Il silenzio è la mia voce, Pellicano 2018

Fra le nostre novità, in questi giorni  esce la raccolta di poesie, realizzata interamente dall'associazione L'Officina che, nelle Marche, realizza laboratori di scrittura e poesia. In questo caso le 'voci' provengono dalle detenute e detenuti delle carceri di Pesaro. Siamo orgogliosi, dopo avere pubblicato 'voci senza  pubblico' e lettori, di avere realizzato questa antologia, sperando sia la prima di una lunga serie.     
Per avere il libro clicca QUI

ISBN 978-88-99615-48-2
pag. 106, € 10.00
[...] La poetessa americana Sylvia Plath, esponente di punta dello stile chiamato “confessionalismo”, diceva che: “le carezzesui graffi si sentono di più”.
Leggendo le poesie scritte dalle detenute e dai detenuti, ci rendiamo conto di quanto sia esatta questa affermazione e ci accorgiamo di come, proprio la poesia, possa essere la forma artistica più liberante e più appropriata per costruire una relazione di senso con le storie e le vite di questi scrittori.
Essi, proprio attraverso le parole, ci mostrano le loro ferite, in attesa delle carezze di chi leggerà.
Antonio Mastrovincenzo
Presidente del Consiglio Regionale delle Marche


Il silenzio è la mia voce, una voce che non tace, deflagra. Il corpo è la mia tomba, una tomba di carne che chiamano “vita”.
La “vita” è un numero, un numero anonimo da punire, chiuso in un contenitore di altri numeri.
Questo renderà migliori o redimerà gli errori? Ascoltate le voci di questi silenzi, il suono che vi sopravvive ancora. Leggete le parole di queste pagine, il racconto delle loro sconfitte, il loro desiderio di riscatto. Leggete, ascoltate, ma non con occhi e orecchi, fatelo con l’umanità che vi abita.
Voi che siete fuori, fate breccia nelle vostre prigioni interiori, perché chiudere dentro è come chiudersi fuori dalle esistenze di chi ogni giorno sfiorisce dietro le sbarre e perché nessuno potrà vivere davvero libero finché a qualcuno sarà negata la libertà.
Marco Cinque



1.
Autobiografia

Sono l’universo
sono il fuoco che brucia l’acqua
sono gli occhi di chi non c’è più
sono il cuore che non batte,
ma che riesce a muoversi.
Vorrei e lo sono
l’universo
che non ha più spazio.

Emanuele R.

2.
Autobiografia

Ero pagina bianca
poi fogli macchiati di lacrime e sangue
senza parole d’amore
solo frasi di ingiurie
solo storie di terrore.
Ero un diario di lacrime sangue e paure.
Ora sono un libro bruciato
pezzetti di pagina sopravvissuto al fuoco
pezzetti di puzzle che formano l’immagine del vuoto.
Un vuoto che inghiotte
ogni raggio di luce
pronto ad esplodere
a restituire calore
pronto a restituire tutto
sotto forma di parole
pronto a ripagare ogni tipo di emozione
sotto forma di parole.
Un giorno sarò calore per il cuore
sarò intemperie per le maschere del vuoto interiore.

Mattia Morganti

3.
Ricordo il caldo abbraccio di mia mamma
dolce il suono di una ninna nanna
un amore incondizionato
un amore che può darti solo chi ti ha creato.
Ricordo i consigli che non ho mai ascoltato
le mie scelte che il tempo e il fato
non mi hanno perdonato.
Ricordo i miei vent’anni
troppo pochi per cosi tanti drammi
avrei voluto amarmi
o almeno riuscire a perdonarmi.
Ricordo tante vite che ho sprecato,
speranze che come immondizia ho gettato.
Ricordo il mio riflesso allo specchio
che più non mi assomiglia
e la mia vita in frantumi come cocci di bottiglia.
Ricordo ricordi sfuocati,
risultati di errori e pensieri deviati,
tutte le strade giuste che ho lasciato,
tutte le volte che prima ho agito e poi pensato.
Ricordo incubi nel cassetto,
un mostro sotto il letto,
scheletri nell’armadio,
inchiostro e sfoghi sul diario.
Ricordo tante vite e tante scarpe consumate
su questo asfalto di questa strada.
Ricordo la mia mente
che confonde i miei ideali
corrotta dal mio angelo custode
con le corna e senza ali.
Ricordo troppi giorni amari
buttando gin e campari,
ricordo anestetici per questa vita dolorosa,
ricordo sempre anni sotto effetto di qualcosa.

Scherica Tallevi








Lorella Crivellaro, Il volto smarrito della tenerezza, Pellicano 2018


Appena uscita una nuova raccolta di poesie di Lorella Crivellaro: Il volto smarrito della tenerezza
(Pellicano, aprile 2018) ISBN 978-88-99615-47-5, pag. 106, € 10.00

Posso senz'altro scrivere di questa nuova scoperta, fatta ancora in rete. Mezzo che, se usato bene, può dare delle sorprese. L'uso è fondamentale. Fra tante macerie e presunzioni critiche accompagnati da funerali alla poesia e ai poeti, ancora una volta devo smentire, con prove certe, quanto invece sia viva, la difficoltà semmai sta nella cecità degli editori, grandi o medi che non stampano e non distribuiscono più neanche i grandi del passato. Così che, anche in questo,  la rete sazia la sete di quanti, come la nostra Autrice, al contrario, ne fanno mezzo di sopravvivenza.
La poesia non solo è più viva che mai, ma è ben migliore di tanti 'tromboni' venerati del passato.
Poiché oggi manca il sogno, la speranza, di pace o di lavoro che sia e proprio questo ci fa avvertire il vuoto e il nero che non già avanza, bensì a conquistato masse (definiti numeri) che si uccidono senza motivi, governati da pochi esseri infami e assetati d'un potere precario: visto che per tutti la morte arriva.
Quindi c'è in queste poesie come in altri tanti poeti attuali, la ricerca o se vogliamo, la speranza di un sogno, certo, d'amore soprattutto, ma in senso generale. Con parole precise, senza svolazzi inutili, la ricerca della propria identità, l'utopia del sogno e la speranza d'un mondo che cambi.
Ma lascio ai versi di Lorella Crivellaro che meglio delle mie parole dicono:

1.
Avere sempre cura di te

e rifugiarsi nel ricordo
nella fragilità di mani
che si sfiorano
fino ad abbandonarsi
all’eternità.

Non muore l’amore
nulla si dissolve
nel luccichio di stelle
quasi smarrite
a rincorrere la luce.
Pure nell’assenza
si svela la presenza.

Si solleva lo sguardo
e dita ferite
dall’ingiuria del tempo
ritrovano conforto
accarezzando l’invisibile.

2.
Quando ci sembrerà di camminare scalzi

lungo tratti sconnessi di sentieri sconosciuti,
quasi forestieri i nostri passi nell’incespicare
dei giorni a venire, sentiremo improvvisamente
un tremore inatteso sfiorarci la pelle,
lieve carezza sulle nostre spalle ricurve.

Sapremo come allontanare ogni distanza
che imprigiona l’esistenza
e nessun rimorso, nessuna paura
seppellirà i nostri sogni nell’agonia dei desideri.
Saranno lontani i compromessi
che la realtà impone al presente.

Amabili segreti coglieremo nella sala d’attesa
dei pensieri dismessi e spogli di confusi alibi
ci sveleremo nell’amore senza riserve.

Non ci perderemo nell’abbandono,
nelle pretese inutili. Impareremo ad amare
anche nel silenzio, compagno della solitudine,
nella libertà del dono reciproco di un istante,
incanto di braccia protese
a scorgere un’ombra di luce nell’infinito sguardo
che accoglie l’universo.

3.                              Daniel Varujan                              
Ti scalderò
le mani tremanti dal freddo.
Non sanno più riconoscere
un gesto d’affetto
per il cuore trafitto
da chi ha indossato la morte.

Ti porterò
dove il male non esiste
e nessuno ci potrà piegare
con il fardello dell’iniquità.

Ti saprò ascoltare
nel tuo silenzio
che mai ha avuto amore.

Ti insegnerò
che anche sepolta dai soprusi
sopravvive la libertà di pensiero
come fiore che non si lascia intimidire
da chi vuole strapparlo alla radice.


[...]È assai probabile che la nostra Autrice abbia frequentato e frequenti molti libri di poesia, tale è l’attenzione che credo di cogliere in ogni goccia qui scritta. Un’attenzione rivolta spesso e soprattutto alle ultime grandi voci della poesia, voci di poeti poco ascoltati da vivi, la cui celebrazione sempre e soltanto postuma fa pensare a quanto spesso i critici tendano a politicizzare nel modo più servile il loro lavoro.
Per fortuna, come sappiamo, qual che ne sia la forma, l’Arte, abitando l’interiorità di ciascun pensante, può dare un’anima alle cose che esprimendo tocca e muovendo trasforma. Perfino la cosa più minuscola - sia essa dotata di concretezza propria o invece generata dalla capacità del nostro pensiero astratto - trova, alla stessa stregua della persona umana, la sua dimora in quell’Essere che le è proprio e che tuttavia la trascende, conferendole un destino che è, a un tempo, singolare e universale. Nel caso di Lorella Crivellaro, della sua ars poetica che attraverso “Il volto smarrito della tenerezza” abbiamo rivissuto in noi stessi seguendone gli appassionati e appassionanti versi, notiamo come in essi persista una straordinaria, fortissima umanizzazione delle cose, cioè dei significanti, che - appunto nel significare ogni singolo verbum - agiscono e sono agìti, attraverso l’intera struttura versuale, come l’elaboratissimo rovescio di una tela linguistico-espressiva la cui intima, segreta tessitura è ricca di preziosi e felicemente ritrovati intrecci, tant’è che qui abbiamo a che fare indubitabilmente con una poesia dalla quale ritengo non possa assolutamente essere disgiunto - in tutta la sua potenza animatrice e trasformativa - l’amore, nel senso che questo assume da ultimo in Platone.[...] La cura estrema delle parole, di ogni parola, come quella di ogni verso contiene la perfezione ritmica della musica; del cuore, oserei dire: quello di colei che scrive, quello di noi lettori.[...]

dalla postfazione di Antonino Caponnetto

Chiudono molte librerie indipendenti: crollo della cultura

Un ulteriore calo pesante determinato da crisi di vario tipo. Continuano a chiudere la gran parte delle librerie indipendenti. Gli italiani non hanno mai letto troppo, lo si sa da tempo, ma a questo si aggiunge anche l’incapacità e la voglia del libraio stesso di aggiornarsi, di consigliare al pubblico libri che dovrebbe leggere ma non ha tempo e, soprattutto, di ordinare, a richiesta, anche i volumi editi dai piccoli editori. Non limitandosi a contemplare in vetrina e al banco i vari Vespa, Volo, Dan Brown.
Contribuisce anche lui a spostare  anche i lettori più attenti verso le librerie online, che diventano sempre più attenti al loro pubblico sia per i costi che per la velocità del servizio.
Malgrado centinaia di sigle editoriali le librerie indipendenti sono ulteriormente scesi a circa 800 unità. Incredibile ma vero, mentre da noi chiudono, in Francia, Gran Bretagna (per citare solo i vicini di casa) ne aprono a centinaia, sostenute certo da leggi che, in qualche modo, ne limitano la concorrenza, sia con detrazioni fiscali che con tetti di sconto.