La mia Notte Bianca pugliese

Neanche il tempo di placare le emozioni della presenza a Liberevento a Iglesias, in Sardegna, premiando Barbara Alberti (alla carriera), Nora Capomastro e Claressa Carbini (a giovani talenti), che il respiro della Poesia si è spostato in Puglia, a Molfetta e Giovinazzo, dove con grande sobrietà, leggerezza e talento si è svolta la Notte bianca della Poesia, organizzata dall’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo (presieduta dall’affabile e infaticabile Nicola de Matteo), curata dal direttore artistico prof. Gianni Palumbo che con maestria, cultura e una certa dose di autoironia ha presentato le due serate che mi hanno visto coinvolto, non senza una forte emozione.

Un mare di poeti e artisti e, nella seconda notte di Giovinazzo, in 5 postazioni diverse dove, naturalmente non potevo essere presente. Ma se la rete serve a qualcosa – ed è dovuto – ho potuto ascoltare poeti degli altri incontri e associazioni, così come la voce calda d’un violino o la voce recitante di Elisa Baruccheri (di lei non posso dire, non sarei obiettivo, ma c’è la sua storia e la sua vita a parlare al posto mio). Così come, per la stessa ragione, non posso parlare del M° Vito Vittorio Desantis (ringraziarlo certamente sì!) che ha accompagnato le mie letture. Porto sempre molte poesie, scegliendo poi secondo gli occhi che vedo guardarmi.

Colpito senza dubbio – e fortemente – dalle giovani età del gruppo musicale dei Drillz che ha eseguito con estrema bravura brani complessi dei Queen, il complesso della Antica Barberia del Corso, quattro scalmanati senz’età con grande talento che ci hanno ricordato sempiterni brani di Aznavour, Chaplin e i celeberrimi Oci ciornie e l’arabo Hava Nagila e poi l’incanto della voce, delle scelte della quindicenne Denise De Giglio; vederla mentre eseguiva Caruso e guardare i suoi occhi dove era visibile il mare che descriveva: ci ricordava così un grande della lirica, un cantautore e come la passione in un giovanissimo possa creare tumulti alla mente, alla pancia e al cuore. E, a proposito della lirica, una eccezionale esecuzione di brani di Puccini e del (mio) Bellini da parte della soprano Marilena Gaudio, accompagnata al piano dal M° Emanuele Petruzzella. Non meno intensa l’altrettanto straordinaria esibizione di canti e cultura popolare da parte del duo Maria Moramarco (voce) e Luigi Bolognese (chitarra), parte del gruppo de Il Convivio dei Poeti di Onofrio Arpino.

Nessuna enfasi, nessuna retorica, nessuna politica d’intrallazzo (che spesso si affaccia approfittando di un palco e d’un microfono). Se si eccettua un breve intervento sulla poesia del sindaco di Giovinazzo Michele Sollecito (perfetto anche nel nome), sì può affermare con certezza che non è accaduto come al solito che, dopo le prime tre poesie, il pubblico si addormenti o parli d’altro, affatto! Dopo le prime tre vuoi ascoltarne altre cento, mille, all’infinito! Versi a sostegno di un mondo alla deriva rimangono l’unico salvagente possibile da utilizzare.

Questi alcuni dei meriti dovuti alla maestria di Nicola De Matteo che certamente non ha avuto il compito semplice di organizzare questa lunga kermesse poetica: la prima sera durata oltre quattro ore; della seconda non ho tenuto il conto. Dell’intenso e preparatissimo direttore artistico Gianni Palumbo, a tratti divertente nella figura solo all’apparenza dimessa, che ha tenuto stretto ogni poeta al pubblico attento e plaudente.

Certo qualche poeta si è mostrato ciò che è, scappando via dopo aver letto se stesso, ma diciamo che forse gli partiva il treno, e non c’è opera d’arte senza un difetto. Mentre gruppi a più grande distanza come quello di Interzona News,  guidato da Cosimo Rodia, da Taranto o i poeti dell’Associazione Matera Poesia, guidati da Maria D’Agostino, così come la gran parte, sono rimasti ad ascoltare fino alla fine e oltre, continuando nei giorni seguenti a ricordare ogni momento di una iniziativa forse irripetibile.

Come tassello aggiuntivo il cosiddetto poeta paninaro che ha concluso con Nicola, Gianni, Paolo Dinatale (factotum fra le quinte) e Vito Davoli (artefice e promotore  di questo mio indimenticabile incontro in Puglia), Michele Palmiotto, con una poesia tatuata al braccio sinistro che avrei avuto tanta voglia di leggere.

Questa in sintesi rimarrà nella memoria uno dei formidabili incontri umani e poetici più che mai (al di là dei versi) carico di sorrisi e colmo di abbracci. Grazie



Beppe Costa