Pubblicato in occasione del Nisan Poetry festival di Maghar, (Israele) una antologia tratta da "Anche ora che la luna" in lingua araba, israeliana, inglese e italiana.
Traduzioni a cura degli studenti delle scuole di Maghar, con la supervisione di Naim Araidi.
Due dei testi tratti dal libro:
Maghar
manca al cuore e alle braccia
il calore e la voce di Saeed
la voce di Naim l’emozione di Hanna
tutti i giorni sento l’assenza
definitiva di Saker Ghanen
tornerò in quel luogo
dalle tante religioni
a quei sorrisi che non hanno
bisogno di traduzioni
torno presto Maghar
questa volta i mie passi
saranno meno incerti
e più sereni, vedrò le luci
pensando che i muri
possano crollare
e per sempre
Nasceva il mondo tenero bambino
feroce assassino.
Nasceva stordito guardava attorno
a sé
dov’era la luce.
Nasceva il mondo e anch’io ma tu
no non c’eri ancora tu.
Credevo sognare guardavo perduto
animali
sgozzarsi fra loro una musica
dolce sembrava
un pianoforte che già c’era
tu ancora no tu no
Nasceva il mondo
guardavo le stelle e la luna
parevano piangere per quante
stragi
l’uomo sotto commetteva
com’era possibile?
Nascevo io e i popoli si
massacravano
tu ancora non c’eri
s’inventavano i giochi
s’illuminavano
le strade arrivavano inglesi
americani
il jazz sostituiva il flamenco
ricostruivamo strade e case
si spazzava la cenere a
tonnellate
nasceva di nuovo il mondo
Tu ancora no
Nasceva il mondo l’amore con me
lasciavo case e nonni
l’Etna ricopriva ancora di cenere
appena spazzata
le città, anche la mia
ma tu, tu non arrivavi
sbrigati ch’è tardi
come farò sennò ad amarti
se ancora tu, tu ancora non
arrivi
Eppure si lasciavano dietro
O soltanto uomini e donne e
bambini
in cerca di cenere
per riavere qualcosa ch’era
andato perduto.
Ma tu, tu dov’eri ancora?
Suonavo, suonavo per te, in
attesa di te
anche ora che la luna non c’è
le note di piano prendevano
strade e colori
arrivavano stelle con ancora più
luce
Appena bambino qualcuno mi disse
aspetta ancora un po’ studia le
note
arriverà anche lei, ci sarai
anche tu
ma tu, tu ancora non c’eri
ed io già vecchio di cent’anni
già ci pensavo tenendoti stretta
In silenzio un silenzio di note
sfiorate di dita che andavano
volavano per rendere dolci
l’immane tragedia che uccideva
milioni e milioni di persone così
per fare cenere per riscaldare.
Nasceva il mondo, dio, perché,
nascere se tu ancora non ci sei?
Sarà tardi, troppo, sarà ormai
troppo tardi
sarò cenere anch’io quando tu
arriverai
si spezzeranno dita con la voglia
di suonare
ma io ci sarò, ombra, magica per
te
io ci sarò sempre ad amarti
a tenerti le dita fra le mani
anche quando il mondo si spezzerà
e luna e stelle e cielo andranno
via
e noi con loro per sempre
e saremo
solo cenere nel vento
Il teatro che ospita il Festival |
Il retro copertina del libro |
L'inizio con Igor Costanzo, Stefania Battistella, Naim Araidi, io e Gao Xing |