…se quella di ieri era appetitosa, questa vi manderà in solluchero
Italyland, il paese sempre in festa, 25 Aprile 2023
Pare stia cambiando il vento, preso coraggio uno
arrivano gli altri.
Tra ieri e oggi sono diverse le “notitia criminis” che
voci autorevoli stanno offrendo su piatti d’argento alle procure, perché i pm
procedano d’ufficio.
Denunce circostanziate, manca solo citino gli articoli
del codice penale. Nel silenzio assordante della società incivile, delle
istituzioni, dei media, della politica.
Curioso come tutte le tesi fino a ieri dei
“complottisti” siano riportate nelle interviste.
Ieri Giorlandino, oggi il prof. Tiberti, indicano le
cause dei tanti decessi classificati Covid e i soggetti su cui ricadono le
responsabilità.
L’intervista che segue è al professor Sergio Tiberti,
epidemiologo, docente universitario e accademico delle Scienze, tra i possibili
candidati al vertice dell’Istituto Superiore di Sanità.
Esordisce così, in merito ai “rumors” che vedono tra i
papabili alla guida dell’ISS Mr. Bassetti :
«All’Istituto Superiore di Sanità serve un commissario
non una virostar».
D : Quindi Matteo Bassetti non andrebbe bene alla
presidenza ?
R : «Conosco bene l’Istituto perché sono stato per sei
anni membro del comitato scientifico con presidente il professor Enrico Garagi,
un vero microbiologo e ricercatore, che ha gestito l’Iss con grande
intelligenza e grande scienza. Io ho avuto qualche colloquio e qualche proposta
per quel posto, ma ci andrei come commissario, per un periodo limitato, perché
servirebbe un po’ di tempo per rimettere a posto certe situazioni. Dopo il
commissariamento il governo potrebbe nominare chi vuole al vertice, ma certo
non le virostar senza competenze».
D : Ma sono comunque medici.
R : «L’etica di un medico consiglia di non farsi
pubblicità e comparire per dire tutto e il contrario di tutto in tv, creando il
fenomeno delle virostar che abbiamo visto durante la pandemia. Ora queste
persone sono in crisi di astinenza senza interviste e televisione. È stato
abbastanza sgradevole vedere Matteo Bassetti sfilare sul red carpet della
mostra del cinema come un attore, o Roberto Burioni che fa lezioncine in tv
dopo aver fatto consulenze alle aziende… All’inizio mi piacque Andrea Crisanti
che diceva cose intelligenti, poi ha preso la deriva politica, litigando pure
con il governatore del Veneto, Luca Zaia, tant’è che oggi è un senatore Pd».
D : Lo dice forse perché lei non è andato in tv…
R . «Sono stato chiamato dalla Rai un paio di volte ma
prima di andare ho ricevuto telefonate di dirigenti che, prendendola alla
larga, volevano sapere cosa avrei detto. Avendo assicurato che avrei risposto a
qualunque domanda del conduttore alla fine non se n’è fatto niente. Non ero
allineato».
D : Che ne pensa del Cts ?
R : «Quando la politica non ha il coraggio di prendere
decisioni s’inventa degli organismi come il Cts, il Comitato tecnico
scientifico al cui interno di esperti ne ho visti pochi e infatti la
magistratura ha sollevato delle critiche e sta analizzando gli atti. In fase
pandemica il Cts scriveva quello che voleva la politica, poi i politici
giustificavano le loro scelte dicendo che lo aveva detto il Cts. Una
commistione di va e vieni, inadeguata e poco scientifica».
D : Ora però sta per nascere la Commissione
d’inchiesta parlamentare.
R : «Questa commissione è utile e fondamentale perché
sono stati commessi molti errori, alcuni voluti alcuni casuali, ma che non
annullano la responsabilità di chi li ha commessi».
D : Quali per esempio ?
R : «La terapia. Tachipirina e vigile attesa è stata
una follia, io la ribattezzai “tachipirina e attesa del carro funebre”. È così
che siamo arrivati a più di 160.000 morti. Personalmente ho curato circa 1.600
persone utilizzando la terapia adeguata, con farmaci venduti regolarmente in
tutte le farmacie, antinfiammatori non steroidei, anti aggreganti piastrinici,
e non ne ho perso uno di paziente».
D : Poi ?
R : «Il bollettino quotidiano, dentro c’era di tutto
ma non c’era un epidemiologo di valore che valutasse quei dati. C’è stato un
eccesso di mortalità tra il 2021 e 2022, troppi morti “tutto compreso”, dal
Covid al mal di pancia…»
D : Altro errore ?
R : «Gli effetti avversi. Io sono per la vaccinazione,
il vaccino è stato l’unica arma contro il virus, ma con altrettanta chiarezza
dico che era un vaccino sperimentale, ottenuto in tempi record, mai visti prima
con altri vaccini. Però se lo dicevi ti saltavano addosso, peraltro un vaccino
strapagato di cui abbiamo preso un miliardo di dosi in più di quelle che
servivano. Un vaccino può provocare reazione avverse, bastava essere
trasparenti, dirlo ai cittadini che al minimo sintomo avrebbero potuto
ricorrere alle cure più adatte».
D : Effetti avversi che si sono verificati.
R : «Certo, a cominciare dalle morti improvvise e
inspiegabili, ma ho visto anche molte miocarditi in giovani e sani».
D : Quindi si poteva intervenire prima ?
R : «Purtroppo dal ministero della Salute è arrivata
una circolare in cui si bloccavano le autopsie. Per il medico e la scienza
l’autopsia è fondamentale. C’è stato chi ha sfidato quel divieto e ha eseguito
l’esame autoptico e si è accorto che i bronchi di un paziente erano pieni di
trombi, contro i quali sarebbero stati utili proprio gli antiaggreganti, non la
tachipirina. La magistratura dovrà verificare anche chi ha fatto scrivere
questa circolare e sottoporre a provvedimento disciplinare chi l’ha firmata».
D : Si diceva che dopo un’esperienza come la pandemia
sarebbe tutto cambiato per la sanità.
R : «C’è un solo modo: chi ha gestito quella fase, Iss
e Cts, deve andare a casa. Purtroppo questo è il Paese dove contano i
burocrati, le virostar sono espressione di certa burocrazia sanitaria, nei
dicasteri i veri ministri sono i capi di gabinetto, nelle Regioni governano i
dirigenti regionali, il presidente o l’assessore alla sanità contano poco».
Fine dell’intervista.
Due osservazioni.
Il prof. ritiene che i responsabili di azioni
perseguibili penalmente debbano andare a casa.
Noi pensiamo vi sia posto nei penitenziari.
Seconda osservazione, il prof. afferma che :
“il vaccino è stato l’unica arma contro il virus”.
Ma qualche riga sopra sostiene che :
“Personalmente ho curato circa 1.600 persone
utilizzando la terapia adeguata, con farmaci venduti regolarmente in tutte le
farmacie, antinfiammatori non steroidei, anti aggreganti piastrinici, e non ne
ho perso uno di paziente”.
Che strana forma di dissociazione, se ha curato 1.600
pazienti, e stanno tutti bene, il vaccino non è l’unica arma.
Forse, si tratta di un riflesso pavloviano che risente
ancora di quel clima da santa inquisizione in cui mettere in dubbio l’efficacia
dei vaccini è ancora tabù.
Ma la strada è segnata, ci arriveremo.