Lettera al sindaco dalla terra di “Nessuno” di Iago



Mi chiamo Iago e sono un poeta. Da molti anni vivo nella periferia est di
Nettuno, zona laghetto Granieri, posto meraviglioso. Altrettanto non si può dire per chi sporadicamente torna a visitare queste parti con diverse intenzioni. Pochi giorni fa ho subito l'ennesimo furto in casa per mano dei soliti infami. Una persona di mia conoscenza ha affermato che l'uso chirurgico della parola fa più danni di una pistola, verifichiamolo: rendo noto alla pubblica cittadinanza che la zona dove risiedo è oggi terra di nessuno, solo lungo la mia strada è l'ottavo caso di infrazione.
Caro sindaco ti invito caldamente ad impegnarti per una maggiore valorizzazione delle periferie... tutte. Non solo la mia, altrove è ospite l'abbandono più completo.
Anche ai margini c'è vita, non solo al centro e nelle piazze, dove governare è senza dubbio più semplice,ma chi si propone come guida civica, chiunque esso sia, deve salvaguardare ogni realtà sociale, per edificare insieme il villaggio della Convivenza con i mattoni dell'Onore, del Rispetto e del Coraggio.
Qui manca la presenza, eppure mi trovo ad appena 1 km dal centro; da mesi attendo una risposta dai lavori pubblici per migliorare l'illuminazione dell'unica strada comunale, la forza dell'ordine è un cadavere privo di vermi e allora che fare?
Tu caro sindaco cosa faresti?
Mi chiamo Iago, scrivo poesie e una volta credevo nell'onestà. Sono un cane sciolto, non ho padroni e non colleziono schiavi ma ho avuto una buona educazione.
Il bosco qui vicino un tempo ospitava un fauno, principe della magia e saggio guardiano, anche lui pare aver abbandonato queste lande, forse il drago lo ha divorato.
Caro sindaco riprenderò a scriverti da dietro le sbarre o da sottoterra, perché di certo i soliti infami torneranno. L'alternativa che lo stato mi lascia è la prigione o il cimitero.
Evviva tra non molto ci sarà il referendum. Offro gratis un consiglio: votate “non so”.

Se vedete dormire
un uomo libero, svegliatelo!
Perché sta sognando una prigione.

Perché sta sognando una prigione.



Iago, nome d’acqua Roberto Sannino. Nasce a Roma nel 68. Incontra la poesia nei pressi dei 40 anni, decide di lasciare il lavoro per dedicarsi esclusivamente all'attività poetica. Fautore di un fare diretto, attua incontri pubblici di scrittura “intemporanea” volti a favorire un dialogo vivo e dinamico tra persone e scrittura. Renato Zero lo premia nel 2006 (primo classificato al concorso Fonopoli con la poesia Il biancospino).
Ha pubblicato per case editrici non a pagamento: Delirium Tremens (Giulio Perrone), L’Alibi Perfetto e Concerto per carta e inchiostro (Bel-Ami edizioni) La famiglia dello scalzo (Seam) e Anche le scimmie odiano Tarzan (Pellicano). Ha tenuto i seguenti laboratori di scrittura poetica per scuole e istituti privati: Funzione terapeutica della parola scritta. Introduzione alla pratica poetica e Il sentimento artistico di una riconciliazione.
È stato ospite in fiere letterarie (Modena, Pisa, Napoli, Bari) e in rassegne culturali, in qualità di poeta accreditato ha preso parte al Sirmio Festival. Ha prodotto un ibrido cartaceo Fabian (L’Erudita-Perrone), di racconti brevi legati a poesie derivate. Ha ideato e messo in scena “ Beethoven in versi” scrittura in presa diretta su base musicale classica.