Nguyen Chí Trung, Dovremmo vedere

 

Dovremmo vedere (II)

 a Tobías y Juana B.

Dovremmo vedere che tutti i
“dovremmovedere” altro non sono
che verità che restano dietro la foschia.
Ci aiutano ad avere pietà con e dentro questa vita.

Ci aiutano ad affliggerci di giorno
e a non dormire durante la notte
e a sopportare la tristezza fino al punto
che appaia la profondità delle apparenze.

Ci aiutano a vedere nella nebbia,
ci fanno vivere senza sapere cosa sia.
ci aiutano, talvolta, a non aver più fiato,
ad annegare ai confini dell’esistenza.

Ci fanno percepire la miseria primordiale
dimenticata nel tempo della carne.
Ci aiutano a farci un’idea della regione al di là
della vita, pur dovendo sopportarne la gravità.

Ci aiutano a non prostituirci oltre misura,
a non mentirci per un più semplice passaggio.
Non ci aiutano, qui, a vaneggiare qua e là tutti arroganti
all’inizio di una strada, alla fine di un mercato.

Ci aiutano a sapere: dove siamo,
ci incontriamo nelle strettezze di un legame – il vicolo cieco.
Nella gioia di vivere o soccombere: due scene
d’una assurda tragedia che perdura.

Ci aiutano a sapere: se la durata è lunga una manciata
di secondi o trentaseimila giorni, ed è sempre la stessa.
Qual è l’estensione di “lungo” per poter essere considerato tale?
E quanto dovrebbe essere leggero per essere “leggero”; quanto?

Ci aiuta a sapere com'è essere abbattuti
in mille vicissitudini, in un solo lungo ritorno, fino a
che tutto sia penetrato nell'anima, assorbito dalla carne,
finché le mani i piedi il cervello non ci contengano più.

Ci aiutano a sentire un po' di malinconia
dopo l’amena festa in cui nessuna possibilità ci è riservata
di raggiungere un freddo e vacuo istante dentro di noi
in cui ci troviamo di fronte al fatto che non siamo niente.

traduzione dallo spagnolo di  Vito Davoli


Deberìamos ver (II)

a Tobías y Juana B.

Deberíamos ver que todos los
“deberíamosver” no son más
que las verdades que se mantienen tras la neblina.
Nos ayudan a tener pena con y en esta vida.

Nos ayudan a estar afligidos de día
y a no dormir durante la noche
y a llevar la congoja a tal medida
que aparezca la profundidad de las apariencias.

Nos ayudan a ver a través de la neblina.
Nos ayudan a vivir sin saber lo que es.
Nos ayudan, a veces, a no tener más aliento,
a que nos ahoguemos en la inmediación de la existencia.

Nos ayudan a percibir la miseria primordial
que olvidamos en la hora de nuestra carne.
Nos ayudan a tener una noción de la región más allá
de la vida, aunque tengamos que cargar la gravedad de ello.

Nos ayudan a no prostituirnos en demasía,
a no mentirnos por un tránsito más simple.
No nos ayudan, aquí, a devanearnos por acá o allá en plena arrogancia
al principio de una calle, al final de un mercado.

Nos ayudan a saber: donde estemos,
nos encontramos en la angostura del lazo – el callejón sin salida.
En la alegría de vivir o sucumbir: son dos escenas
de una absurda tragedia que perdura.

Nos ayudan a saber: si la duración sólo dura un par
de segundos o treintaiseismil días, sigue siendo la misma.
¿Cómo de largo debe ser “largo” para denominarlo largo?
y ¿cómo de ligero debe ser “ligero”, cómo?

Nos ayuda a saber cómo es ser abatido
en múltiples vicisitudes, en un largo retorno, hasta
que todo haya penetrado en el alma, fuera absorbido por la carne,
hasta que las manos los pies el cerebro no nos contengan más.

Nos ayudan a percibir un poco de la melancolía
después de la fiesta amena en la que no tuvimos ninguna chance
de alcanzar un frío y vácuo segundo dentro nuestro
en el que nos hallemos enfrentados directamente a que no somos nada.

diciembre 2003

Traducción in spagnolo di Juana & Tobías Burghardt

Ho avuto il piacere di incontrare l'Autore alcuni anni fa a Moniga del Garda, in occasione di un festival di poesia, scoprendo così i suoni della lingua vietnamita e il modo come il Poeta all'ascoltatore si offre: un concerto di suoni. Fatta di monosillabe questa lingua sembra abbia una grammatica semplicissima, non la nostra complicata da forme verbali, plurali e singolari e, quindi, forse per questo ciò che ascolti è come un concerto avvolgente dove non è necessario capire ciò che viene detto, esattamente come nella musica, arriva in tutto il corpo e, aggiungo, avendo ascoltato anche altri autori, con lingue solo apparentemente simili, l'abilità come la voce diventa strumento e, il discorso sarebbe troppo lungo, immagino di ritrovarmi fra le prime creature della terra che, con i suoni, hanno iniziato a comunicare. Cosa oggi che appare impossibile quando, oltre la metà della popolazione non comprende ciò che legge o ascolta e, credeo, neppure quel che dice!

Beppe Costa

Altri testi dell'Autore https://beppe-costa.blogspot.com/2023/06/nguyen-chi-trung-poema-freddo.html