Certamente l’amore estremo per la poesia ha condizionato tutti i giorni della mia vita che, sarebbe stata ben più terribile, se non avessi fatta questa scoperta sin da giovanissimo, grazie al fatto di una madre libraia e grande lettrice.
Così, raggiunta un’età
ragionevole, riuscii ad occuparmene come editore.
Raccontare le difficoltà a chi
non conosce il mondo editoriale sarebbe inutile e non è questo il luogo. Rimane
il fatto nei libri, nei tanti libri pubblicati che, quasi sempre, hanno
provocato l’incontro con l’Autore, avvenuto a volte subito come per Goliarda
Sapienza o Alejandro Jodorowsky o dopo 30 anni come nel caso di Fernando
Arrabal.
Ormai sono più che convinto,
malgrado vendite e successo editoriale siano state sempre al di sotto delle mie
possibilità - per questo, spesso, si rimane soli - mi è dato ormai immaginare
di avere un grande fiuto. Se alcuni autori li avessero scoperti i grandi
editori subito e non dopo 30 o 40 anni, qualche volta le loro vite sarebbero
certamente state migliori, almeno dal punto di vista economico. Ma tant’è, come
accennato la vita in arte raccoglie altre soddisfazioni.
Come in questi giorni, dopo avere
scoperto, questa volta in rete, le poesie di Fernando Rendón, ne ho parlato subito con l’amico Antonino
Caponnetto chiedendo se poteva aiutarmi a realizzare questo sogno, traducendo
per me, per noi, quello che considero un grande autore. Ciò che provo
leggendolo mi fa sentire complice e, come accaduto altre volte, già amico per
ciò che pensa scrive e fa. Riscrivo qui la parte finale dell’introduzione di
Caponnetto e alcune poesie dell’Autore, certo, ben poche rispetto a un volume di 200 pagine.
b.c.
[,,,Credo - e lo ribadisco qui con
altre parole - che in Fernando Rendón poesia e vita coincidano fra loro
in una grande unica aspirazione, la più degna da immaginare per
ognuno di noi: che l’essere umano possa finalmente liberarsi dalla paura
e dalla costrizione (o se si vuole, dalla coazione a ripetere), sapendo
bene che ciascun individuo può realizzare questo grande sogno soltanto
insieme agli altri, in quanto parte di una totalità umana quotidianamente
consapevole e ormai pronta a incontrarsi con il proprio Tutto, il quale ci
contiene eppure ci trascende.
Un libro necessario, per me,
questo, sul cui valore intrinseco, non ho dubbi ne remore, un’opera
antologica che permetterà agli italiani di accostarsi, anche attraverso
la lingua originale, a una poesia e a un poeta la cui lettura non potrà
che essere fonte di gioia per chi ama profondamente la grande poesia.
Credo inoltre che, chi si
avventurerà nella lettura di questo poeta cosi umanamente vicino, non potrà
evitare di sentirsi sospinto verso nuovi e più intensi
approfondimenti della sua poesia].
En la brumosa landa del tiempo
implacables guardafronteras de la realidad
Por él sentenciado
un suicida que no muere
perpetuamente se ahorca
Prohibido a las naves
alejarse de orillas y faros
para eludir tempestades
desatadas por el miedo
Por el arcabuz y el cruzado madero de ciprés
latitudes que preservaban el sueño
Desde
entonces
poetas
acusan de locos a poetas
Y cubiertos
de escarnio
los a ún
rebeldes
habitan un reino sin rey
donde puertas de esmeralda
que no pueden ser vistas
conducen a un inmemorial jardin de fuerzas
Nella brumosa landa del tempo
implacabili guardafrontiere della realtà
Dal tempo condannato
un suicida che non muore
perennemente s’impicca
Vietato alle imbarcazioni
allontanarsi da sponde e da fari
per fuggire tempeste
scatenate dalla paura
Con l’archibugio e il crociato legno di cipresso
latitudini che preservavano il sogno
bruscamente furono risvegliate alla morte
Da allora
poeti danno dei pazzi a poeti
E coperti di scherno
i tuttora ribelli
abitano un regno senza re
dove porte color verde smeraldo
che non possono esser viste
conducono a un giardino di forze immemorabile
“¡Contra la muerte,
coros de alegría!”
(P. Barbajacob)
Si fuera posible, si lo sonado fuera, si se alcanzara,
dices.
Si aquello que yace en el fondo se irguiera, si amaramos
nuestra tierra,
si se lograra.
Si nos reconocieramos, si no nos apegaramos a lo que nos
ata, si se
consiguiera.
Si llegara ese momento, si la alegria feroz nos invadiera,
si se pudiera.
Y si nos amaramos, si fundaramos ese pais, si volvieras para
quedarte
entre nosotros para siempre.
“Contro la morte,
cori di gioia!”
(P. Barbajacob)
Semmai fosse possibile, se quanto noi sogniamo fosse, e se
si raggiungesse,
dici.
Se ciò che giace in fondo si levasse, se noi amassimo la
nostra terra, se
in questo si riuscisse.
Se ci riconoscessimo l’un l’altro, se non ci affezionassimo
a quanto poi
ci lega, se questo si ottenesse.
Se giungesse improvviso quel momento, se la gioia feroce ci
invadesse,
se tanto si potesse.
E se ci amassimo, se quel paese uniti edificassimo, se
ritornassi tu per
rimanere fra noi per sempre
I
Se renuevan sin tregua los ciclos
violencia y reposo se suceden
El oro adentro se transforma
Del origen a la desembocadura
se desdobla un lecho dorado
se alternan los ritmos
con dolor se dilatan los cauces
Es dificil nacer en otra época y lugar
Es el rio que todo atraviesa
y cae se purifica distribuye
golpea murmura acaricia
avanza se enturbia centellea
inutil aferrarse a orillas
la corriente perpetua arrastra las manos
Se lava tu sed en una espiral de flores
afanosa corres sobre suelo lunar
II
Mineros sin
edad han entrado en tus aguas
hasta la cintura
y en extranas bateas lavan tu alma
una y otra vez por siglos
laváran tus suenos
hasta que oro y sol se hagan uno
y así no te hayas deslizado en vano
por el cuerpo del firmamento y de la tierra
I
I cicli senza tregua si rinnovano
violenza e riposo si susseguono
L’oro al suo interno si trasforma
Dall’origine allo sbocco
si dispiega un letto dorato
si avvicendano i ritmi
con dolore gli alvei si dilatano
È difficile nascere in altra epoca e luogo
È il fiume che tutto attraversa
e cade si purifica elargisce
colpisce mormora accarezza
avanza s’intorbida scintilla
inutile aggrapparsi a qualche sponda
la corrente incessante trascina via le mani
Si lava la tua sete in una spirale di fiori
affannata tu corri su terreno lunare
II
Minatori senza età sono entrati nelle tue acque
fino alla cintola
e dentro vassoi strani lavano la tua anima
più e più volte per secoli
laveranno i tuoi sogni
fino a che oro e sole siano uno
e così tu non sia trascorso invano
lungo il corpo del firmamento e della terra
ISBN 978-88-99615-17-8 pp. 198, € 12.00
pag. 198, € 12.00 Per acquistare il libro scrivere a pellicanolibri@libero.it
Había qué seguirse a sí mismo.
Había qué remover tan solo la palabra montana.
Había qué eludir la celada de la civilizacion.
Había qué volar las esclusas de la razon.
Había qué hacerse invisible a las patrullas.
Había qué hallar el mapa de la vida.
Había qué fundar el paisaje en esta comarca de fantasmas.
Se trataba de saber morir y renacer aquí y ahora.
Bisognava seguire se stesso.
Bisognava rimuovere proprio la parola montagna.
Bisognava sfuggire all’agguato della civiltà.
Bisognava far saltare le barriere della ragione.
Bisognava farsi invisibile alle pattuglie.
Bisognava trovare la mappa della vita.
Bisognava fondare il paesaggio entro questa regione di
fantasmi.
Era questione di saper morire e nascere di nuovo qui e ora.
5. Metamorfosis
Sobre un camino de polvo
camino tras la anciana
que gesticula hablando a solas
Con el cuerpo agobiado por el tiempo
evoca a escondidas su juventud
y su rostro resplandece
Paso a su lado y la miro
pero al sentirse descubierta
recobra, avergonzada, la vejez.
Metamorfosi
Lungo una strada di polvere
avanzo dietro all’anziana
che gesticola e parla da sola
Con il corpo spossato dal tempo
evoca di nascosto la propria giovinezza
e si fa risplendente il suo volto
Mi metto al suo fianco e la guardo
ma lei nel sentirsi scoperta
di nuovo, vergognosa, si fa vecchia.
Fernando Rendón (Medellín, Colombia, 1951), oltre che come poeta, è noto sia grazie al suo lavoro di giornalista, svolto per quotidiani quali “La opinión” o “El Correo” sia per aver fondato varie riviste di poesia, fra le quali “Clave de Sol”, “Imago” e “Prometeo”. Ma anche, e soprattutto, per aver fortemente contribuito alla creazione del Festival Internacional de Poesía di Medellín, che ha raggiunto una grande popolarità negli ultimi decenni.
Tra le sue opere possono sottolinearsi Contrahistoria, Los motivos del salmón, La rama roja e Canción en los campos de Marte, per le quali Rendón ha ricevuto importantissime designazioni e onorificenze; fra l’altro, in due occasioni è stato finalista del Premio Nacional de Poesía dell’Università di Antioquia. Inoltre, le sue opere sono state tradotte in varie lingue e sono apparse in numerose antologie. Ha collaborato con la fondazione dei Festival Internazionali di Poesia di San José de Costa Rica e San Salvador, e con quella della Red de Festivales Internacionales de Poesía de Latinoamérica, fornendo la sua consulenza nel crearne altri, come il Festival Mundial de Poesía del Venezuela.
Per l’altezza come per la profondità, per l’universalità come per l’intensa singolarità della poesia di Rendón, la sua attività in ambito poetico assume, oggi più che mai, un alto valore sia artistico che umano, sia per il singolo che per l’intera collettività.