Memorie (quasi) vere: Premi e premiuzzi

L'Akesineide: Premio interrotto

fra gli ospiti dell'edizione del '90: Iosif Brodskij, Alessandro Parronchi, Giacinto Spagnoletti, 
Vargas Llosa,Vittorio Zucconi, Giampaolo Rugarli, e lo scienziato Kai B. Siegbahn

Dopo gli anni ’80, lasciata la Sicilia e cessata l’attività del Premio Akesineide, organizzato e ideato da Enzo Grasso, sindaco scrittore di Castiglione di Sicilia, che in qualche modo io e Dario Belle
zza sostenevamo, avevo abbandonata l’idea di potere ancora far parte di una istituzione che premiasse le menti più alte delle varie culture. Invece qualcosa accadde ancora Prima esperienza.
Incontro per lungo periodo un gran signore e conoscitore del libro antico Ermanno Totta, in occasione dell’estate romana a Ponte Sant'Angelo.
Subito dopo quell'esperienza Ermanno mi presenta un certo Francesco Agresti, che credo in quegli anni avesse a che fare con la Pro Loco di S. Felice Circeo, nota località della costa sud laziale.
In mente? un premio dal titolo ‘Cultura del mare’.
Bene, anzi male.
Prima esperienza.
Mi chiedono, vista l’amicizia, di chiedere a Dacia Maraini di far parte della giuria.
Lei, arriva un po’ in ritardo, non alla premiazione, ma alla seduta ch’era stata qualche ora prima, e arrivando chiede a me, quale il libro giudicato migliore.

‘La città e il mare’ di Renato G. Laganà edito da Gangemi, un corposo libro, più che un saggio che analizza nei secoli lo sviluppo delle città attraverso tutto ciò che si può immaginare arrivi dal mare.
Autore sconosciuto, libro intenso e più bello che mai, oggi poi con tanti libri scritti e pubblicati di fretta sarebbe addirittura mostruoso leggerlo per qualsiasi giuria.
Bene. Di nuovo.
Anzi, male.



Vince Laganà, saremmo tutti contenti: Totta d’accordo con me, poi però, visto che occorreva dare i soldi al premiato in busta, soldi che furono dati senza far piega, fui preso da parte e rimproverato a lungo perché, mi spiegarono in tre, parlando contemporaneamente, si sarebbe dovuto premiare un altro più quotato, essendo in forze al ‘Corriere della Sera’ e, per il ‘nostro’ premio sarebbe stato un bell'avvio. Certamente se ne sarebbe parlato sul Corriere, anziché sul “Giornale del Litorale”.
Invece fu l’addio’, al premio, all'Agresti e perfino al Totta che, materialmente spesava il Premio.
Non c’erano compensi alla giuria allora, feci tutto con grazia (Maraini rimase) e onestà.
Niente: mi mandarono via lo stesso giorno.

Pellicanolibri 1991

Quasi analoga esperienza al Premio Bancarella, era il 1998, certo fu solo il mio voto che condizionò anche altri?

Vinse, forse per questo, Paco Ignacio Taibo II con ‘Senza perdere la tenerezza’ intenso e documentato libro sulla vita di Che Guevara che ancora oggi viene ristampato e letto.Contro, tutti i giornalisti accanto e attorno Luis Sepúlveda con ‘Incontro d'amore in un paese di guerra’ che, al confronto è uno dei libri peggiori dell’autore.

Il palco era circondato dalla folla ma tutti stavano attorno al rammaricato perdente Luis che mi dedicò il libro, (gli diedi il mio di racconti così che prese spunto anche per il suo non ricordo più quale).

Rimase premiato e poco circondato Taibo II, il destino sta forse nel nome che un II° non può essere I°?

L’anno dopo andò peggio, votai Giampaolo Pansa (allora di sinistra o, almeno, amato a sinistra) contro Sergio Zavoli.

Ma ci voleva coraggio, un bel libro doveva vincere contro una serie di saggi scritti all’acqua di rose. Eppure mi avevano offerto alcuni milioni in libri. L’editore, naturalmente, il Premio in sé credo non c’entrasse. Bancarella davvero. Si andava a votare da un notaio.

Non ci fu il terzo anno e non capitò quindi di essere ancora giurato..

Altro funesto episodio, per quanto di successo, non goduto: premio Villa delle Querce - Pellicanolibri.

Un certo Cosimo Costa, omonimo non parente, dirigeva questo casa per anziani, così gli venne l'idea, con qualche complice di Latina, di istituire un premio di poesia per la 'terza età'.

Detto fatto: feci le mie mosse, con ospiti eccellenti quali i soliti Arnoldo Foà, Dario Bellezza, Ruggero Orlando, l'aggiunta di Alberto Lattuada e, per madrina Marta Marzotto. Anche qui, nessuno credeva sarebbero mai venuti e invece si bloccò la Pontina.

 

Alla vista della Marzotto si fecero tutti in quattro, anzi in otto, spuntò perfino il sindaco, mai visto prima, e se non fosse stato per l'aiuto di Melo Freni, allora in RAI, che intervenne al microfono, mi avrebbero eliminato totalmente. Per la cronaca vinse Elio Filippo Acrocca.

Eppure avevamo stampata una antologia 'conVersiAmo' (Pellicanolibri) con i migliori lavori e gli interventi dei personaggi citati.

Fu tutto così faticoso, ma ancora una volta non volevo capire che pur di avere un microfono o il nome in un giornale (anche di condominio) molti 'suiciderebbero' anche la propria madre.

Era il 1991 e l'anno dopo aprivo, anzi mia madre apriva la libreria, nel quartiere più lontano e forse assurdo (lo penso oggi) di Roma.

Altri non ne ricordo, per un po’ non ve ne furono.

Nel settembre del 2012 Paolo Berti (direttore del Premio Centro, dedicato all'arte in special modo) mi ha voluto a presiedere un Premio e sin qui è andato così bene che il premiato non era quello per cui avevo votato, ma era giusto e corretto vincessero i punti: tre a due.

Quindi il vincitore per la Nuova Poesia d’Autore è stato Giacomo GaspariniGPrima e unica edizione!

La vincita era costituita da un libro che non ha vista mai la luce.
Dopodiché fine del Premio? no, sosta e cambio giuria: avremmo anche qui dovuto premiare un altro, che ora fa parte della 'nuova giuria'. Esempio di grande serietà e assoluta dedizione.