Viaggiatori Immigrati Emigranti al Galeter di Montichiari

Viaggiatori Immigrati Emigranti
V. I. E. 

Sabato 6 dicembre dalle ore 21.00 al 
Galeter - Montichiari - Via Guerzoni 92

Domenica 7 dicembre ore 21.00 
Caffè Letterario "PrimoPiano" 
Via Cesare Beccaria, 10 Brescia



Gli autori insieme presentano

Andrea Garbin: "Croce del Sud" Gilgamesh Edizioni

Angel Galzerano: "Cronache sentimentali di un
Italiano a metà" Gilgamesh Edizioni

Silvia Rosa: "Italiane d'Argentina. Storie e memorie di un secolo
d'emigrazione al femminile (1860-1960)" Ananke

Un incontro stimolante, tra i racconti di un viaggiatore in America latina, l'esperienza 
di un immigrato in Italia e le ricerche sull'emigrazione al femminile in Argentina.

Musiche del Maestro Angel Luis Galzerano - FAN CLUB.

Letture Silvia Grazioli, Flora Pierani e Alessia Victoria.

Coordinamento artistico Fabrizio Grigo Contini.

Nenad Glišić e Ivana Maksić al Caffé letterario Primo piano, Brescia

Sabato 29 novembre ore 18.30
Presentazione delle opere dei poeti serbi
Nenad Glišić e Ivana Maksić 


Il "Movimento dal sottosuolo" torna ad animare il Caffè Letterario Primo Piano di BresciaVia Cesare Beccaria, 10, 25121 Brescia con un nuovo eccezionale evento che vede la partecipazione di ospiti internazionali.

Sabato 29 novembre alle 18:30 sarà una nuova occasione per tutti gli appassionati di poesia di sentire alcune voci locali ed internazionali. Quindi l'invito vale per tutti i soci dell'associazione, per tutti i simpatizzanti e per tutti coloro che amano la poesia.

Presentazione della collana di poesia "LE ZANZARE" (Gilgamesh edizione) con la presenza di dei poeti serbi Nenad Glišić e Ivana Maksić a presentare rispettivamente i loro libri "Nella pancia della bestia" e "La mia paura di essere schiava".

A cura di Andrea Garbin.
Interventi e letture di Nenad Glišić e Ivana Maksić.
Traduzioni di Francesca Leonardi e Fabio Barcellandi.
Copertine di Sandro Sardella e Andrea Garbin.

http://www.gilgameshedizioni.com/home/le-zanzare-poesia-dal-sottosuolo/


NENAD GLISIC è nato nel 1972 a Kragujevac, in Jugoslavia. Poeta e scrittore, editore e performer. In patria ha pubblicato sette libri di poesia: Patria, tu sei come la cirrosi per il fegato; Inni dei kamikaze; Fiori di Hiroshima; Canti di natura e società; Anachronicles; All’ombra dell’albero della conoscenza; Ere.Cicli. Autore anche del romanzo Tutto sui maldicenti e delle storie brevi Persone e situazioni, si è esibito come musicista sperimentale e artista multimediale. Vive a Kragujevac, in Serbia. È tradotto in Italia, da Francesca Leonardi, nella collana “Le zanzare” con il libro "Nella pancia della bestia".


Due poesie di Nenad tratte dal libro:


LA VISTA DEL SOLDATO SCHULZ

Fenomeni
come quelli del soldato Schulz
sono errori statistici

suicidi spregevoli
moralizzatori codardi

tu lo sai

persone
come il soldato Schulz
non si contano come vittime

la memoria
per il soldato Schulz
non è prevista
sapendo
che il soldato Schulz
è un suicida

il rispetto
per il soldato Schulz
fa ridere fragorosamente la gente

la storia
del soldato Schulz
non è fatta di parole

la vista
del soldato Schulz
disarma le scuse

la sua schiena
porta il peso
di una speranza


GOCCE DI PIOGGIA

Ho sempre amato le mie illusioni
per la ragione che non è necessario
spiegarle

Le mie illusioni sono state sempre gentili e non
troppo impegnative

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una buona storia
e
il rumore della pioggia sulle foglie e sui tetti

Nei boschi
sotto la pioggia
in spazi e tempi immaginati
ci incontriamo occasionalmente
per prendere una pausa dai nostri guai
dalle nostre pesanti mattine e stanche serate

Io e le mie illusioni
allarghiamo le nostre mani e alziamo le nostre facce
Le gocce di pioggia

guariscono i nostri occhi



IVANA MAKSIC è nata nel 1984 (Serbia). Ha pubblicato un libro di poesie O telo tvori me (O corpo in-corpo-ra me) nel 2011. Si è laureata presso la Facoltà di Novi Sad, Dipartimento di Lingua e Letteratura Inglese. Una sua successiva raccolta di poesie è pronta per la pubblicazione e si intitola Izvan komunikacije (Oltre la comunicazione). Traduce poesie, saggi e brevi opere in prosa dall'inglese al serbo ed è il redattore capo della rivista letteraria Koraci (Passi). È tradotta in Italia, da fabio Barcellandi, nella collana “Le Zanzare” con il libro "La mia paura di essere schiava".





Due poesie di Nenad tratte dal libro:


LUI (INTENDO: TE)

Non lo conosco.
È un pazzo.
Non so nemmeno il suo nome.
Il suo nome. Non significa nulla.
Non lo conosco. Non è un pazzo, è uno straniero.
No, nemmeno un pazzo.
Un pazzo mi avrebbe sconvolto.

Uno straniero non avrebbe potuto.

PERCHÈ MUOIONO LE PERSONE IN SERBIA?

Ogni 15 interventi chirurgici in Serbia
14 vengono eseguiti da macellai.
Significa che c’è un 90% di possibilità che sua figlia
non sopravviva all’operazione.
Le operazioni lo hanno portato alla disperazione.
Per quanto duramente si sforzasse, non riusciva a
[raccogliere il denaro necessario.
Riusciva a dormire solo un’ora e mezza dopo ventidue
[ore di lavoro.
Si era rovinato, esaurito, umiliato.
Ecco perché non poteva partecipare alle serate
[letterarie.
Iniziavano regolarmente alle 8 di sera.
Che era ed è l’orario esatto in cui inizia la sua pausa di
[dieci minuti.





Per acquistare i libri clicca qui

Giuseppe Natale: Musica per film immaginari al Pentatonic di Roma


Associazione Culturale "Villaggio Cultura - Pentatonic"

Viale Oscar Sinigaglia, 18-20 - Roma
Domenica 30 novembre 2014 ore 17

Incontro con Giuseppe Natale

Musica per film immaginari
Giuseppe Natale alle chitarre

L'Autore è nato a Roma, dove vive e opera. 

Polistrumentista, si è diplomato in flauto al Conservatorio di S. Cecilia. In ambito teatrale e discografico, ha collaborato come chitarrista, flautista e cantante con artisti quali Antonella Steni, Tony Esposito, Gianluigi Di Franco, Renzo Zenobi e come assistente musicale con Carmelo Bene. 
Da trent’anni compone ed esegue musiche per Radio e Televisione. 

Nel 1991 è stato tra i fondatori, con Domenico Modugno, Franco Migliacci, Franco Micalizzi ed altri artisti, delsindacato S.N.A.C., per la difesa del diritto d’autore. Il suo ultimo lavoro discografico è il cd "MUSIC FOR IMAGINARY MOVIES".

Dal 2012 collabora con varie associazioni culturali e con poeti e scrittori, tra cui Beppe Costa, Stefania Battistella, Monica Maggi, Manuela Minelli, Cinzia Marulli Ramadori, Dona Amati e Simonetta Bumbi. 

Dallo scorso anno ha stretto un forte legame umano ed artistico con lo scrittore, fotografo e performer Marco Cinque e la Rome’s Revolutionary Poets Brigade, partecipando con le sue musiche ad eventi di carattere culturale e sociale.

ingresso con tessera ARCI; è possibile tesserarsi in sede

con Marco Cinque nel recente reading di "Articolo 1 -al Café Voltaire, con la Rome's Revolutionary Poets Brigade

W la Rivoluzione di Iago

Il poeta a Olbia nella recente edizione del
Festival Ottobre in poesia
 Non è possibile, non ci credo!
Questa esclamazione rimane ferma in piedi tra le mie tempie. Non si muove di un millimetro neanche quando scuoto la testa. 
Secondo un recente studio i bambini da grandi non vogliono più fare l’astronauta; il campione in esame indaga sui nostri piccoli fino all’età di 10 anni.
Il loro sogno, o meglio il nuovo sogno, la più grande ambizione è quella di essere cuochi.
Avete capito bene: stare ai fornelli, mettersi un grembiule, condire pasta, tagliare aglio e cipolla, affettare pancetta, preparare pasti per un grande a affermato ristorante d’alta cucina.
Bene, sono bambini cosa c’è di strano? I tempi cambiano, la nuova tv incombe con tutti i programmi di intrattenimento per il pubblico minore; è positivo che vengano stimolati in modo costruttivo (mi si dice).
No, non ci siamo, mi sono perso.
Quando ero alle scuole elementari avevo dei sogni o più romanticamente dei desideri, mi vedevo in una capsula spaziale tra le stelle lungo sentieri mai visti da altri. Spesso immaginavo di comandare di un’importante spedizione scientifica, pronto a esplorare i misteri della natura, oppure di avere i tanto invocati superpoteri.
“Iagoman sventa una rapina alla banca” che titolo da prima pagina.
Invece ora stanno uccidendo anche l’immaginazione dei bambini, la forza trainante del futuro uomo sociale è sempre stata la curiosità. Desiderare qualcosa che non si conosce ma si percepisce, come in un valzer di veli che permette di vedere per poi nascondere il movimento alla mente, fino all’imago favolistico.
Lì, il cuore batteva e s’inalberava... infine la calma del sorriso infantile, il ghigno ingenuo di possibile ascesa nel sogno che si annullava e rigenerava. Questo è il vero atto rivoluzionario, la più grande rivolta dopo quella francese, vuole i nostri figli privi di desiderio. Un piano perfetto messo in opera con le margherite in mano.
Nessun genitore grida rifiuto, anzi contenti della nuova tendenza, eccoli già pronti per abbellire l’albero del vicino Natale, con mini pentolame vario, finti baffi, guanti rosa e cipolle vere.
Li sentite?
“sai cara, mio figlio ha preparato un piatto di fettuccine ai funghi, ma che bravo il mio bambino è un genio”- oppure - “la mia nipotina ha fatto una torta alle mele divina”.
Inevase restano le gesta fantastiche e le prospettive di vittoria, seppur fugaci, inevitabilmente legate ad un’età presto dimenticata ma appunto per questo unica come quei sogni rimasti cotti in padella.


Ero troppo piccolo
per capire lo sforzo dei grandi
seriamente impegnati a farci credere
nel bacio delle fate
o nella benevolenza d’una vecchia
in volo sulla scopa.

Ora sono troppo grande
per accettare la musica dolciastra
dell’attesa
e quando vedo l’elfo
uscire da sotto l’albero
cambio strada
adesso che conosco
il sapore della crescita.



Iago, nome d’acqua Roberto Sannino, poeta. Nel 2006 vince il premio Fonopoli di Renato Zero, con la lirica “Il biancospino”, che da il titolo alla sua prima silloge edita. Seguono (editi da case editrici non a pagamento), Negativo a colori(2008), Delirium Tremens (2009), L’alibi perfetto (2010), Concerto per carta e inchiostro e Fabian 2011. Preferisce portare la poesia verso le persone, sceglie luoghi ed eventi popolari, nei quali scrive in presa diretta e regala fogli d’inchiostro ai convenuti.Tiene corsi di introduzione alla pratica poetica per circoli letterari, scuole e strutture comunali. Organizza eventi letterari, ultimo in ordine di tempo “Colosseo e altri luoghi” (presentazione del libro con inediti di Dario Bellezza). Di prossima pubblicazione “ La famiglia dello scalzo” opera in versi (Edizioni Seam).

Naim Araidi: Quattro poesie


In Cina

Sabato 17 gennaio Liceo Caccioppoli, Scafati ore 10
Sabato 17 gennaio  Circolo Nautico, Castellammare di Stabia,  ore 18,30
Lunedì 19 gennaio, Liceo Tacito, succursale, Roma, ore 10
Martedì 20 gennaio scuola media Garibaldi Aprilia, ore 9.30 e ore 11.30
Martedì 20 gennaio Simposio - Libero Incontro, Anzio, ore 16,45
Mercoledì 21 gennaio, Pellicanolibri, Roma, ore 18
Giovedì 22 caffè Voltaire, Roma, ore 20,30



(a)
I bambini in tenera età si fissano occhi dentro gli occhi,
e parlano l’uno all'altro
nel silenzio fragoroso del linguaggio della morte.
Non riuscivo a capire:
i bambini in tenera età vivono
e ancor più teneramente vanno alla morte.
Così il poeta scriveva
non in ebraico, non in arabo né in un'altra lingua,
i bambini massacrati non hanno lingua,
come il cielo testimonia.
Sembrava parlassero
ma non riuscivo a capire,
i bambini in tenera età vivono
e ancor più teneramente vanno alla morte.
Così il poeta scriveva.
Mio Dio, che sei stai in cielo,
che comprendi molto di più
tutto ciò che con la tua saggezza hai inventato,
la tua sapienza mi sovrasta,
e non ti accuso.

(b)
Per un momento cose che non devono 
essere dimenticate vengono dimenticate:
l'uomo possiede la ragione,
l’animale il cervello,
ma non sono sicuro
per chi dei due sarebbe più facile capire,
quando il poeta rivela,
il crudele segreto della morte.
Morte qui, morte là,
un bimbo qui, una bambina là,
figlia qui, figlia là,
strappati alla vita condotti alla morte:
un pianto non ancora iniziato,
un pianto non ancora finito.

In tempo di guerra la mia voce grida

In tempo di guerra la mia voce grida
e l'inchiostro si asciuga sulla mia penna.
Ma in ogni caso
non sarà con me.
Quando finisce la guerra
so che il dolore si scrive.
Nel frattempo gli aerei volano
sopra la mia casa.
E in tempi di guerra non sappiamo
cosa dire ai soldati
che sono caduti,
Io combatto lo speaker quando,
conta i morti mentendo, l’ipocrita:

in tempo di guerra la mia voce grida
quando ogni forma mi passa davanti,
non resta che spogliarsi
durante questa lunga assenza.
Nel frattempo mi abituo al silenzio
come far passare la guerra in pace,
e ottenere la pace dalla guerra
in ogni caso non si conosce il pianto
si scrive,
finalmente ti spogli
e mostri i segni,
di quello che hai lasciato
da Pellicanolibri, Roma
e ciò che rimane
pur tuttavia in tempo di guerra
continua a gridare la mia voce.

Ritorno al villaggio

Sono tornato al villaggio,
dove ho imparato a piangere per la prima volta.
Ho rivisto la montagna
paesaggio dove la natura
si genera senza la necessità della fotografia,
ho rivisto la mia casa in pietra,
pietre scolpite sulle rocce dagli antenati.
Sono tornato su me stesso
-questa era la ragione.
Sono tornato al villaggio.
Perché ho sognato un parto difficile
col zatar *, che si è aggiunto al mio dizionario poetico,
e un parto ancor più difficile
l'udito in un rocciosa, terra deserta,
perché lì ho sognato la nascita dell’amore.

Sono tornato al villaggio
dove ho trascorso la mia vita precedente,
radicalmente migliaia di vite
nella buona terra,
finché giunse il vento
mi spinse via riportandomi
a quel tempo quando ci si pente.
Ahimè, il mio secondo trentesimo sogno,
su strade che non esistono più
dove le case che crescono più alte come la torre
di Babele,
ahimè, i miei sogni pesanti
-Colpire le vostre radici dove più nulla crescerà!
Dove sono i figli della povertà,
dov'è il mio paese, il villaggio che conoscevo,
dove sono i nomi che indicavano i percorsi
sono adesso divenute strade asfaltate;
Moniga del Garda: Naim con i suoi traduttori nel marzo 2014
Ahimè, il mio piccolo paese, s'è trasformato in una città distesa.

Sono tornato al villaggio,
dove è morto l'abbaiare dei cani
e il piccione è diventato un semaforo.
Tutti i fellah che avevano voglia di cantare la canzone dell'usignolo fra mucchi di fieno, sono diventati operai 
con lo smog in gola,
dove sono tutti quelli che più non vedo;
Ahimè, il mio sogno pesante,

Sono tornato al mio villaggio,
la cultura galoppante,
mi fa tornare al villaggio
come qualunque straniero che viene dall'estero.

(* Zatar: miscela di spezie usate dagli Arabi).

a Farid Al-Atrash 

Ho ascoltato le tue canzoni in ogni giorno di tempesta,
sentivo la tua enorme tristezza
anche se non ti sono mai stato vicino
al Cairo.
Nelle mie poesie ho trasferito quel dolore 
che lentamente emettevi
dalle vene degli accordi che avevano fame 
e facevano male subito;
quando eri solo
non potevi fermarti nella tua casa
sulle montagne dei Drusi
sulla strada che va dall'Egitto al Libano
perché ti avrebbero accusato di tradimento.

*(ottobre 1910 – 26 dicembre 1974) è stato un grande
e noto compositore, cantante e attore siriano.

Naim Araidi (Maghar, 1950-2015) è un poeta, insegnante e diplomatico israeliano.
Appartiene alla minoranza religiosa dei Drusi.
Giovanissimo si è trasferito ad Haifa per completare la sua istruzione fino ad insegnare nella stessa Università e in quella di Bar-Ilan, quindi al Gordon College of Education e all’Università Araba per l’Educazione in Israele.
Come giornalista ha presentato programmi settimanali su Channel 2: sia per bambini che notiziari. Ha fondato la rivista Al-Aswar.
Nel 1999 ha ideato e fondato il Nissan Poetry Festival in occasione della seconda Intifada, con l’intenzione di stabilire un canale di comunicazione fra le diverse religioni che popolano il Medio Oriente; in questa occasione poeti di tutto il mondo si incontrano a Maghar con altri poeti e giornalisti arabi e israeliani.
Ha vinto diversi premi internazionali, ricevuto due lauree honoris causa, scritto libri per bambini, poesie e opere scientifiche in ebraico e in arabo, molto è stato tradotto in altre lingue.
È stato ambasciatore d’Israele in Norvegia.

Se avessi un figlio di Iago

Non sono padre forse un giorno lo sarò.

Mi guardo indietro, cosa nociva per uno che esplode il presente, trattengo il fiato, gli occhi vedono la pelle delle palpebre. Penso alle mie scelte, mai semplici e spesso in contrasto con la soluzione accomodante.
Potevo accettare la carriera di manager, vi garantisco che non mi mancano le doti classificate come necessarie per primeggiare nelle riunioni aziendali, ho tutto quel che serve per avere successo. Il successo non fu quel che successe. Sono una stortura, un qualcosa che non doveva esistere per quel che oggi è.
Procediamo per gradi: provengo da una famiglia normale, scuole medie svolte in modo normale, sufficiente in ogni materia. I professori consigliano ai miei genitori di iscrivermi in un istituto professionale; un modo educato per dire che non ho nessuna qualità. Così fanno e così mi adeguo.
Impiegherò 6 anni per prendermi il diploma di perito elettronico, replico due volte il quinto e all’esame finale consegno in bianco la prova scritta di elettronica. Mi presentai in pigiama e pantofole, aspettai l’appello, firmai e me ne tornai a casa, venni salvato dalla prova di italiano, presi buoni voti sia allo scritto che all’orale.
Non sono padre forse un giorno lo sarò. 
Mi iscrissi all’università,  dopo 5 anni e 11 esami abbandonai gli studi. Iniziai la vita nel mondo lavorativo, passando per ogni livello di inquadramento, dal manageriale al facchinaggio, scaricatore di porto compreso. Durante questa lunga processione di assunzioni e licenziamenti, avevo a cuore solo una cosa: la mia salute mentale. Ho letto molto, forse troppo per uno che non aveva qualità (come dissero i miei professori), ho mangiato carta, divorato nozioni, ascoltato i colori dei pittori, le composizioni dei maestri e i disturbi dei folli, cercati e conosciuti al buio delle ore più fredde. Etologia, zoologia, astronomia, letteratura, testi sacri e pornografia.
Ero consapevole che questa enorme cascata di sensazioni un giorno avrebbe bagnato il mio deserto, non sapevo però il modo, che arrivò al termine di quella notte, strana dolce e tremenda notte.
Non sono padre forse un giorno lo sarò.
Oggi sono un poeta, è una scelta definitiva, con tutto ciò che il termine include. Ho abbandonato il lavoro, non mi sento un disoccupato, anzi lo studio dell’arte poetica mi prende gran parte della giornata. Sento di progredire nella mia scrittura, mi sono posto dei percorsi e li seguirò, non mi interessa la meta; d’altronde la mappa ti dice come arriverai non se arriverai. 
La vita dei poeti è particolare, unica nel bene e nel male. Ai riflettori preferisco la riflessione, quella sensazione di privato smarrimento che porta lontano dalle appartenenze; ai microfoni preferisco gli sguardi, occhi che non mi nascondono nulla, che mi trasmettono un resoconto di antica stirpe.
Non sono padre forse un giorno lo sarò, ma a quella persona di certo dirò: non fare come me. A nessuno auguro di sconfiggere se stessi.


al Liceo Marconi di Sassari in POESIA&AZIONE
al Festival OttobreinPoesia, 2014
Nome d’acqua Roberto Sannino, poeta. Nel 2006 vince il premio Fonopoli di Renato Zero, con la lirica “Il biancospino”, che da il titolo alla sua prima silloge edita. Seguono (editi da case editrici non a pagamento), "Negativo a colori" (2008), "Delirium Tremens" (2009), "L’alibi perfetto" (2010), "Concerto per carta e inchiostro" e Fabian 2011. Preferisce portare la poesia verso le persone, sceglie luoghi ed eventi popolari, nei quali scrive in presa diretta e regala fogli d’inchiostro ai convenuti.
Tiene corsi di introduzione alla pratica poetica per circoli letterari, scuole e strutture comunali. 
Organizza eventi letterari, ultimo in ordine di tempo “Colosseo e altri luoghi” (presentazione del libro con inediti di Dario Bellezza. 
Di prossima pubblicazione “ La famiglia dello scalzo” opera in versi (Edizioni Seam).

L'Autore su facebook

Naim Araidi - נעים עריידי, con Canzoni di Galilea di nuovo in Italia

Naim Araidi 
Seam Edizioni, seconda edizione
terza ristampa, ed. bilingue
Dopo il successo e l'attenzione verso la poesia, in una serie di incontri avvenuti prima a Roma e poi in alcune città della Lombardia, l'Autore di Canzoni di Galilea, sarà nuovamente in Italia per incontrare ancora alunni di altre scuole. 
Grazie ad alcuni insegnanti illuminati ritornerà nel gennaio prossimo a Roma, Aprilia, Scafati, Castellammare per parlare agli studenti dei problemi del medio-oriente e sarà anche ospite di alcune associazioni con letture di poesie tratte dal testo: al Caffè Voltaire di Roma, al Simposio di Anzio, ecc.
Maggiori dettagli saranno resi noti in seguito.
Pubblichiamo qui alcune poesie tratte dal libro e un video in lingua italiana e inglese. La traduzione è di Karen Costa
Per chi volesse acquistarlo può ordinarlo sul sito della Seam, cliccando Qui

Lasciatemi tornare

Lasciatemi tornare alla madreterra
al mio vecchio paese,
alle pareti paurose delle tombe
lasciatemi tornare
al canto degli uccelli
al canto del gallo
alla terra dei cactus
e dei cipressi
alle gocce d’acqua
alla sorgente del villaggio
al mio insegnante di nuoto
che mi ha aiutato
a sopravvivere nell’oceano
della vita e nei mari
di ogni città...
permettetemi di tornare al lato orientale
o straniero, non importa
lasciatemi tornare a me stesso...
Lasciatemi prendere ciò che vi piace dell’occidente
m’è costata la vita e gli anni migliori senza sorridere 
mai
prendete le vostre macchine 
per autostrade mortali
tutti i telefoni cellulari
tutti gli schermi piatti
tutti gli strumenti sofisticati della vita moderna
non c’è necessità di uccidermi, 
di lasciarmi morire
per uccidere
chi ha gelosia
nei miei confronti.
Naim in due licei di Brescia, 2014





أعيدوني

أعيدوني إلى بلدي القديم
إلى القناطر
إلى “العقدات” في بيت أجدادي
إلى الطريق الذي كم أخافني
...عند جدران المقابر
أعيدوني
لصياح الديك
لزقزقة العصافير
إلى  الصبّار
 ورفوف السرو
إلى المياه المتقطّرة
“في “عين الضيعة 
إلى “السّيح” الذي علّمني السباحة
التي لم تكفني ماء المحيط
...وبحار المدن
أعيدوني إلى الحارة الشرقية
أو الغربية

...أعيدوني إليَّ

وخذوا كل ما شئتم من حضارة الغرب
التي كلّفتني كلّ عمري
ولم تبتسم يوماً
إليّ
وخذوا آلات الموت على الطريقِ السريع
خذوا الهواتف
وشاشات التلفاز
وكل مكيّفات الحياة
فلا داعٍ لقتلي كي أموت
ولا داعٍ لموتي
كي يموت من الغيرة
.غيري


Parlando degli ulivi del paese

Parleremo degli ulivi del paese
e dell’olio d’oliva dei territori
forse troveremo un linguaggio comune
la metà della mia vita vissuta da solo
sulla porta di casa tua
e l’altra metà ancora alla ricerca
di un nuovo titolo
ai racconti di Scheherazade.

Vieni a sederti nella baracca
sotto la volta del cielo
mangeremo fichi e melograni e grappoli
d’uva a piene mani.
Noi non ci  sposeremo e non daremo bambini
alla Galilea, affinché il monte Carmelo non insorga
e il poeta non gioisca per i nostri peccati.
Noi dobbiamo riconquistare la nostra cultura
per tornare al cielo.

تعاليْ نتحدّث عن زيتون بلادي

تعالي نتحدث عن زيتون بلادي
،وعن زيت زيتون البلاد
لعلنا نجدُ لغةً مشتركة
لنصف عمري الذي تركني وحيدًا
 ،عند مدخل بيتكِ
والنصف الآخر الذي يبحث
عن عنوان جديد
.لقصة شهرزاد

تعاليْ نسكن تحت العرائشِ 
في العراءْ
نأكل التينَ والرمّانَ والعنقودَ
في صبر الوعاء
ثمّ لا نتزوّجُ ولا نُنجبُ أطفالا للجليلِ
لكي لا يغضب الكرملُ منّا
ويرضى من خطايانا المعرّي
ونكفّرُ عن حضارتنا
.ونرجعُ للسماء



L’amore arriva

L’amore arriva secondo la direzione del vento
il battito cardiaco e le canzoni.
L’amore va come la poesia,
su gradini di occasioni mancate.
Per questo voi, amanti, siate pronti!
dovete catturare le occasioni.
Chiudete porte e finestre
sta lì proprio dove l’aria passa
l’affare è fatto per chi sa aspettare.
Queste sono canzoni, certo impossibili.
C’è sempre un’entrata per il cuore
e un’uscita per chi vuol partire.
L’amore va, l’amore viene
come un poema che solo
le palme comprendono. 
يجيءُ الحبُّ

يجيءُ الحبُّ كما تُريد الريح
على إيقاعِ القلوبِ والأغنية.
ويذهبُ الحبُّ كما تُريدُ القصيدةُ،
على آثار الفرصة التي تفوت.
أيّها العاشقونَ في تلك الاحتمالاتِ تَهيّأوا!
هنالكَ دائمًا فرصةٌ لا تفوت.
أَقفلوا الأبوابَ والنوافذَ التي
تتيحُ لكم متنفّسًا للريح
فالهواءُ لا يعزفُ إ لّ للناظرينَ
هذهِ أنغامٌ ، بعضها مستحيل.
وهنالكَ دائمًا منفذٌ للقلبِ
ومُتَنفّسٌ للذينَ يواكبونَ الرحيل.
هوذا الحبُّ الذي يجيءُ ويذهبُ
كالقصيدةِ التي لا يفهمها
إ لّ النخيل.






Naim Araidi (Maghar, 1950) è un poeta, insegnante ed è stato ambasciatore d’Israele in Norvegia.
Giovanissimo si è trasferito ad Haifa per completare la sua istruzione fino ad insegnare nella medesima Università, in quella di Bar-Ilan, al Gordon College of Education e all’Università Araba per l’Educazione in Israele.
Ha presentato due programmi settimanali su Channel 2: uno per bambini e un notiziario. Ha fondato la rivista Al-Aswar. Molti suoi lavori, originariamente scritti in ebraico e in arabo, sono stati tradotti in molte altre lingue, questa è la prima pubblicazione in italiano. Ha ideato e fondato il Nissan Poetry Festival nel 1999, nell’occasione della seconda Intifada con l’intenzione di stabilire un canale di comunicazione fra le diverse religioni che popolano il Medio Oriente, lui di religione Drusa.
2014: Premio Letterario Internazionale Città di Sassari: Menzione premio speciale della critica CANZONI DI GALILEA – Naim Araidi (Galilea)

Naim Araidi completed his elementary school in his village, then moved to Haifa to complete his secondar
y education. He went on to gain B.A in Hebrew language and Political Science and another B.A in Hebrew Literature and Comparative Literature. Then he gained a M.A in Hebrew Literature and Comparative Literature at Haifa University. This was followed with a Ph.D in Hebrew Literature from Bar-Ilan University.
He served as a teacher and a lecturer in both Haifa & Bar-Ilan Universities. Then he moved to Gordon College and the Arab College for Education in Israel. Currently he serves as the Director of the Children's Literature center at the Arab College as well as the co-ordinator of Studies for the Non-Jewish students at Gordon College. Dr. Naim presents two weekly programmes on Channel 2, a children's programme and a news programme. He also established "Al-Sewar" magazine. He had many positions and has participated in a large number of international festivals for writing and poetry. Many of Araidi's books are now available in different languages world-wide. For the first time in Italy in 2014 an anthology of his poems was published by Seam Edizioni and is reprinted in about three months. The first edition was presented during the roman poetical twinning with Ottobre in Poesia[1] in 2013. 
2014: Naim Araidi won the Critics Award at the International Literary Prize City of Sassari with the book "Songs of Galilee" by Seam Edizioni!