Pellicanolibri, 40 anni 1976 - 2016


1976-2016


Sono passati quarant’anni e il marchio è sempre nelle mani dei Costa. Nel mondo dei libri questa è diventata un’assoluta rarità. Sono poche infatti le attività editoriali che non siano diventate finanziarie, che non siano state acquistate o, peggio, che non abbiano chiuso definitivamente. Dopotutto “finché c’è una persona che legge, il mondo potrà salvarsi”. Pellicanolibri resiste.
Superando un’enorme quantità di difficoltà prima editoriali, poi commerciali, Pellicanolibri vive ancora con grande determinazione grazie a due caratteristiche: le testardaggini del fondatore Beppe Costa in campo editoriale e la forza e la determinazione del figlio Dante Costa che oggi mantiene inalterata quella capacità di consigliare e guidare il pubblico dei lettori nell’enorme quantità di volumi (circa 60.000) che escono ogni anno.


Adele Cambria foto Marco Pasqua



Con interventi di: Barbara Alberti, Fernando Arrabal, Goliarda Sapienza, Maddalena Saitta, Claudio Giurgola, Marcella Testa, Massimiliano Flumini, Emanuele Fanti, Aura Lulli, Liliana Arena, Beppe Costa, Paolo Antinori, Adele Cambria. Con una lettera di Arnoldo Foà e una di Anna Maria Ortese.

Monica Vitti
 Libro fuori commercio dato in omaggio ai clienti/sostenitori della libreria.

Internazionale Arte Contemporanea al CeIS Roma

Venerdì 18 dicembre si è inaugurata la mostra internazionale d'arte contemporanea fino al 31 gennaio 2016

alcuni estratti dal catalogo
Autori esposti
























Continueremo a lasciare tracce

Poiché l’essere umano, mortale, trova, legge, studia, guarda, stupisce, quasi mai resta indifferente davanti ad opere d’arte, immortali, coltiva certamente la voglia di lasciare, dopo di sé, qualcosa che lo ricordi.
Anche il meno colto degli esseri umani, pur non comprendendolo appieno, trasmette al proprio figlio (opera d’arte per eccellenza) tutto ciò che può, averi o semplicemente affetti, affinché resti parte di sé in futuro.
Pablo Atchungarry
Detto questo è anche naturale che per ogni forma d’arte ci sia sempre più una grande folla di seguaci. Chi nell’usare la parola poetica non pensa a Dante, o per la pittura a Leonardo, così come per la scienza
ad Einstein e per la musica a Beethoven?
Ma quasi sempre, salvo in qualche caso, questi grandi artisti che guardiamo e continuiamo a studiare hanno avuto una vita pressoché impossibile.
Perseguitati, incarcerati, uccisi o dalla salute compromessa sin dalla giovane età. Così Dante, Van Gogh, Mozart, Caravaggio insieme a una infinita schiera di altri.

Oggi per la carenza di informazioni e il valore che molti danno, senza conoscere particolari, senza studio o approfondimenti fa sì che ci si trovi di fronte a imbrattatele e a spreco di milioni di pagine inutili che non provocano né provocheranno emozioni o memorie.
Accade sempre più che anche il meno artista fra gli esseri umani cerchi di creare un segno nuovo o comunque un segno affinché la sua vita (mortale appunto) prosegua anche senza il proprio corpo.
Sarà forse questo il primo pensiero che si fa strada davanti alla quantità enorme di ‘artisti’ che oggi si presentano come tali.
Esattamente al contrario il numero di chi effettivamente produce arte è sempre meno e quel poco che rimane, è ancor più isolato. E sempre meno, naturalmente, si trovano spazi seriamente dedicati all’arte contemporanea. Se non vogliamo elencare muri in affitto dove il presunto ‘artista’ fa mostre nella ‘presunta’ galleria d’arte.
Ciò che ha contribuito a svilire l’arte è certamente la serie di mercanti e critici apparsi all’orizzonte anche con l’avvento della televisione e delle televendite. Qualcuno, non potendo aggiudicarsi un pozzo di petrolio o una miniera di diamanti ha cercato di investire in qualche crosta, spesso non solo crosta ma per giunta falsa, sbandierata per opera d’arte.
Franco Fortunato, Racconti per l'Europa
Quindi per l’artista che certamente esiste anche oggi ed esisterà sempre, la vita sarà ancora più difficile e complessa e anche la morte può farlo passare inosservato per la corsa sfrenata che l’essere umano nell'ultimo secolo sembra avere intrapreso.
A questo si aggiunge la devastazione provocata dalle guerre del passato e da quelle attuali che sembrano ancor più prendere di mira opere considerate patrimonio dell’umanità.

Per fortuna, però, ancora abbiamo occhi per vedere e mente per sognare. E continueremo a lasciare tracce. (b.c.)

Saluto del Presidente

Nel cammino che da oltre 45 anni il nostro Centro ha intrapreso per fornire accoglienza, sostegno e nuove opportunità a chi a noi si rivolge per un aiuto concreto, l'arte, quella in particolare che si manifesta nelle forme espressive più antiche della pittura e della scultura, è sempre stata considerata come un punto di riferimento prioritario per quanti possano avvalersi dei suoi aspetti riabilitativi individuando in essa un sollievo al proprio disagio.
L'impegno per offrire ai ragazzi attività cultuali che si intreccino con il loro percorso di recupero dalla tossicodipendenza ha trovato una sua tangibile realizzazione in programmi specifici, dove, grazie all'attivazione di laboratori dedicati alle diverse forme d’arte, si è cercato di dar seguito alla consapevolezza, raggiunta in questi anni, di come arte e cultura possano divenire ulteriori strumenti di crescita e di conoscenza di sé.
Ma quest'attività, il cui valore culturale e educativo è indiscutibile, ha dei costi rilevanti per una realtà gratuita come la nostra, ed è soprattutto al contributo offerto da chi ha creduto in tutti questi anni nei nostri progetti e li ha sostenuti anche economicamente, che è stato possibile proseguire su quella strada di accoglienza e sostegno tracciata ormai quasi mezzo secolo fa da don Mario Picchi.
Proprio per questo, è per noi è estremamente importante sostenere questi progetti, che garantiscono ai ragazzi ospiti della comunità di crescere e realizzarsi, credendo in se stessi e nel proprio futuro.
Su questo cammino si inserisce la mostra internazionale di arte contemporanea organizzata da II Delfino Arte, l’Associazione Culturale, aperta fino a gennaio 2016, il cui scopo, oltre a perpetuare nella memoria lo spirito e la creatività di don Mario, è quello di contribuire a garantire anche in senso materiale la continuità del suo messaggio di amore e di speranza.
Roberto Mineo
Presidente CelS don Mario Picchi

L’arte è un gioco

La vera arte è un gioco che il genio si diverte a regalarci per appagare la propria ambizione e, nello stesso tempo, contare il numero dei sognatori o, se volete, quello degli imbecilli.
Non è certezza, non è regola, non è come la margherita che ha sempre tutti i petali intatti.
Ogni opera d'arte pone interrogativi con le virgole.
Alberto Sughi, Donna a cavallo
Infatti, non possiamo dimenticare che l'arte è rabdomante del passato e chiaroveggente del futuro, e lo è per riuscire a costruirsi un silenzio anche quando il frastuono di una critica improvvisata prova a collocarla, prevalentemente, sull'altare del mercato.
Non sempre, ovviamente, è semplice.
Spesso le opere d'arte sfuggono a qualsiasi logica perché la loro grandezza è talmente capricciosa che non si concedono facilmente a chi le accarezza senza calore.
Sanno capire il vento del danaro come il profumo, spesso sconosciuto, di chi si avvicina per provare di stringere l'infinito.
Ed è solo per questo che preferiscono quasi sempre i poeti ed i fruitori che cercano la bellezza e, con essa, il fascino misterioso della vita.
Ed è solo con questi che riescono a sublimarsi, sempre nella misura, picassianamente, che una menzogna ci permetta di conoscere la verità.
Questa prima mostra, nel luogo dove aleggia, costantemente, la spiritualità intelligente e generosa dell'indimenticabile Don Mario Picchi, nasce sì per sottolineare quanto affermato ma, in contemporanea, nella speranza di riuscire a dare un contributo materiale per la continuità di questa realtà d'amore che è il CeIS.
E non c'è amore che nella memoria.
Se poi si andrà "Oltre" l'essenziale, citando Don Mario, non si vedrà solo con gli occhi, ma con il cuore".
Tonino Colloca
Presidente Associazione Culturale "il delfino arte” Critico d'Arte