pittura.


Io prendo te, Apollo,
come mio amante e sposo
il tuo calore e la tua infedeltà.
Niente ti prometto
né da te pretendo.
Le catene le lascio arrugginire
o le userò per ammanettarci al piacere.
La mia penna vorticosa partorisca
libertà di vita e di inchiostro.
Perché tutto il resto
è infibulazione mentale.

 Nicola raccolto in preghiera
sulla riva aspettava
che il mare si aprisse.
Tra canti di inni su carri
a molti apparve il miraggio.
Nina trovò il coraggio di camminare
ma non seppe nuotare. Mani callose
la rubarono al fondo. Sputò acqua
poi sale, venduta da un criminale.


Marcella Testa (Castellammare di Stabia, 1972).
Vive a Scafati (Sa), dove insegna materie letterarie. Suoi
racconti e poesie sono sparsi in Antologie varie edite dalla Montag, Perrone, Cicorivolta, Farnedi, Edizioni Progetto Cultura e su diversi siti web (opposto.net, scheletri.com) e vari numeri della rivista letteraria Writers Magazine Italia. Nel 2009 è uscita la sua prima silloge Come una nebulosa, (edizioni Montag), vincitrice del premio Solaris. Nello stesso anno, insieme al pittore
Giovanni Buzi (1961-2010), ha scritto il contrasto poetico Visi, (Comitato artistico L. Gierut), in progetto di traduzione teatrale a cura del comune di Vignanello (Viterbo). Nel 2012 pubblica la silloge Orfeo è stonato (contenuta nel volume antologico Materia prima, Giulio Perrone ed.) ed E-r-os (Montag editore). Nel 2013 prende parte al gemellaggio a Roma di “Ottobre in poesia” e al festival internazionale di poesia “Palabra en el Mundo” nella città di Castellammare di Stabia (Na) e di Genzano di Roma.

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