Il male felice, Pellicanolibri

Tascabili Pellicanolibri, pag. 102, € 10.00 - 1992
Il terzo romanzo edito nel 1992, ancora disponibile, può essere acquistato scrivendo a Pellicanolibri

estratto della parte finale:

[...]Una grande delusione era venuta da Dio, poi dai partiti, ancora dai miti, quindi di sé, infine di quel sentimento forte, invincibile e non definibile ch'era l'amore.
A quel punto non sentiva il bisogno benché minimo di spostarsi verso la finestra e guardar fuori, non poteva esserci nulla che lo potesse interessare. Poteva benissimo guardare dentro se stesso e appariva tutto ciò che i suoi occhi avrebbero potuto vedere.
Infatti è inutile girare lo sguardo si finisce sempre per vedere solo ciò che si vuole vedere.
E gli occhi, nel senso fisico, non volevano vedere più. Come in una pellicola, s'era concluso il nastro. E non avrebbe fatto nulla in nessun caso per mutare quella situazione: gli stava bene così, tutto bene così. Rita avrebbe diretto per lui l'orchestra, sarebbe stata lei la delegata delle sue responsabilità.

Il tuono adesso è fragore. Rita sembra non sentirlo e Marco tenta di non muoversi nel tentativo di non svegliare il suo sonno tanto leggero.
Anche oggi hanno parlato di mafia: dappertutto, sembra sia la sola cosa che in questo paese funzioni: davanti a tutti gli sfasci di ogni istituzione, sembra essere l'unica struttura in grado di agire di continuo, di non essere mai in crisi. Sembra che ormai ognuno di noi, anche inconsapevolmente ne faccia parte, assuefatti alle sopraffazioni d'ogni genere ne siamo vittime e responsabili. Eppure, sarebbe bastata una notizia appena diversa da quella dello smembramento del pool antimafia, dell'allontanamento in diverse maniere e misure di magistrati, commissari, generali, perché avesse potuto dire ai propri occhi: avete visto male!
Ogni tanto ricorda la madre, in questi ultimi trent'anni s'è rimpicciolita ma non smette di chiedere al figlio cosa faccia, se guadagni.
Le analisi sono sparse per terra, senza alcuna possibilità di dubbio. Quei malori accusati da tempo, quel tremore di entrambi non era più coniugato al trasporto, alla passione amorosa.
Le convulsioni non certo dell'incanto inatteso o legate al timore di non farcela più. Proprio non ce l'avrebbero fatta più: entrambi.
Incautamente era tornato all'amore dopo tanti anni, ma non perché vinto dalla vecchiaia, incautamente Rita aveva una grande esperienza.
E l'ultimo convegno di Boston s'era concluso con almeno una certezza: per altri dieci anni almeno non si sarebbe potuto parlare di vaccino.
Era possibile che Rita non sapesse? S'era voluta vendicare dopo così tanto tempo dell'abbandono della madre da parte di Marco? O addirittura poteva essere la figlia di quell'abbandono?

Marco era stato sconfitto dalla più dolce e terribile delle passioni umane: l'amore o la vendetta.

I moralisti avevano vinto.