Moniga del Garda: Premio alla Carriera a Naim Araidi

Naim Araidi: di nuovo pace

Il poeta Druso, conosciuto sia nel mondo israeliano che arabo, Naim Araidi tornerà in Italia a settembre per ritirare il Premio alla Carriera che il comune di Moniga del Garda ha deciso di conferirgli.
Arrivato alla terza edizione, il Premio alla Carriera è stato consegnato precedentemente a 
Fernando Arrabal nella prima e a Jack Hirschman nella seconda edizione.

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Venerdì 18 settembre 2015 presso la sala consiliare del Comune la premiazione con lettura dei brani in arabo e italiano.
Il giorno seguente a Sirmione dalle ore 9, Palazzo Callas Exhibition
Incontro con Naim Araidi (Israele) e Basir Ahang (Afghanistan)

due poesie di Araidi


1. Sul massacro dei bambini

(a)
I bambini in tenera età si fissano occhi dentro gli occhi,
e parlano l’uno all'altro
nel silenzio fragoroso del linguaggio della morte.
Non riuscivo a capire:
i bambini in tenera età vivono
e ancor più teneramente vanno alla morte.
Così il poeta scriveva
non in ebraico, non in arabo né in un'altra lingua,
i bambini massacrati non hanno lingua,
come il cielo testimonia.
Sembrava parlassero
ma non riuscivo a capire,
i bambini in tenera età vivono
e ancor più teneramente vanno alla morte.
Così il poeta scriveva.
Mio Dio, che sei stai in cielo,
che comprendi molto di più
tutto ciò che con la tua saggezza hai inventato,
la tua sapienza mi sovrasta,
e non ti accuso.

(b)
Per un momento cose che non devono
essere dimenticate vengono dimenticate:
l'uomo possiede la ragione,
l’animale il cervello,
ma non sono sicuro
per chi dei due sarebbe più facile capire,
quando il poeta rivela,
il crudele segreto della morte.
Morte qui, morte là,
un bimbo qui, una bambina là,
figlia qui, figlia là,
strappati alla vita condotti alla morte:
un pianto non ancora iniziato,
un pianto non ancora finito.

2. In tempo di guerra la mia voce grida
e l'inchiostro si asciuga sulla mia penna.
E in ogni caso
non sarà con me.
Quando finisce la guerra
so che il dolore si scrive.
Nel frattempo gli aerei volano
sopra la mia casa.
E in tempi di guerra non sappiamo
cosa dire ai soldati
che sono caduti,
Io combatto lo speaker quando,
conta i morti mentendo, l’ipocrita:

in tempo di guerra la mia voce grida
quando ogni forma mi passa davanti,
non resta che spogliarsi
durante questa lunga assenza.
Nel frattempo mi abituo al silenzio
come far passare la guerra in pace,
e ottenere la pace dalla guerra
in ogni caso non si conosce il pianto
si scrive,
finalmente ti spogli
e mostri i segni,
di quello che hai lasciato
e ciò che rimane
pur tuttavia in tempo di guerra
continua a gridare la mia voce.

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della pubblicazione del libro e delle sue visite nel nostro paese
L'edizione italiana delle poesie di Naim Araidi