La poesia di Iago vista da Ivana Moser

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La poesia di Iago 

Anche le scimmie odiano Tarzan, 
Pellicano 2016
ISBN 978-88-99615-04-8, pag. 118, € 10.00

    Nel 2003 Roberto Sannino ha 35 anni: labirinto di vie oscure la sua vita. Un bivio. Scegliere significa decidere della sua stessa vita. Roberto non sceglie, è la poesia a sceglierlo in una decisiva e sconvolgente notte. Quella notte Roberto si scopre poeta, scrivendo la sua prima poesia, la poesia che lo salva e che segna la sua rinascita. Decide allora di lasciare il mondo del lavoro per dedicarsi esclusivamente alla scrittura, di fare il poeta. Per suggellare questa rinascita, Roberto Sannino diventa poeticamente Iago. Perché proprio Iago, l’anti-eroe di Otello, il maligno in persona? Di certo non affascina il neo-poeta la connotazione maligna, ciò che lo affascina è la profonda conoscenza dell’animo umano, delle sue debolezze, delle sue corruttibilità e perversioni, che permettono a quel personaggio di portare a Inquietudine è la prima raccolta di poesie pubblicata da Iago nel 2004. Lo stesso anno il Poeta si aggiudica il premio Fonopoli di Renato Zero, partecipando al concorso internazionale “Fonopoli-Parole in movimento” con la lirica Il biancospino, che darà il titolo alla silloge pubblicata nel 2005. Da allora i riconoscimenti non si contano, ma questo è un argomento tabù per Iago, rifiuta categoricamente di parlarne, considerando premi e riconoscimenti, così come al giorno d’oggi vengono aggiudicati, un dis- equo strumento di giudizio per misurare il valore della poesia.
Le altre sue pubblicazioni: Il Dubbio 2005, Il Difetto 2008, Negativo a colori 2008, Delirium Tremens 2009, L’alibi perfetto 2010, Concerto per carta e inchiostro 2011, Fabian 2011 poesie e racconti brevi, La famiglia dello scalzo 2015.
La poesia, secondo Iago, deve arrivare, contagiare e sopra ogni altra cosa rimanere. Non crede al poeta costruito ma ai forti segnali che, se seguiti con coraggio, introducono in una dimensione di estrema sensibilità, come è successo a lui. La sua è una militanza giornaliera della pratica poetica, ogni giorno scrive poesie e lo fa di getto, istintivamente, senza correzioni. L’approccio con il foglio avviene quando la poesia è già stata pensata e vissuta e non esiste prevalenza di temi, perché a decidere è solo quello che lui giornalmente assorbe dal vivere. La poesia di Iago è frutto di quotidiana osservazione della vita, che ha però un preciso scopo ultra-quotidiano. 
L’ultima pubblicazione di Iago porta il titolo Anche le scimmie odiano Tarzan 2016: una raccolta di poesie che ancora una volta mirano a scuotere le coscienze, perché oggi, nel nome di interessi di parte, di ritorni ideologici e di algoritmi politici, è venuta meno la Riconoscenza ed è così che il Tarzan eroe generoso vive unicamente nel sogno, mentre il Tarzan reale viene condannato dalle stesse animalità che aveva cercato di proteggere. 
Quando un poeta prende la parola deve scuotere, incidere, scarnificare, afferma Iago. 
In questo senso, l’uomo-poeta Iago si fa scienziato, medico: incide le pagine con il bisturi della Parola, dopo che il suo “vedere e sentire” (essenziale presupposto per scrivere versi) hanno scarnificato risvolti di realtà “non buoni, non belli”, moralmente deleteri. I suoi versi compatti, densi, incalzanti, schiaffeggianti operano squarci nella mente del lettore e mettono in vibrazione le corde del percepire emozionale. Non conoscono lo strumento della lamentazione o il tono da moralista, non dispensano formule o soluzioni. Il loro richiamo al vivere in consapevolezza porta le vesti di una grande umanità, dell’ironia, della rabbia, della tristezza, del presente. Sono pillole di poesia, consigliate per aumentare la lucidità di percezione, la consapevolezza, la resistenza, ma amare, come i farmaci efficaci. 
Iago: Il mio parere sull'uomo? Un piccolo essere capace di grandi cose, un simil-Tarzan che qualche volta urla e dice “io ci sono


Ivana Moser

Scelta

Dopo aver consumato il corpo
il dolore taglieggia l’anima
e fa dell’ombra grana d’ossidiana,
sarebbe bello per una parte di me
svegliarsi e non ricordare più nulla.
Potrei farlo ma ho così tanto amore
intorno.


Iago ritratto di Roberto Faccenda


Iago, nome d’acqua Roberto Sannino. Nasce a Roma nel 68. Incontra la poesia nei pressi dei 40 anni, decide di lasciare il lavoro per dedicarsi esclusivamente all’attività poetica. Fautore di un fare diretto, attua incontri pubblici di scrittura “intemporanea” volti a favorire un dialogo vivo e dinamico tra persone e scrittura. Renato Zero lo premia nel 2006 (primo classificato al concorso Fonopoli con la poesia Il biancospino).

Ha pubblicato per case editrici non a pagamento: Delirium Tremens (Giulio Perrone), L’Alibi Perfetto e Concerto per carta e inchiostro (Bel-Ami edizioni) La famiglia dello scalzo (Seam) e Anche le scimmie odiano Tarzan (Pellicano). Presente in diverse antologie, come SignorNò, poesie e scritti contro la guerra.

Ha tenuto i seguenti laboratori di scrittura poetica per scuole e istituti privati: Funzione terapeutica della parola scritta. Introduzione alla pratica poetica e Il sentimento artistico di una riconciliazione.

È stato ospitato in fiere letterarie (Modena, Pisa, Napoli, Bari, Mantova) e in rassegne culturali, in qualità di poeta accreditato.

Ha prodotto un ibrido cartaceo Fabian (L’Erudita-Perrone), di racconti brevi legati a poesie derivate. Ha ideato e messo in scena “Beethoven in versi” scrittura in presa diretta su base musicale classica. Dirige la collana di poesia ConVersiAmo, al fianco di Stefania Battistella, dell’associazione culturale Pellicano.