Ciò che l'Isola dice, capriccio sul mal di Sardegna di Cristina Annino e Ugo Magnanti

Due autori, tre voci, un musicista, un'Isola: un canto, incanto è Ciò che l'Isola dice, Capriccio sul mal di Sardegna, (FusibiliaLibri) (volume corredato da cd) di Cristina Annino, fra le maggiori poetesse italiane, scomparsa lo scorso gennaio e Ugo Magnanti, critico e poeta fra i più riservati, con particolare attenzione alla poesia dei giovani, cui dedica incontri nella scuola dove insegna. Ai due poeti, che sono anche lettori si aggiunge la voce di Maria Luisa Bigai e il notevole tappeto musicale con la chitarra di Fausto Ciotti.

ISBN 9788898649891 pp. 40. € 15,00, 2022


Freme la pelle alla voce calda, alla musica che riporta sull'Isola (pur chi non c'è mai stato) che affascina, rimane nei pensieri di chi va una volta con la voglia di tornare: non sono le spiagge, il mare, le montagne, i borghi sperduti coi volti scavati dal sole e dalla fatica della terra di uomini e donne, è - soprattutto - il suo popolo, forte, generoso, unico, spesso, per le proteste e la voglia antica, mai sopita, di divenire nazione, con una lingua propria, (il sardo infatti non è un dialetto), cui si aggiunge la ben nota ospitalità. Non poteva quindi che il sogno costante degli autori consegnarci un testo sublime a rappresentarla. Con le parole si muovono, corrono, sostano, scattano così che, leggendo e/o ascoltando quei paesaggi a volte lenti, altre inquiete, di colline, spiagge, alberi, onde, scorrono come in un film dove il protagonista e al tempo stesso regista è un ciclista (essenziale), quindi, dato il mezzo prescelto la sua corsa non può essere avvenire senza uno sguardo panoramico e quando si ferma osserva umani o piante che d'improvviso svaniscono come per magia o forse i fantasmi di un tempo antico che vivono ancora fra rocce e nuraghi. Possiamo immaginare il pensiero d'un poeta solitario che guarda in cielo la notte stellata o due innamorati timidi che si nascondono agli occhi indiscreti  o giocano correndo e, per riprender fiato, si abbracciano scambiandosi un tenero bacio. Quasi al termine, lo sguardo del ciclista: [...Come fanghiglia, miglia marine, / feticci di nuraghi che un Dedalo / viene in discorso; un sorriso corrotto, / verdognolo, e l'Isola ci ha servito...]

Aggiungo, in particolare, per chi ama la musica oltreché la poesia, gli interventi musicali di Fausto Ciotti, sensibilità rara che ben si accoppia alle voci e ai testi. Insomma: bellissimo e intenso risultato!
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...e così l'inizio del dialogo fra i tre:

Testimone insulare


Quei rami le nascondono un respiro
in più di demonietti, penso così, per tutti
gli alberi dell’isola, quelli che il continuo
mutamento, frementi li suppone,
e alti, agli occhi suoi che sono d’appetito:
squadriamola dai piè fin su alla testa.

Invece lui si è fatto i tendini, si è
fatto i muscoli, si fa ciclista,
a volte, ed è essenziale come nulla,
è più occasioni, o mito (ci scherza),
o albero, o fessura, o non è cosa,
bensì solo un terrestre, un pezzo d’isola.

Ciclista essenziale


Intanto che l’afa d’estate mi
incorona, nella stasi di ovunque,
preso per la spoglia, ^non è che piano
piano con la polvere addosso mi ci
debba dire un’orazione? Accostato
a lei sarebbe meglio, sentirei
il doppio, e di tutto, allora mi avvicino,
perché se la landa non è cieca
e non si espande, chi mai la vuole?

Una bruxa 

Finiti i crepacci, devo tirare i bracci
su da questi sassi. Dicendo
“che libidine”; io fracasso
le mie vie coi picchi. Volo, al centesimo
d’ora, vivo senza preghiere abbeverando
pozzi sacri, sempre sopra la stuoia
d’ossessive fragranze dei rami di
piante spalancate sull’acqua viola.

Cristina Annino (1941-2022) una delle più note poetesse italiane. Fra le  pubblicazioni più note Magnificat. Poesie 1969-2009 (PuntoaCapo, 2010), Anatomie in fuga (Donzelli, 2016), Le perle di Loch Ness (Arcipelago Itaca, 2019). Presente in antologie, fra le quali Il pensiero dominante, poesia italiana 1970-2000, (Garzanti, 2001), e Antologia di poeti contemporanei - Tradizioni e innovazione in Italia, (Mursia, 2016

Ugo Magnanti ha pubblicato diverse opere di poesia, tra le quali, più recentemente, l’auto antologia Il nome che ti manca (peQuod, 2019), il poemetto in ‘stanze’ L’edificio fermo, (FusibiliaLibri, 2015), e la plaquette Ciclocentauri, con tavole di Gian Ruggero Manzoni (FusibiliaLibri, 2017). Fra le tante presenze a manifestazioni di poesia, nel 2012 ha partecipato al 49° “Festival internazionale degli scrittori di Belgrado.

Fausto Ciotti compositore e polistrumentista, ha realizzato numerosi album discografici come autore, arrangiatore ed esecutore, tra gli altri: Fàghth Note, Passages, Goes thè Mind, Spagna e Italia nel XIX Secolo, abbracciando generi dalla musica classica al jazz alla world music. Da quasi quaranta anni svolge la sua attività concertistica in Italia e all’estero. Ha partecipato alla realizzazione di diversi programmi radiofonici e televisivi della RAI e di altre emittenti radiotelevisive nazionali.