Antonella Caiola sul nuovo cd di Nicola Alesini e Beppe Costa


Il lavoro a due realizzato da Beppe e da Nicola Alesini dal titolo “Metà del tempo” è l'ultima collaborazione tra i due artisti, nato grazie alla forte amicizia ed empatia. Una creazione esclusivamente artigianale sviluppata durante il periodo della pandemia e condiviso integralmente attraverso la trasmissione a distanza: mail e telefono. Un viaggio sonoro che esprime quei sentimenti di frustrazione, rabbia ed angoscia provati durante il Covid 19. A seguire le parole di Claudio Moica che sono l'espressione sentita di questo pathos, che si sprigiona dalla contaminazione tra i versi di Beppe e la musica di Nicola.

“In questa metà divisa tra i versi del poeta Siciliano e dalle note del musicista Sanremese, esiste una totalità di emozioni che unisce non solo i due protagonisti ma soprattutto la poesia e la musica che diventano una cosa unica. Beppe attraverso la sua voce suona i suoi versi mentre Nicola con il suo sassofono decanta le note che si abbracciano dando vita ad una sinfonia che accoglie e allo stesso tempo regala delicatezza e riflessioni. Un tempo, quello contenuto nel Cd edito da Alfa Projects, che non è tempo ma spazio, luce, direzione e partenza. Non c’è un arrivo, un traguardo ma un cammino ed un viaggio, quel viaggio che è dettato dai riverberi del poeta e dai riflessi accennati dal musicista. Un insieme che si completa, che abbatte la dualità, che sfida le regole umane trasformando le convenzioni e restituendo all’universo ciò che è sempre stato suo. Voce e versi, musica e note che librano leggere come ali di farfalla e nel cuore di chi ascolta formano un arcobaleno di colori, di onde continue a tagliare un mare in tempesta, un oceano di vita. E poi, ad aspettare questo dolce tormento dell’anima, c’è la spiaggia che riceve e restituisce, trasforma e modella tanto che le parole diventano musica e le note versi. In diciannove emozioni il tempo ritrova la sua dimensione, rinnova il suo senso umano ma allo stesso tempo declina la falsità di ciò che gli occhi vedono che non sempre corrisponde a quello che il senso comune tende a farci credere. (A. C.)

L’opera di Costa-Alesini è una perla rara, che racconta quello che molti non vogliono né ascoltare né tanto meno sentire e se gli artisti dedicassero a chi li ascolta la loro “Metà del tempo” non si potrebbe che sperare in un’altra metà di altrettanta bellezza e profondità”. (Claudio Moica)

Nicola Alesini romano di adozione, sassofonista e compositore con trenta album all’attivo, è un artista prolifico e sempre intento a spingere più in là i limiti dell’espressione. Ricercatore di nuove sonorità. Suggestioni oniriche, introspezione, improvvisazione, sono gli ingredienti fondamentali delle sue composizioni, sorrette spesso da una elettronica delicata e sottile. Da sempre dedito all’ibridazione di linguaggi diversi, ha collaborato con numerosissimi artisti nazionali e internazionali. Tra questi, David Sylvian, J. H. Rödelius, Claudio Lolli. Da sempre partecipa a iniziative di tipo sociale e civile. Tra queste spicca la collaborazione con la sorella di Paolo Borsellino, Rita, per le commemorazioni di quest’ultimo. Ha sempre lavorato integrando le proprie composizioni ad altre forme artistiche: danza, teatro, poesia.



Metà del tempo, poesia a due voci
Beppe Costa testi, voce, pianoforte elettrico
Nicola Alesini sassofoni, clarinettino, 
clarone, sampling, electronics, arrangiamenti
special guest: Marcos Vinicius chitarra 
Alfa Music, settembre 2021
EAN 8032050021188

    
    foto: Dino Ignani

Alessandra Tucci su Giulia di Paolo Biondi

Vi farebbe sentire bene, come fa star bene me, intrattenervi con lei una di queste sere.
Inquieta, dissoluta, compiuta e irrisolta, la trovereste viva lì con voi, la trovereste ardente.

Vi renderebbe arditi e avventati, come rende audace me, vederla infrangere ad ogni incedere regole e clichè.
Viziata e irriverente, la trovereste colma di quel vizio indomito e temuto, tra tutti il più osteggiato, la brama sua di essere senza limitarsi a esistere.

Vi accenderebbe brama e desiderio, come li arroventa in me, tendere d’istinto ogni senso per afferrare quel suo costante tendersi a toccare e assaporare, a percepire.
Tesa, elastica, rigida e scattante, la trovereste dentro l’arco e sulla punta della freccia, il corpo tra le sete del suo regale presente, anima cuore e mente scoccati nel futuro. Inarrivabile, inarrestabili.

Vi sgranchireste emozioni e intelletto, come si sono snodati in me, nell’accorrere con lei a perdifiato ai ritrovi di Messalla e Mecenate.
Le labbra mute e mobili sui versi sciolti in aria da Properzio, Orazio, da Iullo e da Tibullo, la trovereste purpurea e ipnotizzata da quel ritmo sopra ogni altro preferito, la seduzione dell’amore messa in versi da Ovidio, il più acclamato.
Vi commuovereste nel vederla figlia ribelle e del padre follemente innamorata, moglie bambina e donna a uomini alterni e tratti intermittenti, madre orgogliosa e lacerata, amica fedele e impenitente.

Vi affannereste nel seguirla tra le vie di Roma a piedi, a calpestare acciottolate regole e scivolare su passioni, vi sorprendereste nello scoprirla dissidente e incasellata, principessa matrona e popolana, peccatrice e santa, vi incantereste al cospetto di quel suo essere cangiante e viva. Fiammeggiante.

E vi innamorereste.

Del suo stillare vita e desiderio ad ogni fremito, della sua irrefrenabile impellenza, amare e far l’amore. Con i suoi mariti, tutti i suoi uomini, con gli ideali e le sue pulsioni, con i versi e la poesia, con i suoi istinti dentro i ruoli e libera, con le sue mutevoli emozioni, il cuore dei suoi amici, con ogni sensazione. Con la felicità, la bellezza, la pienezza, con l’amore.

Vi innamorereste di quella sua indomita ansia di amare e farsi amare, l’urgenza del domani, fare l’amore con tutto il suo presente per generare il sogno e partorire il futuro.

Una donna con mille spine a pungere il suo esistere e pulsare, arsa dalla brama sua di vivere, da quello stesso fuoco depurata.
Una donna bramosa, viziosa, inquieta, sregolata.
Figlia di Augusto, domina, matrona, zingara.
Giulia, passione poesia e potere. Una rosa bianca.

Paolo Biondi, Giulia,
Edizioni Di Pagina, pp. 184, €. 15, ISBN 9788874706723
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In queste pagine trovi altri articoli di Alessandra Tucci

Poul Lynggaard Damgaard quattro Poesie tre lingue

Foto di Lars Gundersen

La distanza del silenzio

Nessuna voce per le strade
talvolta
un suono.

Questo lungo tempo
eccelle
per così dire come il più solitario dei tempi.

Questo silenzio l’ho vissuto prima
questa è la mia vita quotidiana adesso.

Non ho mai salutato nessuno,
quando qualcun altro mi avvicina.
Posso ascoltare, ma in realtà
non sono io quello con cui parli.

La città ha perso ritmo,
che io indosso delicatamente.
La porta obliqua fra le mie mani.
Una scatola piena di vita
dove i bambini
si aggrappano a stretti legami.

Mi appari difronte
come fatto naturale.



The distance of silence

I have no words for the streets
which from time to time
give a sound.

This period of time
emerges
as it were the most lonely of times.


This silence I have experienced before
and this is my everyday life now.

I have never greeted anyone,
when someone else runs through me.
I may listen, but in reality
I am not the one you speak to.

The city has lost its pulse,
and I wear it gently.
The leaning doorway in my hands.
A box full of life
where the children
hold on to close ties.

You place yourself in front of me
as a matter of course.




Stilhedens afstand

Jeg har ikke ord for gaderne,
der med mellemrum
giver lyd fra sig.

Denne tid
toner frem
som var det
den mest ensomme tid.

Denne tavshed har jeg oplevet før,
og den er nu min hverdag.
Jeg har aldrig hilst på nogen,
når en anden løber gennem mig.
Jeg må lytte, men det er i virkeligheden
ikke mig du taler til.

Byen har tabt sin puls,

og jeg bærer den varsomt.
Døråbningen i mine hænder står på hæld.

En æske fuld af liv,
hvor børnene
holder fast
i deres nære bånd.

Du stiller dig ind foran mig
med den største selvfølgelighed.

Rotte di porcellana

Secco come un pesce sulla terra
uno spago lungo il tempo
e nelle immagini appese le crepe,
premurosi i nostri atti
quando i cani erano ovunque
e non potevano più abbaiare.

La scia della nave
un’indicazione
per pubbliche
lettere.

Porcelain routes

A string through time dry like a fish on land,
and the cracks in the suspended images
is what we did carefully,
when dogs were everywhere

and they couldn't bark anymore.

The ship's wake
is an indication
for public
letters.


Porcelænsruter

En snor gennem tiden tør som en fisk på land,
og sprækkerne i de ophængte billeder
er opmærksomt det vi gjorde,
når hundene var over alt,
og ikke længere kunne gø.

Skibets kølvand
en betegnelse
for offentlige breve.


Mutevoli colori in corridoio

Si è aperto nella sua immaginazione
a un corridoio con lampade accese,
dove i suoi passi secondo rituali
rischiarano una fronte seducente.

Potevano vedere in altro spazio del paese
trasferirsi l’anima 
in locali variabili.

Changing colors in the hallway

He is opened up in his own notion
of a corridor with lit lamps,
where his steps through rituals
light up a seductive forehead.

They could see the soul transported
into the changing rooms
of another urban space.

Gangens vekslende farver

Han er åbnet op i egen forestilling
om en gang med tændte lamper,
hvor hans skridt gennem ritualer
lyser op i en lokkende pande.

De kunne se sjælen transporteret
ind i et andet byrums
skiftende lokaler. 


Rumore profondo

Cofani
lungo una corda
attraverso
il paesaggio,
le cui nascoste
figure
si affrettano
attraverso
la frase
con transitanti
nuvole nelle visiere
poco sopra la terra.

Deep noise

Helmets
on a string
through
the landscape,
whose hidden
figures
rush through
the
sentence
with drifting
clouds in the visors
just above the earth.

Dyb støj

Motorhjelme
på en snor
gennem
landskabet,
hvis skjulte
skikkelser
farer gennem
sætningen
med drivende
skyer i visirerne
et stykke over jorden.

traduzioni in inglese di Rikke Kirchheiner
traduzioni in italiano di Marco Caporali e Pia Henningsen

Poul Lynggaard Damgaard è un poeta danese nato il 24 dicembre 1977. Vive ad Aarhus, in Danimarca. È membro della Danish Authors’ Society e dal 2012 è collegato al Centro danese per scrittori e traduttori. Il suo lavoro appare in pubblicazioni e antologie in tutto il mondo. Ha partecipato a diversi Festival Internazionali di Poesia in Europa; la sua poesia è stata tradotta in molte lingue. Libri di poesia: Boks Sepia, 2013, Disk Habitat, 2014, Stedets omvendte beklædning, 2015. Uniforme figurativa, 2016, Vi bærer hinanden som frakker, 2019, Rejsens farver, 2020. Partecipazionia festival: “Ditët e Naimit”, Edizione XXI, 2017+2020, Tetovë, Macedonia. “Orfeo”, Festival Internazionale di Poesia di Orfeo, Plovdiv, Bulgaria, Edizione I, 2018, Festival Internazionale di Poesia, 5a edizione, 2019 a Rahovec, Kosovo. “StAnza”, Scotlands International Poetry Festival, 2020. St. Andrews, Scozia. Dalla soglia/ tracce di un tempo non comune di Andrea Annessi Mecci. Marco Caporali legge Poul Lynggaard Damgaard da «Uniforme figurativa». Online 2020. “Giornata Mondiale della Poesia” // “Per i morti della pandemia”. Rockport Poetry festival, 3a edizione, Massachussetts, U.S.A., online 2021. Il Festival Internazionale di Poesia dell’Avana, online 2021, Cuba.

Poul Lynggaard Damgaard is a Danish poet born 24th of December, 1977. He is living in Aarhus, Denmark. He is a member of Danish Authors’ Society and since 2012 he has been connected to the Danish Centre for Writers and Translators. His work appears in publications and anthologies world wide. He has participated in several International Poetry Festivals in Europe, and his poetry has been translated to many different languages. Poetry Books: Boks Sepia, 2013, Disk Habitat, 2014, “Stedets omvendte beklædning”, 2015 Figurativ uniform, 2016Vi bærer hinanden som frakker, 2019, Rejsens farver, 2020. International participation: “Ditët e Naimit”, Edition XXI, 2017+2020, Tetovë, Macedonia. ”Orpheus”, International Festival of Poetry of Orpheus, Plovdiv, Bulgaria, Edition I, 2018 International Poetry Festival, 5th edition, 2019 in Rahovec, Kosovo. ”StAnza”, Scotlands International Poetry Festival, 2020. St. Andrews, Scotland. Dalla soglia/ tracce di un tempo non comune di Andrea Annessi Mecci. Marco Caporali legge Poul Lynggaard Damgaard da «Figurativ uniform». Online 2020. Beppe Costa ”Incontri”, online, 2021, Italy. ”World poetry Day” // ”For the dead of the pandemic”. Rockport Poetry festival, 3 rd. edition, Massachussetts, U.S.A., online 2021. The International Poetry Festival of Havana , online 2021, Cuba.




Nikollë Loka: tre poesie italiano - inglese




Con la mente all’ennesimo diluvio

Con la mente all’ennesimo diluvio,
avevamo preparato la barca,
una bara aperta.
Sarebbe stata riempita d’acqua, ci avrebbe gelato il sangue,
ci avrebbe fatto invecchiare con il mito del ritorno,
come Ulisse avremmo cercato Itaca
in sette estati lontane,
dopo sette inverni.

Noi nomadi girovaganti nei deserti della vita,
ma il diluvio non sarebbe arrivato
con il fuoco, né con acqua né coi fulmini.
È apparso un virus e ci ha messi in ginocchio,
lentamente ha invaso la nostra mente,
alcuni con la maschera e qualcuno senza,
in una battaglia,
dove somigliamo tanto ai tipici medievali.

Siamo scesi in un campo di battaglia
senza affrontare di petto la guerra
con la mente all’ennesimo diluvio.


With the mind to the next flood


With the mind to the next flood
we had prepared the boat
an open coffin…
The water would grab us and would freeze the blood,
we would age with the myth of returning,
like Ulysses we would search for Itacha,
in seven distant summers,
after seven winters.

We would wander deserts of life
in wait of another flood,
but the flood would not come
with fire, nor water, nor with thunder fireworks.
There came a virus and climbed us down,
it slowly undressed our mind
someone with a mask, someone without it,
in a battle,
where we resemble medieval men.

We have entered a war,
sliding through the way,
with the mind to the next flood.


Sotto le maschere

Una mano segreta scaglia pietre nell’aria,
la maledizione espelle il tempo dal suo posto,
non c'è più la quotidianità con la stretta di mano,
coi suoi abbracci o i suoi baci,
sono rimaste solo le maschere sul viso e nel sorrido.

Senza fiato e silenziosi sono rimasti gli Oracoli,
il nostro oggi tace per paura,
mentre respiriamo,
sulle maschere si dipingono sfumature di morte
... e punti!

Sotto la maschera si gioca una lotteria con vinti e perdenti,
in un casinò,
d’incroci del destino.
Fughe improvvise senza rumore,
ostaggi che rimangono dietro,
Il dolore che pesava come ogni lapide!


Behind the masks

A hideous hand hunts the air with a stone
the curse draws time from the line,
there is no everyday life with shaking hands,
embraces nor kisses,
there are masks all over the faces and smiles.

The oracles are left breathless and silent,
today stood silent with fear,
as we breath,
upon the masks, shadows of death are painted
…and period.

Under the masks there is a lottery with winners and losers,
in a casino,
in crossroad of destinies
Unexpected leaves with no fuss,
hostages left behind,
pain that weights like every tombstone!


Ossessione che non dormi mai

Dopo di me
un fiume cieco
versa quella rabbia,
che somiglia al mare
ma che raccoglie sofferenze d’acqua.
Leggo il tempo tra macchie di sole,
storia e finzione.
Racconti di cascate mai calpestate,
l’acqua che dorme non sta sotto il ponte.
Ossessione che sorge,
o scende dal cielo!
Invenzione che non dormi mai.


Vagary that does not sleep

After me, a blind river pours wrath,
in a sea view I gather water pain.
I read the time in marks of sun,
history, and vagary.
Waterfalls of history that were never trodden,
water that sleeps but lies not under the bridge.
Vagary that begets
or descends from the sky!
Vagary that does not sleep.


traduzione dall'albanese in italiano di Valbona Jakova
traduzione dall'albanese in inglese di Laureta Rexha

Nikollë Loka poeta, storico e scrittore albanese è nato il 25 marzo 1960. Laureato presso l’Università di Scutari ha completato a Tirana gli studi post-laurea in pedagogia e la storia dell’educazione; approfondendo le sue conoscenze nel campo delle scienze umane presso l’Università Libera di Bruxelles. Direttore Esecutivo dell’Istituto di Studi Albanesi “Gjon Gazulli” è docente all’Università di Elbasan. Scrive poesie e si occupa di giornalismo. Autore di sette volumi poetici in albanese e un volume poetico in italiano, pubblicato in Albania e un libro di poesie pubblicato in collaborazione con cinque poeti italiani a Roma. Ha pubblicato raccolte di poesie in albanese, oltre che in italiano, inglese, tedesco, rumeno e svedese. Spesso è presente negli ambienti letterari dell’Italia meridionale. Per la sua creatività poetica ha scritto tante volte la stampa e i giornali, specialmente quella dell’Italia meridionale.

Nikollë Loka albanian poet, historian and writer, was born on 25 March 1960. Graduated from the University ofShkodra, completed postgraduate studies in pedagogy and history of education at the University of Tirana, and deepened his knowledge in the humanities at the Free University of Brussels. Executive Director of the Institute of Albanistic Studies “Gjon Gazulli”, docent at the University of Elbasan. He writes poetry and is dedicated to journalism. Author of seven poetry books in Albanian, a poetry book in Italian published in Tirana and a poetry book published in collaboration with five Italian poets in Roma. He has published poetry collections in Albanian, as well as in Italian, English, French, German, Romanian and Swedish. Often he is present in the literary environments of Southern Italy. For his poetic creativity is written several times in Italian newspapers and magazines, especially in Southern Italy.


Semplicemente. volevo solo che voi lo sapeste di Alessandra Tucci

Ricordando Jack Hirschman
Miss Wine via degli Angeli 34, Roma
10 settembre 2021
foto: Dino Ignani

Letture sparse nel giardino di Miss Wine che sembrava più una casa che un locale, era accoglienza.

Dentro una Roma che non è mai sparita.

La serata dedicata a una poesia che, lo dico con franchezza, mi era totalmente sconosciuta.

Come il poeta. Errante sopra questa terra per ottantasette anni portati un po’ dovunque,

da Roma a San Francisco, nuotando in un oceano di gente e di culture tutte diverse.

E conficcandosi ben dentro il loro cuore.

Mi sono messa comoda, quella soffusa atmosfera vibrava come una candela, era accesa.

E ho ascoltato, sempre più sorpresa. Ero rincuorata dal ritmo cadenzato di note e parole diffuse dentro

quell’aria. Fluttuavano e battevano sugli alberi e addosso ai nostri sensi. A (ri)evocare.

Sorpresa dalla vita di quell’uomo messa in rima e mai baciata.

Rin-cuorata nel trovare in ogni verso declamato un cuore che la presa, no, non l’ha mai mollata.

Non ha lasciato mai la terra sua interiore al passo distonico e martellante di (dis)valori vacui e sfibranti,

questo mi ha sorpresa, non è arretrato di un millimetro davanti al roboante incedere di un mondo

atomizzato e antisociale.

Ha continuato a espandersi ben al di là di sbarre e frontiere, tutta la vita, seminando parole su parole.

Ben conscio che il letame sparso sul mondo da chi esercita potere e non unione in fondo è concime.

Ed è da lì che non smette di fiorire quel che rende umano un uomo.

L’integrazione del multiforme esprimersi terreno.

Animica e mentale. Carnale. Quella spirituale. E l’equità sociale.

Quell’uomo ad Agosto è andato Oltre e dal di là ha indossato un’altra voce. Semplicemente.

Fatta di ogni età, tutte diverse e uniche, in quella Roma mai sparita erano unificate nelle sue parole.

Come Catullo, quel t’odio e t’amo soffiato in un unico fiato mi ha fatto respirare il cuore.

Un’unica tonalità con infinite sfumature. Finalmente, di nuovo, una visione di insieme.

Che i visionari - quelli veri, i veri folli - siano una minoranza conta poco e niente.

Ciò che vale è che si tocchino, lo fanno. E sfiorandosi si passano da sempre il testimone.

Di generazione in generazione.

Ed in fondo è tutto qui. Semplicemente.

Del mio incontro personale con Jack Hirschman, io volevo solo che voi lo sapeste.

foto Marco Cinque
foto: Dino Ignani