Lucianna Argentino: In canto a te

durante una manifestazione a Roccagorga

Già dal titolo appare ben chiaro che l’Autrice trova quel che nell’adolescenza aveva - come tanti - cercato.

Un cantico di ciò cui i poeti spesso scrivono, in questi tempi forse con molto timore e timidezza. Riesce con questo libro a donare a un lui, a un noi e, certamente a se stessa, qualcosa smarrita nella forse stupida corsa di una qualche realizzazione. Questa parola ormai divenuta quasi oscena è la continua ricerca del senso pieno del vivere che noi - e neanche Lei fa, né intendo farlo io - citiamo.

La certezza è che qualche volta, poche per la verità oggi, questo nuovo libro di Lucianna Argentino (fra le più note poetesse italiane), In canto a te, ci svela quel che in realtà cerchiamo, in una età che ci trova troppo spesso impreparati. Lascio al lettore la splendida nota critica di Gabriella Musetti che introduce il libro.

alcune delle poesie contenute nel libro



Io sono l’agnello
e lui la lama cui offro il collo
il coltello per il sacrificio
a un dio che dimora nel mio ventre.

***

Perdonami
per non aver compreso allora
quanto profondo fosse l’amore
questo che ha attraversato
primavere renitenti e inverni caparbi
e approda ora alla nostra estate piena
con lo stesso volto
gli occhi arrossati dal rimpianto
le mani giunte in preghiera
per la grazia del qui e ora
noi liberi dal per sempre
ché eterno sarà l’essere stati.

***

Nell’assenza compresi quanta vita ci vuole
per capire il come e il cosa dell’amore,
ma quanti i battiti perduti, quanto il calore disperso.
L’imparai sottraendomi alla verità.
Riemerse poi. Lui lontano –
un nome reticente sulla punta della lingua.
Io nello spavento, nella teoria
fui giuda di me stessa allora
che non sapevo come può stare
nel nome di un’ombra
tutta la luce che lui ora riporta alla mia riva.

***

C’è voluto tutto il tempo e una gelosa cura
perché il giorno in lui trovasse la sua voce
e una grazia acerba lo battezzasse col suo vero nome
vero sì, ma distante ancora.
Ancora nell’avvenire, ancora dove lo vorrei
pelle del mio abisso e di sconfinati dubbi pregarlo:
toccami, ricreami l’anima con le tue mani,
il corpo con il tuo sguardo; rendimi il tuo genitivo
di pertinenza, cambiami la desinenza.

***

dalla seconda parte

[…I due vagavano attoniti nel vuoto d’anni di cui erano gli
[estremi,
priva di guida la memoria andava a caso
e lei smarrita girava attorno a quella clausola
che poi, di tanto in tanto, le concedeva tregua.]…

***

[…Lui rifiatava, tornava a galla da una lunga apnea,
lo vedeva lei l’abbandono ricco in cui lui si riconquistava
e non le importava il prima. Chiuso il catalogo delle loro
[assenze,
riscritta la scacchiera. Mi hai salvato, le confessò
conquistato da quella bellezza, lei tacque in dubbio
su cosa davvero fosse salvezza.]…
Samuele Editore - 2019
ISBN 978-88-94944-13-6, p. 96, € 12.00