ho capito che hai fallito perché oltre a
derivare dal mondo animale e racchiudere così alcune caratteristiche
"animalesche", non hai capito la differenza che c'è fra te e gli animali.
E non intendo usare il termine "animali" in senso negativo, anzi, uso
questo termine perché connotativo di un certo comportamento che non può essere
giudicato, ma può essere semplicemente riconosciuto perché accade.
Il mondo animale fa ciò che Madre Natura
ha imposto, senza chiedersi se essa sia una religione. C'è chi mangia erba e
chi mangia carne. Nessuno converte nessun'altro e, se non fosse per te, essere
umano, tutto andrebbe liscio senza problemi di inquinamento, cambi di clima e
quant'altro.
Tu, essere umano, a differenza degli
animali hai la possibilità di usare la tua intelligenza e sensibilità per
creare qualcosa che può essere definito artistico, quindi non solo ciò che
concerne le problematiche relative alla vita stessa (un rifugio, del cibo,
procreare, ecc), ma anche qualcosa che può far bene allo spirito e potrebbe
essere considerato "utile" e "giusto" in maniera assoluta.
Hai inventato la religione perché avevi bisogno di sapere da dove tu fossi
spuntato e soprattutto perché non ti spiegavi il motivo per il quale ad un
certo punto si muore. Un bel giorno hai arricchito la tua religione di regole
perché non eri più capace di comportarti bene e hai messo in dubbio quello che
Madre Natura ti ha imposto, cioè il fatto di costituire un essere umano con
bisogni fisiologici, emotivi, artistici e creativi.
Hai fatto la guerra ad altri tuoi
fratelli semplicemente perché non li avevi mai visti prima di una certa data e
secondo te costituivano una minaccia, come se il tulipano rosso di un giardino facesse
la guerra al tulipano giallo, suo vicino. Non ne parliamo poi quando hai
scoperto che il tulipano giallo aveva una religione tutta sua che, ovviamente,
aveva un nome diverso dalla tua.
Caro essere umano ecco perché secondo me
tu hai fallito. Hai fallito alla grande perché ti limiti ad essere un animale e
non una creatura che può creare qualcosa che può essere definito
"bello" in assoluto. Anche se tu, essere umano, rinasci sempre, si
può dire che tu sia molto vecchio e infatti hai dato inizio ad una miriade di guerre
e hai provocato un sacco di morti, viviamo sopra un cimitero che chiamiamo
Terra dove i morti sono diventati polvere ma, il vero motivo del tuo fallimento
è che non ti accorgi realmente di tutto ciò che i morti hanno lasciato in dote
a prescindere dalla tuo senso di superiorità verso qualsiasi cosa e chiunque.
Parlo della musica classica, degli edifici storici, degli strumenti musicali
che sono sempre così tanti e diversi fra loro che tu stesso hai creato, la
pittura e la letteratura che hai usato per sondare e conoscere te stesso più di
quanto possa aver fatto la tua religione e ti ha reso maestoso e pieno di conoscenza.
Hai imparato a curare i tuoi mali e tutto ciò che hai scoperto ha curato anche
tutti gli altri esseri umani. Anche se non sembra sai bene come si fa ad andare
d'accordo con la natura, sia la tua che quella in senso universale.
Caro essere umano tu hai fallito perché
hai creato una serie infinita di gabbie dalle quali adesso non ti sai più
liberare. Caro essere umano devi pensare che la Terra che abiti può essere
paragonata ad un giardino dove tutti gli insetti hanno un ruolo e prego
profondamente affinché tu possa riconoscere il tuo senso creativo e artistico
riconciliandoti con esso. Spero con tutto il cuore che tu reputi tue stesse
conquiste le opere letterarie più grandi della storia, la produzione relativa
all'opera, l'invenzione del teatro, la Cappella Sistina l'hai dipinta tu!
Possibile che tu ti senta orgoglioso solo quando parcheggi l'auto per la quale
hai indebitato i tuoi figli e non quando guardi un buon film?
Caro essere umano ti auguro di ricordarti
più spesso di ciò che sei e di non dimenticarti di quello che hai fatto. Da
ultimo ti ricordo che la terra che sostiene la tua casa, non morirà mai e ti
osserverà anche quando, come hai detto tu stesso, tornerai ad essere cenere, e
non potrai scegliere se far nascere un tulipano o una pianta di ortiche.