Semplicemente. volevo solo che voi lo sapeste di Alessandra Tucci

Ricordando Jack Hirschman
Miss Wine via degli Angeli 34, Roma
10 settembre 2021
foto: Dino Ignani

Letture sparse nel giardino di Miss Wine che sembrava più una casa che un locale, era accoglienza.

Dentro una Roma che non è mai sparita.

La serata dedicata a una poesia che, lo dico con franchezza, mi era totalmente sconosciuta.

Come il poeta. Errante sopra questa terra per ottantasette anni portati un po’ dovunque,

da Roma a San Francisco, nuotando in un oceano di gente e di culture tutte diverse.

E conficcandosi ben dentro il loro cuore.

Mi sono messa comoda, quella soffusa atmosfera vibrava come una candela, era accesa.

E ho ascoltato, sempre più sorpresa. Ero rincuorata dal ritmo cadenzato di note e parole diffuse dentro

quell’aria. Fluttuavano e battevano sugli alberi e addosso ai nostri sensi. A (ri)evocare.

Sorpresa dalla vita di quell’uomo messa in rima e mai baciata.

Rin-cuorata nel trovare in ogni verso declamato un cuore che la presa, no, non l’ha mai mollata.

Non ha lasciato mai la terra sua interiore al passo distonico e martellante di (dis)valori vacui e sfibranti,

questo mi ha sorpresa, non è arretrato di un millimetro davanti al roboante incedere di un mondo

atomizzato e antisociale.

Ha continuato a espandersi ben al di là di sbarre e frontiere, tutta la vita, seminando parole su parole.

Ben conscio che il letame sparso sul mondo da chi esercita potere e non unione in fondo è concime.

Ed è da lì che non smette di fiorire quel che rende umano un uomo.

L’integrazione del multiforme esprimersi terreno.

Animica e mentale. Carnale. Quella spirituale. E l’equità sociale.

Quell’uomo ad Agosto è andato Oltre e dal di là ha indossato un’altra voce. Semplicemente.

Fatta di ogni età, tutte diverse e uniche, in quella Roma mai sparita erano unificate nelle sue parole.

Come Catullo, quel t’odio e t’amo soffiato in un unico fiato mi ha fatto respirare il cuore.

Un’unica tonalità con infinite sfumature. Finalmente, di nuovo, una visione di insieme.

Che i visionari - quelli veri, i veri folli - siano una minoranza conta poco e niente.

Ciò che vale è che si tocchino, lo fanno. E sfiorandosi si passano da sempre il testimone.

Di generazione in generazione.

Ed in fondo è tutto qui. Semplicemente.

Del mio incontro personale con Jack Hirschman, io volevo solo che voi lo sapeste.

foto Marco Cinque
foto: Dino Ignani