Cinzia Marulli: Autobiografia del silenzio

ISBN 978-88-9346-608-0 € 10.00

Ricevo il libro Autobiografia del silenzio di Cinzia Marulli: carico di dolori, coraggio e attualità - non potrebbe essere altrimenti visto che sempre di violenza subita si tratta, - in tempi ancora più bui quando la vergogna, spesso l’insulto e la gogna, ricadevano sulla vittima, non mai sui carnefici.

D’altro canto il coraggio citato dall’autrice che si rimprovera il silenzio, ha da contraltare con la vigliaccheria del violentatore. Ricordiamo che per la prima volta un processo fece in qualche modo giustizia grazie a Tina Lagostena Bassi (video RAI del 1979, Processo per stupro dell'anno prima celebrato a Latina) ma, certo, non cambiò nel nostro paese né nel mondo l’idea che, tutto sommato, è la donna a cercarsela. Ulteriori esempi di cecità sono cronaca di ogni giorno quando la violenza arriva al femminicidio.

Qui siamo difronte a poesia e prosa poetica onesta e attuale, questo richiede ancor più coraggio, molto più di una tempo di bambina, quando la confusione per l'accaduto può, anzi è, sempre ciò che incombe. Nei racconti, soprattutto di autori del nord Europa ci hanno abituati, anzi assuefatti alla violenza nella forma più ambigua della fiaba: impossibile non comprendere quando l'orco sia un personaggio perdente di fronte all'arrivo di un presunto principe: la violenza, quasi l'orrido, diventa naturale nei racconti di un tempo che forse non è ancora scaduto.

Questo piccolo volume diviene quindi, al di là, del verso o del racconto, uno strumento di forza per quel dolore cui molti non danno l'importanza che invece dovrebbe avere nel percorso dell'intera vita: chi lo prova, lo fa suo e ne diventa il portavoce di allarme globale. 
Ma adesso è giusto ascoltare la voce della Poesia:


Sono il mostro che ti prenderà
non puoi scappare bambina
non ci sono ripari nel bosco scuro

piangi le lacrime dell’innocenza
quella che non avrai più

dammi la tua oscena verginità.

*

I piedini della bambola con le scarpette rosse
nei vicoli quotidiani tra la scuola e la casa

salutare davanti alla bottega
l’uomo vecchio come un nonno

quel giorno le caramelle
avevano il sapore osceno dello stupro.

*

I giochi di notte tagliano i pensieri
l’aria immobile del terrore

qualcosa non va nello sguardo
della bambola
ha le lacrime rosse di sangue.

*

C’è sempre quella bambola
con i capelli lucidi di nylon
e le gambette sporche di tempo

ha ancora le braccia aperte
in attesa di un abbraccio
e il viso macchiato di paura

con un buco nell’occhio destro
per non vedere l’uomo nero

e una piccola sfera celeste in quello sinistro
per guardarsi fuggire nel sereno della morte.

*

Non c’era sapone - niente acqua -
per lavare via

l’ombra sudicia sulla pelle
la pelle impaurita dalla carezza
che ha il volto mostruoso di satana

ma la bambola le dimenticherà
quelle mani sporche
che l’hanno portata nel silenzio
interno delle costole

il suo biancore immenso
rende luce tra quel nero
e l’avvolge nel suo stesso bene
quel bene ha per combattere
e quella pura essenza di bambina

niente reggerà il peso del mondo
- atomi più grandi delle molecole -
ognuno trova poi il suo riparo
quel luogo sicuro e sacro dove
non sentire.

*

C’è stato un giorno
in cui la bambola si è risvegliata
viva

era un giorno di scuola
tra i banchi il suo compagno

il bacio appena accennato

di nuovo il terrore
di nuovo.

*

Quello che è stato è stato
il male è indietro

la vita ha vinto sulla vita
dall’interno la luce
ha dipinto di sole
la cicatrice

nessuno ha potuto offuscare
l’amore
quell’amore che cresce
nel mio grembo
e che ha il volto meraviglioso
del bene.

*

Può avvenire - ed è accaduto –
che l’orco cattivo esista davvero

non è brutto come ci raccontano

se incontra una bambola
allora è cattivo

e quella bambola (ve lo racconterò)
ero io

ma per poterne parlare
ha dovuto perdonare

ha dovuto imparare ad amare.


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