Nei luoghi di sofferenze e speranze: l’ospedale civile di Sassari

Un male non lieve mi ha portato a conoscere un altro aspetto della città di Sassari: dove le speranze sono in bilico.
Si parla male di tutto – anche di ciò che non esiste e, quindi, vorrei per una volta abbandonare l’aspetto dell’arte sarda, ma pur sempre del cuore sardo: grande più delle coste e delle colline.
Si tratta dell’ospedale civile SS Annunziata di questa città. Reparto dove sto è la cardiochirurgia, definito dal Ministero della salute dell’eccellenza. E lo è però per altri aspetti: la confidenza, la collaborazione fra medici e infermieri. mai vista nella mia lunga esperienza di danni al corpo. Questo fa sì che il paziente è il primo ad avvantaggiarsene. Visto e verificato personalmente medici che si confrontano con le infermiere, si danno del tu quasi sempre. Il primario che attraversa le stanze di noi ‘ospiti’ non si muove come se sfilasse da Dior. I medici poi, curandoti, ti chiedono se senti dolore e avvisano i momenti che ti faranno più male, sempre con l’infermiere maschio o donna che sia, consultandosi, chiedendo come dicevo consiglio.
Margherita – che canta da contralto canzoni intelligenti, Daniela dal gran sorriso, Elisa sorniona, severa ma…, ma, anche gli infermieri che di solito sono più nevrotici qui li ho trovati, come Vittorio e Walter, con i loro sorrisi e incoraggiamenti. Quindi Lisa – che ti ricorda che ‘la vita è bella’ e poi Gavina, che ti vuole bello e sbarbato quindi Elisa che ti sprona, quasi rimproverandoti perché crede che tu ce la faccia e Luisa, Teresa, Caterina, Carmen e altre di cui non ricordo i nomi. Ma tutte poi ti vogliono sorridente e ben messo. Altrove litigavano per i turni ferie soldi, le grandi città sono anche questo: diventano numeri sull’asfalto.
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