Omaggio a Dario Bellezza a venti anni dalla scomparsa



#Tutti Leggono Bellezza un happening letterario per far tornare a parlare la viva voce di Dario Bellezza attraverso le sue poesie nel giorno del ventesimo anniversario della scomparsa.

Sarà questo il tema portante della serata omaggio al grande poeta romano in programma 


giovedì 31 marzo 2016 alle ore 18 presso la Casa delle Letterature 
(Piazza dell’Orologio, 3 Roma).

Nomi noti e meno noti, artisti di strada, menestrelli, appassionati di poesia. Tutti sono invitati a rendere omaggio all’autore di “Lettere da Sodoma” scomparso dopo una lunga e dura lotta contro l’Aids il 31 marzo del 1996 leggendo versi tratti dalla sua opera omnia.
All’evento, ideato e diretto dallo scrittore Paolo Di Paolo e dal giornalista Daniele Priori, coautore con Massimo Consoli, migliore amico di Bellezza, del libro “Diario di un mostro”, pubblicato in ricordo del poeta romano esattamente dieci anni fa, hanno già aderito Antonio Veneziani, poeta e amico di Bellezza che porterà la sua testimonianza, Beppe Costa, poeta e già editore per Pellicanolibri delle poesie di Dario e del romanzo L'Innocenza e altri racconti, il giornalista e poeta Maurizio Gregorini, autore del libro “Il male di Bellezza” (Castelvecchi), ultima lunga drammatica intervista testamento, lo scrittore e fotografo, Fabrizio Cavallaro, autore della raccolta di saggi “L’arcano fascino dell’amore tradito” (Giulio Perrone Editore), lo scrittore Ignazio Gori, il professor Alfredo Morelli, docente universitario, l’attore Nicola Sorrenti, il cantattore Luigi Restivo e il cantautore Ciri Ceccarini. 
Il commento musicale sarà affidato al maestro Marco Del Greco.
L’evento è realizzato in collaborazione con la Fondazione Luciano Massimo Consoli. Promotrici dell’evento le associazioni GayLib e GayCenter.
Ulteriori adesioni e proposte per la serata possono essere inviate all’indirizzo mail tuttileggonobellezza@gmail.com




Contatti
Casa delle Letterature
Piazza dell'Orologio, 3 - 00186 Roma - tel.: +39 (06) 68.13.46.97

Ufficio Stampa Fondazione Consoli
Daniele Priori – 328.6323820



La pagina di Dario su Facebook
che tentiamo di mantenere viva da anni

Maddalena Saitta per Basir Ahang

     Mi è difficile parlare di Basir, posso provare a descriverlo ma sicuramente lo farei utilizzando dei sinonimi, degli aggettivi che non riescono ad essere sufficienti o forse solo in parte.
Quello che mi accompagna ancora, dopo la sua partenza, è una sensazione di vuoto, uno spazio senza la sua figura snella e alta che si muove delicatamente nelle stanze, accompagnata sempre da un sorriso dolce e sereno.

   È un uomo molto dolce, quasi un bambino timido e desideroso d’amore, quello che si percepisce in famiglia, che non ci fa sentire soli al mondo ma parte di una famiglia/ comunità in cui si è accettati e amati. Abbiamo parlato quasi sottovoce di molte cose, fatti, abitudini e sentimenti ma ora non voglio dire quello che è emerso, ho una sensazione calda e vera di rispetto nei suoi confronti come quello che prova una donna molto affezionata o una madre che vuole solo proteggere, aiutare il frutto di un amore e preservarlo dalla curiosità, spesso malsana, nei confronti di un fiore raro che sboccia inaspettatamente nel giardino di una casa deliziosa, la casa dei fratelli di spirito e anima.
M. S. 


Maddalena, come Liliana Arena o Valeria Raimondi fa parte di un gruppo di amici, 
sensibili alle difficoltà che, quasi sempre, colpisce chi agisce nel mondo dell'arte con sensibilità  
e senza tanta voglia di emergere sugli altri.
Ed è così che le loro case molte volte diventano una sorta di B&B (come uso chiamarle) 
aperte ad ogni ora per chi spesso ha solo scarpe per camminare, una borsa e un cellulare per comunicare.
Da Maddalena è nato anche "Tiburtino 24" un piccolo salotto aperto a quegli amici che amano stare qualche ora insieme per confrontarsi nel mondo della poesie e dell'arte in genere.
Anche Basir, come altri, ha trovato a pochi passi 
dalla stazione Tiburtina, ospitalità e amicizia da Maddalena.
b. c. 

il paese dei bambini capricciosi di Iago

Il paese dei bambini capricciosi
 
foto tratta dal blog Siamo La Gente
Ci risiamo il nostro bel governo non sa come pianificarci la vita.  Dovete sapere che Renzi e Verdini, ormai ufficiale SPA da noi pagata, hanno un libro bianco da dove, di volta in volta, tirano fuori i modi più intriganti per fare in modo che i baristi non si annoino, che al ristorante (tra un morso e l’altro) si parli di carestia africana, che tra una fila e l’altra si disquisisca della famiglia allargata, ristretta, di unioni di fatto e figli perfetti.
E bravi Cip e Ciop.
Anche questa volta le cose veramente importanti e fondamentali passano in cavalleria.  Sì perché noi, cittadini di un paese sotto scacco ormai da tempo (lo scacco è quasi matto), siamo capricciosi come dei bambini all'asilo e necessitiamo del giocattolo di turno che in questi giorni, ma ancora per poco, si chiama utero in affitto.
La mia posizione è fedele al parere dei miei cani che non sono d’accordo. Cosa accade a noi bambini? Quello che vediamo vogliamo: due persone che non possono avere figli invece di adottarne uno o più (colpevoli ancora Cip e Ciop che non fanno nulla per agevolare questa scelta) che fanno? Affittiamo l’utero! (Voglio essere poeta= mi pago il libro).
Come quel bambino viziato che vuole a tutti i costi una cosa, piange, sbatte i piedi in terra e sputa; i genitori invece di metterlo in riga acconsentono. Mi si vorrà criticare che l’importante è l’amore che poi si darà al nascituro.
Vero (ma che dico; falso).
L’amore embrionale sostiene quello germinale, è la continuazione di un’armonia di coppia che si fa vita con gradualità. Le persone facoltose, le unica in potere di farlo, dicono tutte la stessa cosa (di certo Elton John e Vendola non si sono parlati) e cioè: quella donna farà parte della nostra vita, è parte dell’amore che daremo a nostro figlio.
Vi anticipo che il nascituro in questione passerà delle belle festività, con i fotografi al seguito a testimoniare l’armonia programmata, ma quando il clamore cesserà la situazione sarà chiara e definitiva.
Volere tutto non ci è concesso cari bambini, le grandi menti e i cuori fertili apprezzano l’amaro sapore della rinuncia, siamo noi che indirizziamo il progresso e non l’inverso. Non sono ancora padre eppure mai ricorrerò all'utero in affitto, anche se fosse l’unica possibilità genitoriale concessami.

L’amore è un discorso fluente, fra coscienze vive non si può predeterminare e mentre Cip e Ciop si dividono le noccioline fuori grandina.


Gestazione

Sarebbe onesto riflettere
amare prima di possedere.

Un tatuaggio silente è sul ventre
retaggio di un legame siderale
e corda invisibile che porta la vita.
Ho 46 anni e 9 mesi.

Laura Quinzi e Iago per Basir Ahang

Basir, foto: Rosario Napoli

Nei giorni di viaggi di Basir, fra Castellammare di Stabia, Scafati, Anzio e Roma, seguito dagli affetti e dall'ospitalità di chi l'ha voluto vicino anche con la voce, oltreché con le poesie, molte sono state le domande sia degli alunni del liceo di Scafati, (incontro organizzato dalle infaticabili Marcella Testa e Liliana Arena) che dal pubblico del Circolo Nautico di Castellammare.
Il giorno successivo in corsa verso quegli amici sempre più calorosi del Simposio e qui mi fermo, con due testimonianze di Laura e di Iago
Più in dettaglio potete leggere sul sito della Associazione cliccando QUI
(b.c.)

Ecco, in Italia siamo abituati a sentire raccontare la guerra dai nonni, dai genitori anziani, dai nostri parenti, e mi fa strano sentirne parlare invece, da un giovane come Basir Ahang, che poco più che trentenne narra, attraverso la sua poetica intensa, e consapevole della criticità/denuncia che questa comporta, della triste sua esistenza di bambino che ha visto gli orrori di una guerra non voluta, di un giovane uomo oggi, costretto ad abbandonare la sua Terra per sfuggire alla morte.
Come mi sentirei al suo posto? mi sono chiesta, e non ho trovato risposta adatta. Credo sia difficile immaginare cosa si provi, perciò ho ascoltato le sue parole. Mi fa strano guardarlo negli occhi e scorgere la tristezza di chi ha visto scorrere il sangue del vicino di casa che lo aveva cresciuto aiutato e protetto, accanto al suo corpo di bambino vivo. Mi fa strano vedere quanto profondo il senso della morte e della sofferenza nascoste o rivelate nella Poesia che Egli scrive. Lo voglio ringraziare, per la sua opera scritta con amore, ancora una volta per la propria Terra martoriata, come anche Altri prima di lui, che sappiamo, hanno scritto. Mi fa strano percepire nel tremito della voce, la sofferenza per non poter essere nel suo Paese in guerra, l'Afghanistan, invaso dai mercenari, a fior di quattrini in missione di "pace".
Questo credono di credere, questa grande menzogna raccontano a se stessi alle loro famiglie e a quelli che la verità non la vogliono sentire, preferendo sentirsi nel giusto, ma noi sappiamo che non è la verità! Grazie agli Stati europei e americani, molti Paesi sono perennemente bombardati e la gente viene ammazzata ogni giorno, ogni minuto è il macello umano delle loro mani insanguinate, tutto come fosse una cosa normale. 
Complimenti ai Governi guerrafondai che speculano e guadagnano intrattenendo rapporti economici e finanziari, alleanze subdole, false amicizie per interessi economici che spesso ignoriamo, col beneplacito persino dell'ONU, con la produzione di armi che vendono al miglior offerente. Io mi voglio indignare ancora una volta oggi, e per il resto dei miei giorni, finché avrò respiro, sarò dalla parte di tutti i Basir che vivono le atrocità della guerra, e sono costretti a rifugiarsi in altri Paesi per non morire ammazzati, sentendomi anche io una "esiliata". Si perché ci si può sentire stranieri anche in Patria!
Grazie per la tua Poesia Basir, e scusami se ad essa ho dedicato poco spazio in questo poco spazio, ma è difficile per me, trovare le parole per dire cosa ho provato davanti ad essa, così bella e delicata, commovente, che penso, resterà viva nelle ferite della tua anima.
Laura Quinzi


da sinistra: Iago, Basir, Rosario, Beppe, Laura, Stefania e Dona
gli 'amici' del Simposio, ospiti di Giuliana Bellorin

La torta 

Gesti ripetuti ogni volta unici 
ammaestrati dalla passione
raffinati nella cura. 
Farina, uova, zucchero e lievito 
ingredienti ricchi anche se costano poco 
coscienze curiose nelle mani di una madre 
che unisce desiderio a sofferenza.
Dopo l’impasto è il turno del forno 
con la donna seduta a scaldarsi le ossa. 
Sorrisi donati, piccoli piaceri 
sottratti alla moda svogliata 
che ricama memorie per renderle assenti.
La bellezza risiede 
nello straccio portato con dignità, 
tu che vieni da lontano la sai 
tu che subisci la frode lo vedi 
quando assaggerai il dolce 
scoprirai il gusto materno dell’abbraccio italiano.

                                                     Iago