Concerto poetico per SignorNò e iniziative a favore di Fernando Eros Caro

Concerto poetico contro la guerra “SignorNò”
Primo dei nuovi incontri per la nuova edizione di SignorNò il 14 dicembre a Roma
per l'evento su facebook clicca QUI


Parteciperanno all’iniziativa, organizzata e curata da Beppe Costa, l’attore Alessandro Galli, gli autori Antonella Rizzo, Franca Palmieri, Giovanna Iorio, Iago, Marino Santalucia, Michela Zanarella, Stefania Battistella, Stefania Di Lino , Valeria Raimondi.
Le musiche dal vivo saranno curate da Giuseppe Natale(chitarre) e Marco Cinque (percussioni e fiati etnici). La serata sarà dedicata al nativo americano di ascendenza yaqui Fernando Eros Caro, prigioniero da 35 anni nel braccio della morte di San Quentin, a cui sono dedicati anche i diritti d’autore del volume.
“Riproponiamo con le edizioni Pellicano una versione allargata della raccolta SignorNò, per diversi motivi: il primo è che, purtroppo, la guerra è un argomento sempre tragicamente attuale. Il secondo motivo è che le voci dei veterani statunitensi e dei refusnik israeliani, cioè coloro che la guerra l’hanno fatta in prima persona, sono capaci di dare un impatto emotivo che va oltre la retorica, riuscendo a far vacillare le certezze di coloro che ancora confidano nell’utilità e nell’ineluttabilità dei conflitti.
Inoltre, questo progetto si pone come inclusivo, aperto perciò alle collaborazioni di nuove voci poetiche che lo arricchiscano, regalandogli altra linfa, ulteriori energie, rinnovati entusiasmi finalizzati a divulgarne e rilanciarne il contenuto. L’ultimo, ma non meno importante motivo, è che SignorNò ha anche una valenza molto concreta e tangibile, poiché i diritti d’autore di questo volume sono interamente dedicati alla causa di Fernando Eros Caro, nativo americano di ascendenza yaqui rinchiuso da ormai 34 anni nel braccio della morte di San Quentin, in California.
Abbiamo potuto sperimentare, negli anni, come un semplice libro possa trasformarsi in un vero e proprio progetto multimediale itinerante,capace di seminare pace in una umanità sempre più alla deriva, sempre più orfana di risposte che lascino un segno, una speranza, un sogno da raggiungere, assieme.”
Il sostegno economico arrivato da queste iniziative è stato molto utile a Fernando Eros Caro perché, come dice spesso lo stesso Marco, lo spaccio del carcere vende prodotti ad un prezzo molto superiore rispetto a quello usuale, quindi anche comprare un francobollo per rispondere alle nostre lettere diventa impegnativo.
Fernando è rinchiuso nel braccio della morte di San Quentin da oltre trent’anni perché è stato accusato di duplice omicidio. Come scrive Marco nell’introduzione di Saai Maso:

“Se Gesù Cristo fosse nato indiano, come minimo, sarebbe stato condannato per pedofilia soltanto per aver detto “lasciate che i bambini vengano a me”, scriveva dal carcere il Sioux-Lakota James Weddel, ed è proprio il fatto di essere un “indiano” che ha reso Fernando, e tanti altri come lui, colpevole ancor prima di nascere. […]
Dal 1981 Fernando Eros Caro è prigioniero nel braccio della morte, per un duplice omicidio di cui si è sempre dichiarato innocente. Il suo avvocato d’ufficio fu incapace di offrire una difesa degna di questo nome, ma fu anche intimidito dalla situazione ambientale: il processo, infatti, si svolse nella contea di Fresno, dove risiede il quartier generale del Klu Klux Klan californiano. Il pubblico ministero nascose alcuni fatti alla giuria, composta solo da bianchi, e chiese di ignorare importanti prove a discarico; inoltre, sbarazzò la giuria dei giurati ispanici e amerindiani, in barba a una legge federale, e mentì dicendo che ci sarebbero state opzioni di pena. Nella foto Fernando Eros Caro durante una visita al carcere di San Quentin 

Marco Cinque e Giuseppe Natale durante un concerto
Vogliamo unirci, così, ai ringraziamenti di Marco e far vedere a tutti coloro che hanno sostenuto questi progetti che l’obiettivo è stato centrato, siamo riusciti ad aiutare Fernando anche se si trova dall’altra parte dell’oceano, dentro un carcere di massima sicurezza. Questa è la prova che la poesia non ha confini e sa essere molto, estremamente concreta.
Il primo incontro

NO RESIGNACIÓN, 135 poeti di tutto il mondo per dire no alla violenza alle donne


Da Salamanca (Spagna) l'impegno per una protesta internazionale contro la violenza alle donne attraverso la pubblicazione di un libro 
“NO RESIGNACIÓN” che raccoglie 135 poesie di autori di tutto il mondo, curato dal saggista poeta Alfredo Pérez-Alencart e coordinato da Cristina Klimowitz. Il volume è arricchito da 45 disegni dell'artista Miguel Elias
Alcuni autori nella sezione finale sono pubblicati anche nella lingua originale.
Ho raccolto volentieri l'invito del poeta Alfredo Pérez Alencart, (nato a Puerto Maldonado, Perù (1962) attualmente  Professore di Diritto del Lavoro presso l'Università di Salamanca) unitamente a Igor Costanzo, Stefania Battistella e Antonino Caponnetto.

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I nostri contributi

SEÑOR DIOS, SEÑORA INTELIGENCIA (Stefania Battistella)

Yo no soy una bomba,
no soy un niño muerto,
no soy Hamas y no soy Israel
y no soy ni siquiera Sudán ni Mali,
Siria o Líbano,
no soy ni siquiera aquello
no soy los muchos mutilados y ni siquiera las enfermedades
y tampoco la aspirina que bastaría para sanarlos
aún menos soy la concepción de la vida
y aquella que permite el hambre, mosquitos y vientres hinchados.

No soy el Islam y no soy el Cristianismo
no soy las cruzadas y no soy los egipcios
no soy un esclavo y no soy ni una hechicera ni un mago.

No soy un bunker
no soy un campo de concentración
no soy una prisión y no soy un mortero.
No soy una pistola o un fusil o una piedra lanzada,
ni siquiera el ácido en el rostro.

No soy ni siquiera un misil en la frente de un hospital
no soy una ambulancia
que dispara sólo cuando parte y no dispara al volver

no soy un jefe de estado corrupto
ni un partido extremista por un lado o por el otro
ni siquiera un ciudadano que se llena la boca de palabras
sin saber por dónde llegan
no soy ni blanco ni negro
no soy el Papa no soy Mahoma

no soy Buda y cada otro nombre que haya tenido
esta concepción y su relativo movimiento.

No soy estúpida, y no soy ni siquiera muy inteligente,
sin dudas, lo que sé es que no soy una madre que llora
porque ya no soy madre

no soy la locura del hombre
y sobre todo no soy todas sus concepciones.

Sé todo lo que no soy,
pero, excepto eso, no queda nada más
que lo que soy.

¿Cómo se hace para ponerlo todo en práctica,
querido Dios, querida Inteligencia?


La prima presentazione è avvenuta al Teatro liceo di Salamanca giovedì 17 novembre



EN EL MÁS NEGRO DE LOS DÍAS (Antonino Caponnetto)

Mil soles se apagan cuando una mujer se ofende mortalmente
cuando locura, obscenidades, violencia
ensucian su cuerpo
cicatrizan y dañan la mente,
miles de estrellas se apagan cuando contra ella, día a día,
la tiranía de un varón enfermo que ya no es un hombre,
y que en el fondo
odia a sí mismo y a los de su manada,
contra su madre hembra mujer
sin cesar descarga.
Sin razón. Y de repente mata
sus esperanzas y sus sueños.
Cada belleza en ella ya no tiene casa
todo se transforma en su opuesto
cada herida es culpa silenciosa,
deseo de muerte, odio sin fin.
¿Pero todo esto va a durar para siempre?
Una vez más tú serás
hembra, madre, mujer
ahora y siempre
portadora de vida, de belleza
fuente del amor, cuando el mundo
erradique el virus que lo mata

ahora, aquí, en el más oscuro de días.


ESQUINA EPÍLOGO (Igor Costanzo)

Odiar a la violencia es un hito antiguo
al que se llega después de una larga
manera de dejar un legado
a los que heredarán la tierra.
Ocurre suerte, fuerza
e inteligencia, y el que debe probar
para creer corre el riesgo de ser asesinado
o de matar.
Ella gritaba que fue un accidente,
un empujón estúpido en un borde
de la madera, así trivialmente
se consume el epílogo,
no quería, no quería,
pero ya no sirve de nada.



MUERTE DE AMOR (Beppe Costa)

Trabajaba las imágenes
pasando por delante de la tele
cocinaba mal
comía siempre pizza y calabacines
era celosa
¿yo era celoso?
Con la manía de los zapatos
ocupaba toda la casa
tenía un amante
pero yo también tenía un amante
y no lograba tener dos
votaba a la Izquierda
cuando la Izquierda había desaparecido
yo roncaba, y le fastidiaba
(no se puede vivir así, entre dos)
era demasiado bonita
y se le habían subido los humos
así que tuve un raptus y la maté
y había sido licenciado
matar viene bien para la salud, te vuelve libre
la maté para protestar
pero, quizás la maté por quererla demasiado
sí, en serio, demasiado.


Traducción de Stefania Di Leo


Lettera al sindaco dalla terra di “Nessuno” di Iago



Mi chiamo Iago e sono un poeta. Da molti anni vivo nella periferia est di
Nettuno, zona laghetto Granieri, posto meraviglioso. Altrettanto non si può dire per chi sporadicamente torna a visitare queste parti con diverse intenzioni. Pochi giorni fa ho subito l'ennesimo furto in casa per mano dei soliti infami. Una persona di mia conoscenza ha affermato che l'uso chirurgico della parola fa più danni di una pistola, verifichiamolo: rendo noto alla pubblica cittadinanza che la zona dove risiedo è oggi terra di nessuno, solo lungo la mia strada è l'ottavo caso di infrazione.
Caro sindaco ti invito caldamente ad impegnarti per una maggiore valorizzazione delle periferie... tutte. Non solo la mia, altrove è ospite l'abbandono più completo.
Anche ai margini c'è vita, non solo al centro e nelle piazze, dove governare è senza dubbio più semplice,ma chi si propone come guida civica, chiunque esso sia, deve salvaguardare ogni realtà sociale, per edificare insieme il villaggio della Convivenza con i mattoni dell'Onore, del Rispetto e del Coraggio.
Qui manca la presenza, eppure mi trovo ad appena 1 km dal centro; da mesi attendo una risposta dai lavori pubblici per migliorare l'illuminazione dell'unica strada comunale, la forza dell'ordine è un cadavere privo di vermi e allora che fare?
Tu caro sindaco cosa faresti?
Mi chiamo Iago, scrivo poesie e una volta credevo nell'onestà. Sono un cane sciolto, non ho padroni e non colleziono schiavi ma ho avuto una buona educazione.
Il bosco qui vicino un tempo ospitava un fauno, principe della magia e saggio guardiano, anche lui pare aver abbandonato queste lande, forse il drago lo ha divorato.
Caro sindaco riprenderò a scriverti da dietro le sbarre o da sottoterra, perché di certo i soliti infami torneranno. L'alternativa che lo stato mi lascia è la prigione o il cimitero.
Evviva tra non molto ci sarà il referendum. Offro gratis un consiglio: votate “non so”.

Se vedete dormire
un uomo libero, svegliatelo!
Perché sta sognando una prigione.

Perché sta sognando una prigione.



Iago, nome d’acqua Roberto Sannino. Nasce a Roma nel 68. Incontra la poesia nei pressi dei 40 anni, decide di lasciare il lavoro per dedicarsi esclusivamente all'attività poetica. Fautore di un fare diretto, attua incontri pubblici di scrittura “intemporanea” volti a favorire un dialogo vivo e dinamico tra persone e scrittura. Renato Zero lo premia nel 2006 (primo classificato al concorso Fonopoli con la poesia Il biancospino).
Ha pubblicato per case editrici non a pagamento: Delirium Tremens (Giulio Perrone), L’Alibi Perfetto e Concerto per carta e inchiostro (Bel-Ami edizioni) La famiglia dello scalzo (Seam) e Anche le scimmie odiano Tarzan (Pellicano). Ha tenuto i seguenti laboratori di scrittura poetica per scuole e istituti privati: Funzione terapeutica della parola scritta. Introduzione alla pratica poetica e Il sentimento artistico di una riconciliazione.
È stato ospite in fiere letterarie (Modena, Pisa, Napoli, Bari) e in rassegne culturali, in qualità di poeta accreditato ha preso parte al Sirmio Festival. Ha prodotto un ibrido cartaceo Fabian (L’Erudita-Perrone), di racconti brevi legati a poesie derivate. Ha ideato e messo in scena “ Beethoven in versi” scrittura in presa diretta su base musicale classica.