Metamorfosi di un concetto astratto in due tempi con accompagnamento di ottavino èun libro di beppe costa edito da Pellicanolibri, per leggerlo tutto puoi acquistarlo sul nostro sito
Prefazione di Dario Bellezza
Pellicanolibri,1982 |
Confesso che non amo leggere testi di
teatro, anche i pezzi più sublimi: faccio difficoltà a leggerli come opera a
sé, opera letteraria, in versi o in prosa; devo subito, caso mai visualizzare e
immaginare un fondale, delle quinte, un palcoscenico, una pedana; e allora
senza saperlo (troppo) o sapendolo benissimo, mi trasformo in regista: un
regista potenziale, un regista mancato... Vorrei che qualcuno una mattina mi
telefonasse e mi dicesse: vieni, i soldi ci sono, metti in scena tu, fai quello
che vuoi, strazialo o idea lizza, che so, Jean Genet o Euripide, i miei
maestri...Così, leggendo il testo di Beppe Costa pensavo di annoiarmi, per di più un
testo italiano, e si sa che tranne Pirandello, in Italia in questo Secolo
Ventesimo c’è stato ben poco... O qualcuno considera un autore di teatro
Testori? Sì; pensavo di annoiarmi, di non farcela mai a rispettare l’impegno
assunto, e invece il miracolo è avvenuto; non ho avuto nessuna difficoltà a
leggerlo, come fosse un romanzo avvincente; il testo, come si diceva una volta,
è teatrale, è scandalosamente comunicativo ed espressivo, (mi perdoni
Jakobson!): dato lo stile, la lingua usata da Costa che è già una bella
invenzione, considerato che scriviamo un po’ tutti alla paludata, alla rogata:
ma c’era qualcos’altro che mi attirava quasi morbosamente e che però potrebbe
anche trattarsi di un difetto, di una grave mancanza: ci troviamo infatti
dinanzi ad un testo “ideologico” - che pretende cioè di avere, sotto la
farsesca tragicomica delle situazioni, un messaggio da mandare al mondo, per
cambiario. Qual è questo messaggio?
Che il mondo ormai è travolto dalla
stupidità, è abitato dalla stupidità, il reale è stupido e irreale, e per
viverlo bisogna come accecarsi, o avere una buona dose di incoscienza e di
capacità surreale di straniamento. In somma: mettersi al di fuori del mondo per
descriverne la stupidità con le armi (linguistiche) della stupidità: il
non-senso, la comunicazione interrotta, i luoghi comuni, gli slogan della
politica e della pubblicità, lo sciocchezzaio della TV... Il lato ideologico,
se vogliamo, è quello che m’interessa di meno, pur condividendo l’assunto
dell’Autore; non si può essere non d’accordo con lui: alla fine, alla fine
delle fini, bisognerà pur ridere di tutto, capire che è tutto un gioco la vita,
tutto è gioco, la realtà è lì, e qui, ma non esiste...Esiste il linguaggio che la esprime, a
voler essere a tutti i costi dei verbalisti, ed è di questo, di questa
proposizione, assunta in tutta la sua carica sincronica che Costa dimostra di
essere un formidabile persecutore del nostro tempo malato e di crisi, di vivere
immerso con sonde speciali, nel nostro tempo ridicolo e meschino... Egli
infatti mima ciò che c’è, il linguaggio concreto delle Cose, della sotto
conversazione giornalistica e mondana per sfottere: in un delirio misto di
Chaplin e del Pazzariello della Morante più attuale, quella del “Mondo salvato
da ragazzini” altro testo scandalosamente comunicativo, pensando a quanto la
poesia italiana sia invece “letteraria” ed “ermetica”... Così non è un caso che
il personaggio più poetico del testo sia lo straccione alle prese con
l’insulsaggine ambigua e corrotta del mondo, della sua violenza costituita
prodotta dal Potere...Dicevo all'inizio che questo testo di Costa è un testo ideologico - non però,
dato che ci troviamo davanti ad un testo teatrale, nel senso asfissiante e
torbido del brechtismo e neppure del teatro didattico-comico alla Dario Fo -
perché Costa non vuole programmaticamente scrivere un testo politico, anzi:
egli è un anarchico, un uomo dolce e lineare nelle sue contraddizioni che
sembra un hidalgo, una creatura di altri tempi quando la vita aveva il suo
contorno pieno di valori anche da trasgredire: il suo bersaglio sono i Moloch
del Potere e del Conformismo mentale e religioso. Così azzarda, osa
l’inosabile: pur di sceneggiare un’apocalisse, o la nuova crocifissione di
Cristo con una intervista blasfema e dissacratrice alla Madonna che sembra
saperla lunga - fino alla tirata finale “contro”...Ecco, Costa è genericamente, ma violentemente “contro”, scandalosamente
“contro” e ha capito che il linguaggio va usato in senso eversivo, direi
“puttanesco” e ‘controriformistico” nei confronti dei rivoluzionari mass-media,
appropriandosi di tutto per divorarlo. Che poi sia siciliano anzi catanese ci
fa capire quanto la Sicilia sia diversa da una volta, come sia collegata
direttamente con l’Europa, saltando l’italietta provinciale e televisiva dei
nostri giorni; quanto sia carica di violenza e di dolcezza insieme, e il teatro
- con la Sicilia metafora del teatro - non è per caso un misto di violenza e
dolcezza per non mandare scontenti e delusi a casa gli spettatori accorsi come
bambini sapienti e litigiosi a partecipare l’Evento, oltre e contro
naturalmente la pagina scritta. Ma questo è compito del Regista. Forza
registi!
Dario
Bellezza
Nessuna, o quasi, indicazione su scene,
movimenti, o altro viene data in queste pagine; ogni brano può essere
anticipato, evolvendosi ogni minuto che passa gli altri e chiaramente noi
stessi. Ho messo punto non in quanto consideri ciò che è scritto finito o non
suscettibile di qualsiasi modificazione, ma per smettere (o in parte) di
soffrirci dentro
Tutti (o quasi) dovrebbero essere visibili
durante tutto il tempo
PRIMO TEMPO In memoria di
PRIMO TEMPO In memoria di
Chi??? è
stato/identità
Chi se ne frega Chi ha puntato/identità
Non l’ho visto Chi ha diviso/identità
Vado per i fatti Chi ha sparato/identità
Ci siamo divisi in troppi Un problema di identità per assommarci - per dividerci - per moltiplicarci
per dividerci Sparpagliati
Con una identità Non l’ho visto Chi ha diviso/identità
Vado per i fatti Chi ha sparato/identità
Ci siamo divisi in troppi Un problema di identità per assommarci - per dividerci - per moltiplicarci
Non siamo più una forza Cercando
un dovere
Non possiamo divertirci Non vogliamo divertirci
Chi vuoi lavorare Non vogliamo lavorare
Non possiamo divertirci Non vogliamo divertirci
Chi vuoi lavorare Non vogliamo lavorare
Credendo di credere un credo
Cerco cerco Guardo
in giro
Mi fermo c’è mia madre E mi ci prendo
Mi fermo c’è mia madre E mi ci prendo
Mia moglie mia figlia Sto fermo
non si può
Alla vetrina Mi viene la voglia
Il manganello accanto Mi passa di colpo
Alla vetrina Mi viene la voglia
Il manganello accanto Mi passa di colpo
Autocoscienza Autocensura Autocommiserazione Autonomia Automobile Per moltiplicarci assommarci dividerci 1: Io sono un partito2: È importante essere un partito 3: Tutti siamo un partito 2: Un partito è cosa necessaria 2: Un partito è sicurezza 3: Un partito è libertà 2: Un partito è arrivare 3: Un partito riscalda in inverno rinfresca d’estate 2: Un partito è granita di limone 3: E cappuccino caldo 2: Un partito è madre fratello affetto dignità 1: Un partito insomma è necessità di essere (Uno straccione, della gente attorno a guardarlo tenendosi quasi a distanza, sulle spalle un grosso zaino. È senza mani, farà in scena ciò che vuole - quando può. Intanto una coppia inizia a staccare le pagine di un calendario e quando arriva al 24 dicembre strillerà «Maschio, Maschio» fino all'ultimo, tranne quando daremo indicazione diversa) Autocoscienza Autocensura Autocommiserazione Autonomia Automobile Non ho una lira Usa la chitarra Sii te stesso Non farti fregare Impara l’inglese Ti troverai bene in ogni dove, dove? Non dire menzogne Onestà innanzi tutto Quando è necessario va beh A volte accade Non ho domani né casa
Dovevi studiare matematica,
l’IVA, i registri, la consulenza
i Numeri Oggi con queste cose Ieri non c’era l'iva
Ritornate a scuola - divisa per classi
A proposito di classe ho scoperto di non sapere cos'è:
Un partito di classe
Il concetto di classe e
Cos'è un classista né
si fa fortuna
La cultura di classe
La cultura di massa Il partito di massa Il
concetto di massa e
Cos'è un massista
Aberrazione con variante in aberrante che come deviante
sta per vivente
Mi scappa il codice
aiuto!!!
Non hai imparato l’inglese né a dire bugie quando necessario e verità quando indispensabile, non capendo tali concetti chiari hai fatto una confusione terribile e (indicando lo straccione o povero cristo) sei ridotto cosi.
(Lo straccione potendo e volendo può addirittura creare comicità, tentando di compiere movimenti o azioni difficili per la sua condizione, suscitando, c’era da dirlo, ilarità)
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