Antonella Caiola sul nuovo cd di Nicola Alesini e Beppe Costa
Alessandra Tucci su Giulia di Paolo Biondi
Inquieta, dissoluta, compiuta e irrisolta, la trovereste viva lì con voi, la trovereste ardente.
Vi renderebbe arditi e avventati, come rende audace me, vederla infrangere ad ogni incedere regole e clichè.
Viziata e irriverente, la trovereste colma di quel vizio indomito e temuto, tra tutti il più osteggiato, la brama sua di essere senza limitarsi a esistere.
Vi accenderebbe brama e desiderio, come li arroventa in me, tendere d’istinto ogni senso per afferrare quel suo costante tendersi a toccare e assaporare, a percepire.
Tesa, elastica, rigida e scattante, la trovereste dentro l’arco e sulla punta della freccia, il corpo tra le sete del suo regale presente, anima cuore e mente scoccati nel futuro. Inarrivabile, inarrestabili.
Vi sgranchireste emozioni e intelletto, come si sono snodati in me, nell’accorrere con lei a perdifiato ai ritrovi di Messalla e Mecenate.
Le labbra mute e mobili sui versi sciolti in aria da Properzio, Orazio, da Iullo e da Tibullo, la trovereste purpurea e ipnotizzata da quel ritmo sopra ogni altro preferito, la seduzione dell’amore messa in versi da Ovidio, il più acclamato.
Vi commuovereste nel vederla figlia ribelle e del padre follemente innamorata, moglie bambina e donna a uomini alterni e tratti intermittenti, madre orgogliosa e lacerata, amica fedele e impenitente.
E vi innamorereste.
Del suo stillare vita e desiderio ad ogni fremito, della sua irrefrenabile impellenza, amare e far l’amore. Con i suoi mariti, tutti i suoi uomini, con gli ideali e le sue pulsioni, con i versi e la poesia, con i suoi istinti dentro i ruoli e libera, con le sue mutevoli emozioni, il cuore dei suoi amici, con ogni sensazione. Con la felicità, la bellezza, la pienezza, con l’amore.
Vi innamorereste di quella sua indomita ansia di amare e farsi amare, l’urgenza del domani, fare l’amore con tutto il suo presente per generare il sogno e partorire il futuro.
Una donna con mille spine a pungere il suo esistere e pulsare, arsa dalla brama sua di vivere, da quello stesso fuoco depurata.
Una donna bramosa, viziosa, inquieta, sregolata.
Figlia di Augusto, domina, matrona, zingara.
Giulia, passione poesia e potere. Una rosa bianca.
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Poul Lynggaard Damgaard quattro Poesie tre lingue
Foto di Lars Gundersen |
La distanza del silenzio
Nessuna voce per le strade
talvolta
un suono.
eccelle
per così dire come il più solitario dei tempi.
Questo silenzio l’ho vissuto prima
questa è la mia vita quotidiana adesso.
Non ho mai salutato nessuno,
quando qualcun altro mi avvicina.
Posso ascoltare, ma in realtà
non sono io quello con cui parli.
La città ha perso ritmo,
che io indosso delicatamente.
La porta obliqua fra le mie mani.
dove i bambini
si aggrappano a stretti legami.
Mi appari difronte
come fatto naturale.
The distance of silence
I have no words for the streets
which from time to time
give a sound.
This period of time
emerges
as it were the most lonely of times.
This silence I have experienced before
and this is my everyday life now.
I have never greeted anyone,
when someone else runs through me.
I may listen, but in reality
I am not the one you speak to.
The city has lost its pulse,
and I wear it gently.
The leaning doorway in my hands.
A box full of life
where the children
hold on to close ties.
You place yourself in front of me
as a matter of course.
Stilhedens afstand
Jeg har ikke ord for gaderne,
der med mellemrum
giver lyd fra sig.
Denne tid
toner frem
som var det
den mest ensomme tid.
Denne tavshed har jeg oplevet før,
og den er nu min hverdag.
Jeg har aldrig hilst på nogen,
når en anden løber gennem mig.
Jeg må lytte, men det er i virkeligheden
ikke mig du taler til.
Byen har tabt sin puls,
og jeg bærer den varsomt.
Døråbningen i mine hænder står på hæld.
En æske fuld af liv,
hvor børnene
holder fast
i deres nære bånd.
Du stiller dig ind foran mig
med den største selvfølgelighed.
Rotte di porcellana
Secco come un pesce sulla terrauno spago lungo il tempo
e nelle immagini appese le crepe,
premurosi i nostri atti
quando i cani erano ovunque
e non potevano più abbaiare.
La scia della nave
un’indicazione
per pubbliche
lettere.
Porcelain
routes
A string through time dry like a fish on land,
and the cracks in the suspended images
is what we did carefully,
when dogs were everywhere
The ship's wake
is an indication
for public
letters.
Porcelænsruter
En snor gennem tiden tør som en fisk på land,
og sprækkerne i de ophængte billeder
er opmærksomt det vi gjorde,
når hundene var over alt,
og ikke længere kunne gø.
Skibets kølvand
en betegnelse
for offentlige breve.
Mutevoli colori in corridoio
Si è aperto nella sua immaginazione
a un corridoio con lampade accese,
dove i suoi passi secondo rituali
rischiarano una fronte seducente.
Potevano vedere in altro spazio del paese
trasferirsi l’anima
Changing colors in the hallway
He is opened up in his own notion
of a corridor with lit lamps,
where his steps through rituals
light up a seductive forehead.
into the changing rooms
of another urban space.
Han er åbnet op i egen forestilling
om en gang med tændte lamper,
hvor hans skridt gennem ritualer
lyser op i en lokkende pande.
De kunne se sjælen transporteret
ind i et andet byrums
skiftende lokaler.
Cofani
lungo una corda
attraverso
il paesaggio,
le cui nascoste
figure
si affrettano
attraverso
la frase
con transitanti
nuvole nelle visiere
poco sopra la terra.
Helmets
on a string
through
the landscape,
whose hidden
figures
rush through
the
sentence
with drifting
clouds in the visors
just above the earth.
Motorhjelme
på en snor
gennem
landskabet,
hvis skjulte
skikkelser
farer gennem
sætningen
med drivende
skyer i visirerne
et stykke over jorden.
Nikollë Loka: tre poesie italiano - inglese
Con la mente all’ennesimo diluvio
Con la mente all’ennesimo diluvio,
avevamo preparato la barca,
una bara aperta.
Sarebbe stata riempita d’acqua, ci avrebbe gelato il sangue,
ci avrebbe fatto invecchiare con il mito del ritorno,
come Ulisse avremmo cercato Itaca
in sette estati lontane,
dopo sette inverni.
Noi nomadi girovaganti nei deserti della vita,
ma il diluvio non sarebbe arrivato
con il fuoco, né con acqua né coi fulmini.
È apparso un virus e ci ha messi in ginocchio,
lentamente ha invaso la nostra mente,
alcuni con la maschera e qualcuno senza,
in una battaglia,
dove somigliamo tanto ai tipici medievali.
Siamo scesi in un campo di battaglia
senza affrontare di petto la guerra
con la mente all’ennesimo diluvio.
With the mind to the next flood
With the mind to the next flood
we had prepared the boat
an open coffin…
The water would grab us and would freeze the blood,
we would age with the myth of returning,
like Ulysses we would search for Itacha,
in seven distant summers,
after seven winters.
We would wander deserts of life
in wait of another flood,
but the flood would not come
with fire, nor water, nor with thunder fireworks.
There came a virus and climbed us down,
it slowly undressed our mind
someone with a mask, someone without it,
in a battle,
where we resemble medieval men.
We have entered a war,
sliding through the way,
with the mind to the next flood.
Una mano segreta scaglia pietre nell’aria,
la maledizione espelle il tempo dal suo posto,
non c'è più la quotidianità con la stretta di mano,
coi suoi abbracci o i suoi baci,
sono rimaste solo le maschere sul viso e nel sorrido.
Senza fiato e silenziosi sono rimasti gli Oracoli,
il nostro oggi tace per paura,
mentre respiriamo,
sulle maschere si dipingono sfumature di morte
... e punti!
Sotto la maschera si gioca una lotteria con vinti e perdenti,
in un casinò,
d’incroci del destino.
Fughe improvvise senza rumore,
ostaggi che rimangono dietro,
Il dolore che pesava come ogni lapide!
Behind the masks
A hideous hand hunts the air with a stone
the curse draws time from the line,
there is no everyday life with shaking hands,
embraces nor kisses,
there are masks all over the faces and smiles.
The oracles are left breathless and silent,
today stood silent with fear,
as we breath,
upon the masks, shadows of death are painted
…and period.
Under the masks there is a lottery with winners and losers,
in a casino,
in crossroad of destinies
Unexpected leaves with no fuss,
hostages left behind,
pain that weights like every tombstone!
Ossessione che non dormi mai
Dopo di me
un fiume cieco
versa quella rabbia,
che somiglia al mare
ma che raccoglie sofferenze d’acqua.
Leggo il tempo tra macchie di sole,
storia e finzione.
Racconti di cascate mai calpestate,
l’acqua che dorme non sta sotto il ponte.
Ossessione che sorge,
o scende dal cielo!
Invenzione che non dormi mai.
Vagary that does not sleep
After me, a blind river pours wrath,
in a sea view I gather water pain.
I read the time in marks of sun,
history, and vagary.
Waterfalls of history that were never trodden,
water that sleeps but lies not under the bridge.
Vagary that begets
or descends from the sky!
Vagary that does not sleep.
Semplicemente. volevo solo che voi lo sapeste di Alessandra Tucci
Letture sparse nel giardino di Miss Wine che sembrava più una casa che un locale, era accoglienza.
Dentro una Roma che non è mai sparita.
La serata dedicata a una poesia che, lo dico con franchezza, mi era totalmente sconosciuta.
Come il poeta. Errante sopra questa terra per ottantasette anni portati un po’ dovunque,
da Roma a San Francisco, nuotando in un oceano di gente e di culture tutte diverse.
E conficcandosi ben dentro il loro cuore.
Mi sono messa comoda, quella soffusa atmosfera vibrava come una candela, era accesa.
E ho ascoltato, sempre più sorpresa. Ero rincuorata dal ritmo cadenzato di note e parole diffuse dentro
quell’aria. Fluttuavano e battevano sugli alberi e addosso ai nostri sensi. A (ri)evocare.
Sorpresa dalla vita di quell’uomo messa in rima e mai baciata.
Rin-cuorata nel trovare in ogni verso declamato un cuore che la presa, no, non l’ha mai mollata.
Non ha lasciato mai la terra sua interiore al passo distonico e martellante di (dis)valori vacui e sfibranti,
questo mi ha sorpresa, non è arretrato di un millimetro davanti al roboante incedere di un mondo
atomizzato e antisociale.
Ha continuato a espandersi ben al di là di sbarre e frontiere, tutta la vita, seminando parole su parole.
Ben conscio che il letame sparso sul mondo da chi esercita potere e non unione in fondo è concime.
Ed è da lì che non smette di fiorire quel che rende umano un uomo.
L’integrazione del multiforme esprimersi terreno.
Animica e mentale. Carnale. Quella spirituale. E l’equità sociale.
Quell’uomo ad Agosto è andato Oltre e dal di là ha indossato un’altra voce. Semplicemente.
Fatta di ogni età, tutte diverse e uniche, in quella Roma mai sparita erano unificate nelle sue parole.
Come Catullo, quel t’odio e t’amo soffiato in un unico fiato mi ha fatto respirare il cuore.
Un’unica tonalità con infinite sfumature. Finalmente, di nuovo, una visione di insieme.
Che i visionari - quelli veri, i veri folli - siano una minoranza conta poco e niente.
Ciò che vale è che si tocchino, lo fanno. E sfiorandosi si passano da sempre il testimone.
Di generazione in generazione.
Ed in fondo è tutto qui. Semplicemente.
Del mio incontro personale con Jack Hirschman, io volevo solo che voi lo sapeste.
foto Marco Cinque |
foto: Dino Ignani |